Si è aperta ieri, 12 novembre, nella suggestiva cornice di Gerace, la seconda tappa dell’OperaMusica Festival Rapsodie Agresti Calabriae col primo di due nuovi appuntamenti dedicati alle Piccole Opere di Teatro Musicale negli agriturismi. Come ormai tradizione, la rassegna ripropone il connubio tra cultura classica e la promozione delle attività produttive agricole e artigianali del
Si è aperta ieri, 12 novembre, nella suggestiva cornice di Gerace, la seconda tappa dell’OperaMusica Festival Rapsodie Agresti Calabriae col primo di due nuovi appuntamenti dedicati alle Piccole Opere di Teatro Musicale negli agriturismi.
Come ormai tradizione, la rassegna ripropone il connubio tra cultura classica e la promozione delle attività produttive agricole e artigianali del territorio in una dimensione conviviale e festiva.
La tenuta del Barone G. R. Macrì ospita, quindi, le due nuove produzioni realizzate in collaborazione col Teatro Coccia – Fondazione Onlus/Teatro di tradizione Novara, che tra musica, belcanto e ironia rivisitano, in chiave moderna, due classici della letteratura italiana ed europea.
Ieri, venerdì 12 novembre, ad accompagnare la cena è stata la La zuppa di Sasso, l’opera-cibo ispirata ad una antica fiaba europea, con libretto di Stefano Simone Pintor e musica di Federico Biscione. È stata diretta da Carlo Emilio Tortarolo, mentre la regia è stata firmata da Stefano Ferrara. Al canto Miryam Marcone, Caterina Dellaere e Mauro Secci.
Protagonista è un viandante affamato che, solo grazie all’espediente del sasso che se cotto sarebbe in grado di produrre la zuppa più buona del mondo, riesce ad ottenere cibo da due comari diffidenti, curiose ed in contrasto tra loro. Le due donne, apparentemente di nascosto l’una dall’altra, offrono ciascuna i migliori ingredienti smaniose di poter provare la pietanza. Alla fine la bontà della zuppa calma gli animi e dispone a sentimenti di felicità, comprensione e riappacificazione. La zuppa di Sasso si riconferma una storia contro ogni pregiudizio, e che racconta come, mettendo in comune il poco di ognuno, si possa creare il tanto per tutti.
Oggi, sabato 13 novembre, l’opera si mangia e si beve, si gusta, si guarda e si ascolta, tra una portata e l’altra, grazie alla Mini Opera dedicata al vino Boccaccio delivery ovvero la vendetta di Cisti Fornaio su libretto e musica sono di Alberto Cara, da uno spunto offerto dalla seconda novella della IV giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio. Carlo Emilio Tortarolo dirige l’Ensemble del Teatro Coccia, la regia è di Salvatore Sito, cantano Federica Vinci, Semyon Basalaev e Andrea Tabili.
Il protagonista, Paolo Fuscecchio, è un compositore che deve scrivere un’opera che parli del vino; la sua idea di trarre il libretto dalla novella seconda, giornata sesta, del Decameron, che racconta di Cisti fornaio e del suo nobile vino, entusiasma il committente. Tuttavia, rileggendola, Paolo si rende conto che la novella non si adatta facilmente al ritmo di uno spettacolo. Temendo di non portare a termine il lavoro, Paolo spera nell’aiuto dell’amico Manisca, famoso sceneggiatore e fresco Premio Oscar, e lo invita a cena. Mentre cucinano, e bevono, si mettono a ragionare sulla novella, se la raccontano, la interpretano, la inscenano, la vivono! Nel frattempo, tra una bottiglia e l’altra, la cena è rovinata: la pasta è scotta, e i due corrono ai ripari ordinando una cena delivery dal ristorante cinese “La Grande Muraglia”; inoltre, la storia concepita da Dario Manìsca, il quale manifesta una sbornia piuttosto cattiva e villana, è del tutto inadeguata, senza senso. Ormai sbronzi, e scontenti del lavoro fatto, iniziano a litigare rinfacciandosi l’un l’altro l’insuccesso, fino a darsele di santa ragione. Per lenire i postumi dell’alcool e della botte, Paolo offre a Dario i “francobolli” di sua zia, che altro non sono, però, che blotter imbevuti di LSD. Qualcuno suona alla porta: è il rider de “La Grande Muraglia” che a Paolo e Dario, deliranti, appare come Cisti fornaio. Il panico causato dalla visione spinge i due a comportarsi in modo bislacco, tanto da far infuriare il rider/Cisti fornaio. Di fronte al loro pentimento, e dopo una solenne strigliata, Cisti li perdona dall’alto della sua benevolenza ultraterrena.
Un’esperienza unica che unisce il Belcanto, il Melodramma, il territorio e le sue ricchezze enogastronomiche. Due opere buffe moderne per due serate spensierate sotto le stelle di Gerace, conclude Domenico Gatto, Presidente dell’Associazione Traiectoriae.
Ingresso cena ore 20:00, più spettacolo ore 21:00: Euro 25 + 5.
Per informazioni, si contatti l’Associazione Traiectoriae al numero 3891083276.
Due eventi da non perdere!
Redazione di ArtInMovimento
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