Il Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia torna a ospitare Antonio Tallura, pronto a raccontarci Dante come mai era stato fatto prima con U mpernu, che andrà in scena domani, giovedì 12 agosto, alle ore 21:30, presso il Teatro Greco Romano di Portigliola. Nell’anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte
Il Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia torna a ospitare Antonio Tallura, pronto a raccontarci Dante come mai era stato fatto prima con U mpernu, che andrà in scena domani, giovedì 12 agosto, alle ore 21:30, presso il Teatro Greco Romano di Portigliola.
Nell’anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte del sommo poeta, l’attore locrese ha deciso di rievocare la Commedia dantesca nella sua forma più curiosa: una traduzione in dialetto calabrese realizzata, sul finire dell’800, dall’agronomo, giornalista e poeta di Acri Francesco Scervino. Preoccupato dalla possibilità che l’avvento dell’Unità d’Italia potesse far sparire i dialetti e desideroso di far conoscere l’opera anche a chi, non avendo frequentato le scuole, non poteva capire l’italiano dantesco, Scervino spese infatti quattro anni della propria vita a tradurre le tre cantiche dantesche, divenute, in questa loro versione, un vero e proprio Graal per gli amanti della letteratura di genere.
Oggi, grazie alla regia di Giuseppe Foderaro, Antonio Tallura riporta alla vita questo testo straordinario con una messa in scena ispirata alla Commedia del poeta cosentino, proponendoci alcuni dei passi più importanti dell’inferno nel nostro amato dialetto, aventi per protagonisti i personaggi carichi di significati ancora oggi immediatamente comprensibili: tra gli altri, oltre a Virgilio, che fa da cicerone al viaggio di questo “Dante calabrese”, Beatrice, che rappresenta la purezza dell’amore, Paolo e Francesca, che simboleggiano la passionalità, Ulisse che impersona la conoscenza e il Conte Ugolino, simbolo di assoluta violenza e disperazione.
A rendere ancora più evocativa ed emozionante la lettura dei brani da parte di Tallura, una scenografia singolarissima, composta da una grande tenda di tripolina, un cotone sottilissimo e molto sensibile anche al più flebile alito di vento, sul quale verranno proiettate immagini di repertorio e le straordinarie incisioni con cui Gustave Doré abbellì l’edizione ottocentesca della Divina Commedia in volgare. Complici gli agenti atmosferici, i movimenti della tripolina renderanno le immagini ora nitide, ora sfumate o addirittura sfrangiate, simboleggiando così i frammenti di ricordi della memoria o, considerata la possibilità di “bucare” lo schermo, la porta dell’animo umano, che cambia costantemente nel protagonista che affronta il proprio inferno personale intraprendendo un viaggio alla ricerca della luce per ritornare alla vita.
Un modo straordinario per celebrare sia Dante sia il tentativo di riconquistare la normalità che il Covid-19 ci ha sottratto, che lo scenario naturale offerto dal Teatro Greco Romano di Portigliola renderà assolutamente imperdibile.
Ricordiamo che, a causa delle norme imposte dalla pandemia, l’accesso al pubblico sarà limitato. È consigliato pertanto l’acquisto dei biglietti in prevendita.
Evento da non perdere per la ricerca storica e per la location che merita proprio.
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