Domani, venerdì 19, e sabato 20 aprile, presso il Teatro Monterosa di Torino, andrà in scena il musical Il Piccolo Principe, una co-produzione tra l’Accademia dello Spettacolo e Il Mutamento. Si tratta appunto a una pièce musicale ispirata all’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupéry.
L’attore torinese Massimo Giovara nel ruolo dell’aviatore, guida una compagnia composta da 8 giovani under 30 che prendono parte al progetto “Bottega dello
Spettacolo”, un percorso di formazione e avviamento professionale sostenuto da Compagnia San Paolo e Fondazione CRT. Completano il cast Anna Oggero, Gabriele
Girondi e Mosè Braglia di soli 10 anni nel ruolo del piccolo principe. Le coreografie sono affidate a Sheila Grant, attrice e coreografa inglese.
Il protagonista è un aviatore che si trova a dover effettuare un atterraggio di emergenza nel deserto del Sahara, dove incontra un Piccolo Principe che gli racconta del suo pianeta e degli incontri avvenuti durante un viaggio di istruzione. Così l’aviatore conoscerà i Baobab, La Rosa, Chermisi il matematico, e via via i vari personaggi che danno vita al romanzo.

Il racconto, (che) fu pubblicato da De Saint-Exupéry il 6 aprile del 1943, quando risiedeva negli Stati Uniti, è un classico della letteratura per ragazzi e viene presentato dall’Accademia dello Spettacolo sotto forma di commedia musicale.

Il musical è scritto e diretto da Mario Restagno, con le melodie firmate da Walter Orsanigo, gli arrangiamenti e le armonizzazioni di Paolo Gambino e le coreografie di Sheila Grant. La scenografie è di Giuseppe Garau, i costumi di Sara Memore. L’assistente alla regia è Daniela Freguglia, mentre audio e luci sono curati da Verde Professionale srl.

Produzione di grande impatto e particolarmente adatto alle giovani generazioni, “Il Piccolo Principe” è uno spettacolo che diverte, ma nello stesso invita a pensare. Il testo
scorre continuamente passando dalla prosa alle canzoni parte integrante della storia.
Lo sceneggiatore ha adattato il testo selezionando gli spunti più adatti alla sua personale rilettura, rispettandone comunque la versione originale. Ogni incontro narrato diviene
così uno spunto di riflessione per lo spettatore, che lo può interpretare come allegorie o stereotipi della società moderna e contemporanea.
Ma come afferma saggiamente la Volpe: “l’essenziale è invisibile agli occhi”: ecco perché lasciamo che sia lo spettatore (stesso) a spingersi oltre le apparenze, per cogliere il
messaggio che questo piccolo capolavoro della letteratura ci ha voluto lasciare.
Il musical vuole mettere in luce due contenuti: il ruolo dell’Aviatore, al quale viene dato il nome di fantasia Ernest che, da grande amante del volo, farà tesoro dell’incontro con il Piccolo Principe da cui imparerà una grande lezione: che è possibile volare anche con lo spirito.
Il secondo la scelta di suoni, costumi e coreografie dai colori e i toni che richiamano l’atmosfera dell’Africa, poiché nel romanzo di Saint-Exupéry, l’atterraggio dell’aeroplano
avviene nel deserto del Sahara.

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