“Giovanna d’Arco”, opera inaugurale del progetto “Maestri al Farnese” per il Festival Verdi, ha debuttato nel nuovo allestimento firmato da Saskia Boddeke e Peter Greenaway domenica 2 ottobre al Teatro Farnese (repliche il 9, 15, 20), facendo rivivere lo spettacolo del melodramma in uno dei luoghi più suggestivi e unici al mondo. Il secentesco teatro
“Giovanna d’Arco”, opera inaugurale del progetto “Maestri al Farnese” per il Festival Verdi, ha debuttato nel nuovo allestimento firmato da Saskia Boddeke e Peter Greenaway domenica 2 ottobre al Teatro Farnese (repliche il 9, 15, 20), facendo rivivere lo spettacolo del melodramma in uno dei luoghi più suggestivi e unici al mondo. Il secentesco teatro ligneo è stato infatti riconquistato all’utilizzo teatrale grazie a una convenzione siglata con il Polo Museale dell’Emilia-Romagna.
In scena ci saranno Vittoria Yeo (Giovanna), Luciano Ganci (Carlo VII), Vittorio Vitelli (Giacomo) debuttano nel titolo, insieme a Gabriele Mangione (Delil) e Luciano Leoni (Talbot), guidati da Ramon Tebar, per la prima volta al Festival Verdi, alla testa dell’orchestra I Virtuosi Italiani e del Coro del Teatro Regio preparato da Martino Faggiani. Le danzatrici Linda Vignudelli e Lara Guidetti interpretano l’anima innocente e guerriera di Giovanna.
Le scene sono di Annette Mosk, i costumi di Cornelia Doornekamp, le luci di Floriaan Ganzevoort, le proiezioni a cura di Peter Wilms e Elmer Leupen, coreografie a cura di Lara Guidetti.
Spiega Saskia Boddeke: “Sono convinta che la storia di Giovanna sia la storia di una donna lacerata da più personalità. Per questo ho pensato di triplicare la sua figura: oltre che dal soprano, ella è rappresentata da due danzatrici che agiscono sullo sfondo e nella scena finale non sarà il personaggio di Giovanna ad essere protagonista, ma l’innocenza dei bambini e l’infanzia incolpevole vittima delle guerre“.
Racconta ancora Peter Greenaway: “Quando sono entrato per la prima volta nel Teatro Farnese vent’anni fa sono rimasto davvero impressionato e ho capito subito di trovarmi dentro uno spazio straordinario adattissimo per un film. Allora non fu possibile realizzarlo, oggi la sfida di Giovanna d’Arco è l’occasione giusta per una singolare possibilità, cioè quella di far vivere questo eccitante scenario con proiezioni multimediali che hanno il compito di fondere, in un unico evento che accade qui e ora, diverse realtà dislocate nel tempo: un’opera ambientata nel 1431, scritta nel 1845, in un teatro costruito nel 1618 e colpito nel 1944 da un bombardamento che lo bruciò e ne fece a sua volta un drammatico spettacolo di fiamme“.
Composta nel 1845 su libretto di Temistocle Solera, Giovanna d’Arco si richiama alle vicende storiche della Pulzella d’Orléans e ancor più alle suggestioni del dramma “Die Jungfrau von Orleans” di Friedrich Schiller. L’opera fu rappresentata con successo alla Scala di Milano nel febbraio dello stesso anno.
Il Festival Verdi è realizzato grazie al contributo di Comune di Parma, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ReggioParma Festival, Regione Emilia-Romagna.
L’immagine esclusiva del Festival è il ritratto di Verdi realizzato a matita da Renato Guttuso negli anni ’60, donato al Teatro Regio di Parma dall’Archivio storico Bocchi e concesso da Fabio Carapezza Guttuso ©Renato Guttuso by SIAE 2016.
Redazione ArtInMovimento Magazine
[Immagine del teatro: parmabeniartistici.beniculturali.it]
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