Si è concluso martedì mattina all’alba il Darshan di Amma a Malpensa Fiere con la straordinaria affluenza di persone, si parla di circa 35.000. Darshan in sanscrito vuol dire “vedere” ed è una sorta di cerimoniale dove le persone possono incontrare e semplicemente godere della vista di queste anime particolari. Amma iniziò il tutto in
Si è concluso martedì mattina all’alba il Darshan di Amma a Malpensa Fiere con la straordinaria affluenza di persone, si parla di circa 35.000.
Darshan in sanscrito vuol dire “vedere” ed è una sorta di cerimoniale dove le persone possono incontrare e semplicemente godere della vista di queste anime particolari.
Amma iniziò il tutto in maniera spontanea, ovvero fin da bambina abbracciava le persone bisognose e sofferenti. Con questo gesto cercava di dare loro il conforto necessario per poter andare avanti. Nel 1981 fonda il Mata Amritanandamayi Math, una fondazione internazionale con attività prettamente umanitarie e spirituali in tutto il mondo.
Il suo messaggio si è diffuso e oggi, come ogni anno, fa visita in diversi posti dell’India, Stati Uniti ed Europa. Attualmente vi è una fitta rete di volontari che contribuisce ad opere umanitarie sotto il nome di Embracing the World.
Si dice che Amma abbia abbracciato più di 36 milioni di persone.
Quest’anno ho deciso di parteciparvi per avere una visione più completa di questo magnifico evento.
Fin da quando entri nel complesso fieristico ti rendi conto di avere molte ore di code davanti a te, ma allo stesso tempo non vedi “musi lunghi” come alla cassa del supermercato. L’aria è allegra e dei volontari passano con dei vassoi pieni di dolci e salati indiani a un prezzo molto modico.
Una volta ritirato il biglietto, entri nel salone principale dove subito vengo colpito dall’esplosione di colori, odori e sapori di ogni genere.
Fervono ancora i preparativi, ma l’atmosfera è canterina e frizzante.
In ogni spazio del salone trovi delizie indiane, oggettistica o bambini e ragazzi che giocano.
Dopo l’arrivo di Amma sul palco, si procede con una sua lectio divina in lingua madre, poi tradotta in italiano da un’interprete. Già in questo discorso si inizia a percepire con quale estrema facilità tratta argomenti spinosi e profondi della vita umana. Le sue parole, in risonanza con ognuno di noi, fanno percepire ad ogni persona qualcosa di prezioso per il suo momento di vita.
Cita molti esempi e ricorre all’uso di metafore per rendere tutto più chiaro e affrontando concetti aulici e complessi con leggerezza per arrivare a ciascuno dei presenti.
Si procede con una meditazione guidata di gruppo e la recitazione di alcuni mantra.
A questo punto arriva il momento del tanto atteso “abbraccio”. Ognuno non sa quando sarà il suo turno, ma anche in questo caso non ho visto visi tristi o impazienti davanti a me. Mentre le persone scorrono davanti ad Amma, nella sala risuona una bella musica live, alcune persone leggono, altre meditano, altre ancora si rendono utili per l’organizzazione. Si proprio così. Durante tutta la giornata ho visto una rete di volontari con un’organizzazione da fare invidia alle più grosse aziende. Chiunque lo desiderasse, poteva offrire il suo contributo per qualsiasi tipo di mansione. Alcune persone passavano con un cartello che conteneva la richiesta e chi se la sentiva rispondeva “presente”.
Arriva il momento del mio abbraccio e subito vengo colpito dal sorriso luminoso di Amma che mi accoglie. Nelle ore di attesa mi ero posto più volte l’interrogativo di come potesse reggere ritmi di 12-15 ore consecutive senza neanche assentarsi per andare in bagno. Il suo sorriso era ancora lì, tutto per me: mi sentivo a “casa”.
L’abbraccio è intenso, caritatevole e colmo di tutto l’amore che solo una persona esente da giudizi sa darti. In quei pochi secondi ho avuto la percezione di tante cose della mia vita, colori, odori. Durante tutto l’abbraccio sentivo che lei mi comunicava qualcosa nell’orecchio nella sua lingua madre. Ovviamente non so cosa mi abbia detto, ma in cuor mio annuivo. Al termine dell’abbraccio mi è scappato un namasté, al quale lei ha risposto con un sorriso e un tocco sulla fronte. Mi sono alzato un po’ frastornato con in regalo una caramella avvolta da un petalo di rosa.
Mi son sempre chiesto cosa volesse dire “quell’abbraccio”. In realtà ho capito che la mia mente voleva saperlo. Il mio cuore era pieno di tutta quella giornata di festa, di quell’incontro intenso e delle risposte che portavo nel cuore. Non si può spiegare cosa dia l’abbraccio, perché ad ogni persona comunica una cosa diversa.
Nel mio caso la pazienza e la compassione sono i regali che mi porto a casa nella nottata piovosa. Il mattino dopo la sveglia suona, ma la mia persona ha assaporato una consapevolezza diversa e utile per il proseguo della mia vita.
Grazie, Amma!
Adriano Cirillo
[Fonti delle immagini: oprah.com, 2.bp.blogspot.com, diecizeronove.blogspot.it, photos1.meetupstatic.com, lastyeartolive.files.wordpress.com, amma.org, amritapuri.org]
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