Può apparire strano dovere dare forma e regole a gesti spontanei come la solidarietà, la volontà di donare, il desiderio incondizionato di partecipare alla vita degli altri. Eppure è così, anche nei paesi cosiddetti all’avanguardia, dove i diritti civili, sembra siano assodati, provare a donare qualcosa di diverso dal denaro, quindi di estremamente prezioso, come
Può apparire strano dovere dare forma e regole a gesti spontanei come la solidarietà, la volontà di donare, il desiderio incondizionato di partecipare alla vita degli altri. Eppure è così, anche nei paesi cosiddetti all’avanguardia, dove i diritti civili, sembra siano assodati, provare a donare qualcosa di diverso dal denaro, quindi di estremamente prezioso, come tempo, riposo, affetto e partecipazione, non è possibile.
Un segnale di amorevole responsabilità arriva in questi giorni dalla Francia. Si tratta della legge Mathys, che consentirà di regalare i propri giorni di ferie a un collega che abbia un figlio malato o vittima di un grave incidente.
Il nuovo progetto di legge, ora al vaglio del Senato francese, prende il nome dalla vicenda di Mathys Germain, bimbo di 11 anni, affetto da una grave forma di tumore al fegato, il cui padre ha potuto godere della straordinaria solidarietà dei colleghi, che hanno rinunciato a giornate di riposo dal lavoro, per consentirgli di stare accanto al suo bambino.
Il grande esempio dei lavoratori della Badoi di Saint-Galmier, cittadini della Loira, si è purtroppo scontrato con molti, troppi, intoppi burocratici: lo slancio di solidarietà, già tentato anche in altre aziende, non era regolamentato, quindi non possibile. Un dramma per quelle famiglie cui la malattia sconvolge il quotidiano, il codice del lavoro oltralpe prevede, infatti, tre giorni all’anno per la malattia del figlio e un congedo parentale di 14 mesi su due anni, non remunerati.
Comincia qui il cimento di Christophe Germaine, padre di Mathys, che, dopo aver perso il figlio per l’orribile malattia, si impegna per rendere legale una semplice e spontanea pratica di solidarietà, affinché più a nessuno, come accadde a lui, venga intimato di tornare al lavoro, pena la perdita del posto. Il caso ha ispirato il deputato Paul Salern e la senatrice Catherine Deroche, esponenti della destra Ump e, fino a ora, ha ricevuto qualche voto contrario e diversi dubbi, ma l’iter gode di un considerevole appoggio sociale, che nasce da un crescente bisogno di solidarietà e aiuto reciproco, sempre più vivido nei Francesi, quindi il testo di legge potrebbe essere licenziato in via definitiva entro l’estate.
Un grande esempio, che fa riflettere sulla necessità di regolamentare la volontà di essere generosi, amorevoli e responsabili e ci informa del fatto che è dai cittadini che arrivano gli esempi migliori, affinché i governi lavorino a più stretto contatto con le esigenze del quotidiano fatto di necessità reali.
Al di là della vicenda che vede i legulei al lavoro, conforta questa volontà di partecipare alla vita di chi si ha accanto: di fronte a tanti esempi di indifferenza, la ricerca di soluzioni virtuose, che nascono dal mettere a disposizione se stessi o ciò di cui si dispone, rende davvero l’uno il presidio dell’altro. La speranza è che questo risultato francese contagi presto anche il nostro paese i cui regolamenti i materia sono vetusti e al limite dell’umana sopportazione.
Elena Miglietti
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