Si è aperta a Bologna lo scorso 31 gennaio la mostra Studenti grandi firme: l’editoria studentesca come laboratorio degli intellettuali italiani. 1860-1977. Organizzato dall’Archivio storico dell’Università di Bologna – DiSCi – a cura di Andrea Daltri, Paola Dessì, Daniela Negrini, Pier Paolo Zannoni – questo viaggio nel tempo tra le riviste studentesche di un secolo
Si è aperta a Bologna lo scorso 31 gennaio la mostra Studenti grandi firme: l’editoria studentesca come laboratorio degli intellettuali italiani. 1860-1977. Organizzato dall’Archivio storico dell’Università di Bologna – DiSCi – a cura di Andrea Daltri, Paola Dessì, Daniela Negrini, Pier Paolo Zannoni – questo viaggio nel tempo tra le riviste studentesche di un secolo e più sarà ospite della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio (Piazza Galvani, 1) fino al prossimo 1 marzo. Un’occasione da non perdere.
Le riviste studentesche sono sempre state, e sono tuttora, straordinari laboratori di scrittura, disegno e non solo. Spesso vi hannno fatto i primi passi giovani uomini e donne poi diventati grandi firme dell’Otto e Novecento. Pittori, scrittori, architetti, ingegneri, artisti, disegnatori che col proprio estro animarono le riviste pubblicate fianco a fianco ai compagni universitari. La produzione editoriale studentesca coinvolse tutte le generazioni di universitari in Italia così come all’estero.
La mostra, allora, vuole mettere a fuoco il fenomeno riferendosi in particolare al fortunato scenario italiano, con l’intento di raccontarlo nel suo divenire storico, documentando l’editoria studentesca dalla fine dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento. Attraverso la ricca collezione di riviste conservate nell’Archivio storico del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, vengono esposti lavori del primo Ratalanga, nome d’arte di Gabriele Galantara che con l’amico Guido Podrecca animò le pagine del Bononia ridet a partire dal 1888. A seguire i disegni datati primi anni Venti di Erberto Carboni, autore del monoscopio della Rai, e i lavori di Renzo Bianchi, studente di architettura divenuto poi il grafico della propaganda mussoliniana.
Il Futurismo è rappresentato da numerosi disegni e copertine a firma Egidio Lenci o Franco Grignani, in seguito autore del marchio internazionale della Pura lana vergine. E, ciliegina sulla torta, si potranno leggere gli articoli di un giovane Pier Paolo Pasolini che con Enzo Biagi, Ezio Raimondi, Roberto Roversi anima le pagine di Architrave: mensile di politica, cultura ed arte nei primi anni Quaranta. Come se non bastasse, inoltre, la mostra è l’occasione per esporre al pubblico materiale raro come le riviste della controcultura degli anni Settanta, dove tra le firme dei giovani di quella generazione sarà possibile ammirare un Andrea Pazienza ancora in erba.
Con agevoli orari d’apertura (lunedì-sabato h: 9-19; domenica h: 10-14), una mostra emozionante e sapientemente organizzata dagli esperti Unibo. L’ennesima dimostrazione che all’Alma Mater non si smette mai di (ri)cercare e, soprattutto, di scoprire.
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: magazine.unibo.it]
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