Venerdì scorso, il 26 aprile, si è chiusa la programmazione de Le villi con le cui sei recite, il Teatro Regio di Torino prosegue il suo omaggio a Giacomo Puccini, nell’anno del centenario, opera riproposta dopo il debutto proprio nel teatro torinese nel 1884. Uno spettacolo impattante da un punto di vista visivo: curate nel
Venerdì scorso, il 26 aprile, si è chiusa la programmazione de Le villi con le cui sei recite, il Teatro Regio di Torino prosegue il suo omaggio a Giacomo Puccini, nell’anno del centenario, opera riproposta dopo il debutto proprio nel teatro torinese nel 1884.
Uno spettacolo impattante da un punto di vista visivo: curate nel dettaglio le variopinte scenografie di Guillermo Nova, sontuosi e magnifici i costumi di Luca Dell’Alpi, brillante la coreografia di Michele Cosentino e perfette le luci di Bruno Ciulli. Tutte le animazioni video davano un tocco cinematografico all’allestimento, generando profondità nella narrazione, immersione del pubblico nella storia, intensità scenica. Prendevano vita arricchendo la scena, si animavano catturando lo sguardo dei presenti.
In questo mood sì forte Pier Francesco Maestrini ha saputo impostare una regia attenta, curata, gestendo la presenza, a volte ingombrante, della masse, in particolare nel primo atto. Ha lavorato per permettere ai solisti di trovare il proprio modo di rendere in modo convincente il personaggio da interpretare. Il tutto assolutamente palpabile, in particolare, nei quadri individuali di Roberto e Guglielmo. E infine la voce narrante del secondo atto è risultata un cameo che ha orientato la visione, garantendo una totale immersione.
Dal punto di vista musicale, la conduzione di Riccardo Frizza, è stata assolutamente all’altezza delle aspettative. Da specialista del repertorio, ha saputo valorizzare le pagine pucciniane, mantenendo attivo e proficuo il rapporto tra la buca e i solisti. Nel secondo atto, ha saputo condurre le validissime maestranze del Teatro Regio a climax intensi e pieni di colore.
Dei tre protagonisti, siamo rimasti piacevolmente colpiti da Simone Piazzola che ha magistralmente vestito i panni di Guglielmo Wulf . Voce profonda, rotonda, capace di muoversi con agilità tanto nel registro grave quanto in quello più acuto. Ha saputo scenicamente e vocalmente rendere le preoccupazioni del padre, il suo istinto vendicativo e il suo pentimento davanti al Dio a cui è devoto.
Roberta Mantegna, nel ruolo di Anna, si è distinta per una valida tecnica e per un bel colore di voce. Ha carburato nel secondo atto quando, rappresentando la vendetta, è riuscita a pennellare con maggiore intensità la propria partitura.
Azer Zada ha reso, nel complesso, in modo soddisfacente il ruolo di Roberto. Dal I atto in cui risulta incerto anche scenicamente, notiamo un crescendo di consapevolezza nel secondo dove ha dato prova di un timbro interessante, di una sicura tecnica e di una interessante estensione.
Il Coro del Regio, quest’ultimo istruito da Ulisse Trabacchin, si è mosso con compattezza e attenzione Tale opera pucciniana, in particolare, nel I atto richiede grande partecipazione del coro che occupa, in termini di tempo, una parte notevole: la compagine torinese si è fatta ben apprezzare.
Sicuramente si è usciti soddisfatti e gli applausi non sono certo mancati, anche se del Puccini che adoriamo, ne Le villi, si ritraccia solo qualche aspetto embrionale.
Annunziato Gentiluomo
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