Il Festival della canzone italiana è un fenomeno di costume e, ripercorrendone le tappe, è possibile avere una visione dettagliata della storia italiana dagli anni ’50 a oggi. Attraverso le canzoni ma anche attraverso gli abiti, si possono scorgere i cambiamenti dell’Italia e degli italiani dal 1951 – anno di nascita del Festival di Sanremo –
Il Festival della canzone italiana è un fenomeno di costume e, ripercorrendone le tappe, è possibile avere una visione dettagliata della storia italiana dagli anni ’50 a oggi. Attraverso le canzoni ma anche attraverso gli abiti, si possono scorgere i cambiamenti dell’Italia e degli italiani dal 1951 – anno di nascita del Festival di Sanremo – a oggi.
Da questa sera fino alla finale di sabato 14, godremo di 20 big in competizione, le esibizioni dei giovani finalmente anticipate a inizio serata, grandi ospiti internazionali come gli Spandau Ballet, Ed Sheeran e i Saint Motel. Non mancheranno i comici come Giorgio Panariello e Luca e Paolo, gli sportivi, tra i quali Vincenzo Nibali e Antonio Conte e, tra gli attori internazionali, due stelle del calibro di Will Smith e Charlize Theron. Il tutto capitanato da Carlo Conti, Arisa, Emma e Rocío Muñoz Morales.
Poiché è l’abito femminile a incarnare maggiormente l’iconicità del periodo storico in cui è in auge, con le forme, i colori, i tessuti e i tagli a cui corrispondono particolari concetti sociali, per celebrare il Festival e la sua storia, indissolubilmente legata all’evoluzione del costume italiano, ne ripercorreremo i decenni scegliendo le immagini rappresentative delle protagoniste del Festival di Sanremo.
Anni ’50
Gli anni ’50 sono cruciali per la storia del Festival e per il costume italiano: per le prime quattro edizioni il Festival viene trasmesso dalla radio, e le cantanti osano qualche scollatura. Dal 1955, anno in cui il Festival viene trasmesso per la prima volta in Tv, la direzione della Rai impone un modello austero e repressivo rispetto all’espressione femminile: le cantanti devono dire addio alle scollature vistose. Le signore sono obbligate a indossare abiti decenti in quanto “teletrasmesse” per compiacere una politica piuttosto bacchettona [Lomartire, 2012].
Gli abiti delle cantanti, imprestati per l’occasione, sono affidati dagli organizzatori ad atelier molto importanti, come quello delle sorelle Fontana nel 1958. Le regine degli anni ’50 sono Nilla Pizzi, vittoriosa nelle prime due edizioni, e Maria Teresa Ruta, conduttrice delle prime due edizioni televisive del Festival.
Anni ’60
Con gli anni ’60 arrivano, insieme al boom economico, nuove mode: il rock and roll, i juke-box, i flipper e gli urlatori. Sanremo comincia a diventare mondana, adattandosi alla ribalta del Festival. Dal 1960 i vestiti non vengono più offerti in prestito dagli organizzatori ma ogni artista si affida a sarti di fiducia per farsi confezionare l’abito per la serata più adatto al proprio stile. Le cantanti spendono molto per avere il look più ricercato e alla moda. Tra quelle che spendono di più spuntano i nomi di Jula De Palma e Nilla Pizzi (un milione di lire circa) ma iconica rimane Mina che, partecipando nel ’60 e nel ’61, colpisce più per lo stile che per le canzoni, probabilmente troppo avanti per i gusti musicali dell’epoca.
Anni ’70
Gli anni ’70 sono sinonimo di anni di piombo, austerity, contestazione giovanile e terrorismo. La Rai non sembra voler dedicare molto spazio al Festival, mancano i mezzi e la voglia di fare festa, tanto che viene trasmessa per gran parte del decennio solo la serata finale.
I partecipanti sono quasi tutti illustri sconosciuti e i grandi artisti si tengono alla larga da Sanremo. Nonostante la crisi alcuni personaggi di rottura si affermano nel panorama musicale anche grazie al festival: Rettore, seppur mesta con un look vagamente country ben lontano dallo stile più estroso degli anni ’80 e Anna Oxa, capace di portare sul palco dell’Ariston uno stile punk e androgino creato per lei da Ivan Cattaneo.
Anni ’80
Durante gli anni ’80 si vive la vera svolta del Festival: da evento canoro diventa evento televisivo. La conduzione, le scenografie, il contorno sembrano rubare la scena ai cantanti e soprattutto alle canzoni. Nonostante tutto, la maggior parte degli interpreti italiani ancora oggi di successo sono nati a Sanremo negli anni ’80: uno fra tutti, Vasco Rossi. Ma la regina incontrastata, icona dei festival anni ’80, è senza dubbio Loredana Bertè: all’apice del successo, la cantante calabrese si presenta al suo primo Festival con una canzone firmata da Mango e, in gran segreto, con un tubino di pelle corredato da pancione finto. Edonista come il decennio che rappresenta, la Bertè afferma la sua potenza mediatica come donna e un’internazionalità come performer, rara per una cantante italiana.
Anni ’90
Gli anni ’90 vedono un grande cambio generazionale tra i cantanti italiani: al Festival nascono artisticamente, tra gli altri, Andrea Bocelli, Nek, Alex Baroni e soprattutto Giorgia e Laura Pausini. Dopo anni, lo stile delle cantanti si libera degli orpelli e degli eccessi dei decenni precedenti per farsi più semplice, più lineare. Le due nuove icone della musica italiana puntano una sulla tecnica e l’altra sul cuore. Gli anni ’90 sono il decennio della mescolanza, con un’identità liquida. Il mondo dello spettacolo dà vita a tendenze molto diverse tra loro che fanno della moda un vero e proprio frullatore di stili.
Anni ’00
Gli anni ’00 sembrano allontanarsi dalla sobrietà lasciata in eredità dagli anni ’90. Dalle presentatrici, Raffaella Carrà (nel 2001 Gai Mattiolo le prepara 14 abiti di scena e 50 per il dopo Festival per la cifra di 150 milioni di lire), Simona Ventura (2004) e Antonella Clerici (2010) che hanno osato con abiti sfarzosi e principeschi, alle cantanti, più curate e ricercate nel look. Da Dolcenera, con uno stile dark-rock, ad Arisa, che debutta al Festival con uno stile retrò e volutamente ricercato e artefatto. I primi anni del terzo millennio si confermano ancora come una mescolanza di stili, di cura dell’immagine ma con grandissima libertà di espressione.
Mirko Ghiani
[movieplayer.com, wikipedia.org, donnamoderna.com, today.it, sorrisi.com]
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