Alle 00.20 di stamane, 6 ottobre 2019, è calato il sipario per l’unica recita di Così fan tutte ossia la scuola degli amanti di Wolfgang Amadeus Mozart, proposta dal Comune di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Associazione Traiectoriae, all’interno del programma della stagione 2019-2020 del “Rhegium Opera Musica Festival”, sezione “Alziamo il sipario”. Entusiastica la
Alle 00.20 di stamane, 6 ottobre 2019, è calato il sipario per l’unica recita di Così fan tutte ossia la scuola degli amanti di Wolfgang Amadeus Mozart, proposta dal Comune di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Associazione Traiectoriae, all’interno del programma della stagione 2019-2020 del “Rhegium Opera Musica Festival”, sezione “Alziamo il sipario”.
Entusiastica la risposta del pubblico che ha espresso con copiosi applausi il gradimento per quanto ha assistito. Grandi artisti di fama internazionale hanno messo a disposizione di tutti, con generosità, la propria arte e la propria professionalità. Tra questi un’importante percentuale era formata da reggini, come i fratelli
Tirotta, affiancati dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Cilea che tra i propri membri vantano tantissimi calabresi. Aspetto significativo questo che contraddistingue la mission dell’Associazione Traiectoriae che, oltre a concludere la rinomata Trilogia di Mozart, vuole dare visibilità alle eccellenze del territorio calabrese.
Le scene semplici e funzionali sono frutto di una scelta registica chiara. Franco Marzocchi ha voluto concentrarsi sulle interazioni fra i protagonisti, rendendo le stesse interazioni protagonisti del gioco amoroso che andava sviluppandosi, gioco orchestrato magistralmente da Don Alfonso. Ha voluto dare risalto al maestro accompagnatore, Andrea Calabrese, che è divenuto leitmotiv della messinscena, accompagnando i recitativi e interagendo con gli altri
personaggi. Nella barcaccia è stato collocato il coro, occhio che osserva il susseguirsi degli inganni e l’evolversi della scommessa che porterà poi all’invito finale di Mozart di prendere tutto dal verso giusto e con leggerezza.
La direzione del Maestro Alessandro Tirotta è stata attenta, ponderata, capace di accarezzare con una certa leggiadria le meravigliose pagine composte da Mozart. I musicisti hanno risposto con precisione alle sue istruzioni come anche il Coro, nonostante il suo ruolo marginale.
Il cast è stato tutto all’altezza con dei normalissimi distinguo però. Brillano le sorelle Tirotta – Aurora e Chiara – che hanno sfoggiato, accanto a delle vocalità impressionanti, una tecnica raffinata, una tenuta di fiati notevole e dei filati di ampio respiro. La loro naturalezza e le loro agilità vocali hanno conquistato i presenti. Parevano interpretare se stesse con disinvoltura e con ottimo fraseggio. Le voci erano perfettamente amalgamate in un intreccio che valorizzava entrambe. Era percepibile la gioia di trovarsi nel teatro di casa, davanti ai propri cari, a indossare i panni di Fiordiligi e Dorabella.
Molto convincente l’interpretazione di Paolo Ingrasciotta che ha reso con cura tutte le sfumature di Guglielmo, con una vocalità rotonda, ben proiettata e ricca di armonici, e con una notevole presenza scenica.
Nile Senatore, dotato di una voce luminosa, è stato un buon Ferrando, esprimendosi con maggiore verve nel secondo atto. E’ parso il più altalenante: probabilmente lo ha condizionato il debutto del ruolo. Importante e ben costruito il filosofo cinico Don Alfonso, interpretato magistralmente da Antonio De
Gobbi, la cui età differente rispetto al resto del cast è stato un valore aggiunto per rendere ancora meglio il deus ex machina dell’opera. Voce solida e importante la sua, mista a una ferrea tecnica per un artista dalla imponente capacità interpretativa. Riempie la scena naturalmente da grande artista qual è. Anche Paola Leoci si è mossa in modo assolutamente convincente rendendo Despina in modo chiaro e curando moltissimo e anche in modo originale, tanto vocalmente quanto scenicamente, i personaggi di cui si è trasvestita, ovvero il medico e il notaio.
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Sono soddisfatto della riuscita dello spettacolo con cui si è conclusa, per la prima volta in Calabria, la trilogia di Mozart e da Ponte. Dopo «Nozze di Figaro» nel 2017 e «Don Giovanni» nel 2018, abbiamo messo in scena una delle opere indubbiamente più controverse del genio austriaco. Ringrazio tutto il cast e chi ha partecipato alla realizzazione di questo importante progetto che vuole, valorizzando le eccellenze locali, rilanciare l’opera nella nostra amata terra, assetata di cultura e bellezza”, afferma il direttore artistico Domenico Gatto.
Un bello spettacolo, fresco e curato nei dettagli, di cui tutta l’organizzazione deve andare fiera e orgogliosa.
Annunziato Gentiluomo
(Foto di Antonio Sollazzo)
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