Oggi, vi presentiamo un artista di Genova che abbiamo conosciuto tramite amici comuni, un artista molto attento alla ricerca sui mondi sottili e allineato al nostro sentire. Corrado Leoni, pittore genovese appunto, è il fondatore del LeoniArt Project, mostra internazionale di arte visionaria. Dopo un ventennale esperienza come fotoreporter, con al suo attivo numerosi reportage
Oggi, vi presentiamo un artista di Genova che abbiamo conosciuto tramite amici comuni, un artista molto attento alla ricerca sui mondi sottili e allineato al nostro sentire.
Corrado Leoni, pittore genovese appunto, è il fondatore del LeoniArt Project, mostra internazionale di arte visionaria.
Dopo un ventennale esperienza come fotoreporter, con al suo attivo numerosi reportage realizzati in ogni angolo del mondo per diversi periodici nazionali, torna ad esprimersi con le sue opere ad olio su tela, spesso utilizzando rottami, rami ed altri oggetti inanimati che hanno subito la trasformazione del tempo e della natura. Negli ultimi anni le sue opere sono state esposte in Messico, Brasile, Portogallo, India, Grecia, Serbia, prendendo spesso parte ad eventi più insoliti, come A Book About Death all’Islip Museum di New York, in cui sono state distribuite ai visitatori le sue cartoline speciali in edizione limitata.
Sue sono le realizzazioni dell’intero soffitto del teatro Giove sulla nave Costa Serena (riproduzione di circa 200 mq del suo dipinto “Il cielo di Giove”) e del perimetro della biblioteca sulla nave Carnival Splendor, con l’opera “Scene da Alessandria d’Egitto”.
Recentemente esegue performances di live painting, in una sorta di visione reale, uno spettacolo supportato da figuranti e musicisti, creando un momento interattivo di immersione spirituale.
Abbiamo voluto approfondire con lui il suo percorso e la sua concezione dell’arte originale. Vediamo cosa ci racconta.
Come è iniziato il tuo percorso artistico?
Potrei dire che dipingo da sempre. In realtà tutto iniziò nel lontano 1973, quando vinsi il premio mondiale di disegno “Salvate Venezia”, organizzato dalla Canon-Prora, un prestigioso evento, giunto in maniera dirompente nella mia anima acerba di bambino. La giuria era composta da personaggi del calibro di Enzo Biagi, Indro Montanelli, il pittore Domenico Purificato, il poeta Diego Valeri, lo scrittore Mario Soldati, mentre nel Comitato d’Onore erano presenti l’Arch. Pierluigi Nervi, il Presidente del Consiglio Rumor e quattro dei suoi ministri.
Nella tua formazione artistica, c’è qualcuno a cui sei riconoscente per qualche motivo?
Direi di no, se escludiamo ciò che è nascosto tra le spire del mio DNA, tra i miei antenati, legato più che altro al mio impegno sociale dentro la mia arte. Si tratta di mio nonno Dino, membro del partito socialista e del Cominato di Liberazione Nazionale, amico del grande Sandro Pertini. Ricorderò sempre il giorno in cui lo incontrammo sul treno, in seconda classe, e lui, rivolgendosi a me disse: “sii degno di tuo nonno”. Quelle parole le conservo dentro di me da 50 anni, mi accompagnano e mi commuovono ogni volta che la mia arte incontra il tema sociale.
Il tuo è un impegno politico, aggregativo e sociale. Puoi chiarirlo citando delle esperienze e delle collaborazioni?
Sicuramente sociale, non politico. Ci sono certi valori universali che vanno al di là di ogni schieramento e sempre mi batterò in difesa degli ultimi, contro le ingiustizie e le infami azioni che stanno devastando il mondo. Ho creato un evento contro la violenza sulle donne, sul global warming, contro la tirannia e il genocidio, ma quello che costituisce maggiormente la mia forza aggregativa è la creazione del LeoniArt Project, community internazionale di arte visionaria, che ho fondato nel 2017 e che vede oggi 75 artisti da tutto il mondo, con i quali realizziamo mostre in diversi paesi, senza alcun costo per gli artisti, ma con il solo scopo di diffondere la nostra arte e le nostre emozioni in uno scenario mondiale. Oltre a questo, dopo la mia esperienza ventennale di fotografo di reportage per diverse riviste, collaboro da alcuni anni come videoreporter per una TV indipendente nazionale.
Per Billy Elliot Danzare era elettricità, me, mentre per te dipingere e realizzare video cos’è?
Per me è diffondere non solo la mia arte e le mie emozioni, ma far conoscere al mondo, attraverso la mia diretta esperienza e le mie visioni che qualcosa oltre la vita esiste e, soprattutto, che la Verità non è quella che ci viene quotidianamente presentata dai Mass Media mondiali.
Si sono date tante definizioni di arte forse una per ogni artista esistente. La tua qual è?
L’ arte per me è la forma espressiva più pura e completa che l’essere umano possa sprigionare. Può spingersi al di là dei cinque sensi e nello stesso tempo può far conoscere un lato più nascosto, la chiave di lettura che ognuno di noi possiede in forma diversa. Fino a quando la censura non riuscirà a spegnere la luce dell’arte, essa potrà esplodere con tutta la sua energia per mostrare al mondo le verità che troppo spesso ci vengono portate via.
A quale tipo di arte ti senti vicino?
Quella che più si avvicina al mio modo di dipingere è l’Arte Visionaria, ma molto più simile a quella tradizionale di William Blake e Johann Heinrich Füssli, rispetto alla moderna Arte Psichedelica o Visionary Art. I miei dipinti giungono direttamente da ciò che vedo nei miei sogni, quando ho la sensazione di viaggiare in altri universi. Proprio per evitare equivoci, nel mio sito leoniartproject.org ho voluto dedicare una pagina di descrizione sul vero senso della mia arte.
Andiamo al tuo mondo… si intravede una certa ricerca spirituale… Ce ne puoi parlare facendo riferimento a qualche opera?
Certamente, la spiritualità fa parte del mio mondo. Ho trascorso la mia vita viaggiando, conoscendo culture, popoli, leggendo libri moderni e soprattutto vecchi testi europei ed orientali. Ho dedicato due mesi della mia vita alla lettura, parola per parola, della Bibbia, per cercare di apprenderne i contenuti più nascosti. Spesso gli stessi concetti li ho ritrovati in opere orientali come i “Rig Veda” o il “Mahabharata”.
Alcune mie opere sono proprio il risultato di questa ricerca, come “Kaurava”, che descrive la nascita leggendaria dei cento figli della regina Gāndhārī mentre in un altro, “Elohim”, ho dato la mia interpretazione del Salvator Mundi, attribuito a Leonardo da Vinci. Ho dipinto un’altra figura (un altro Elohim) dietro il Cristo e oltre alla singola sfera tenuta nella mano sinistra, quale potere divino sul mondo, ho voluto rappresentare altri mondi paralleli.
Noi siamo molto interessati al rapporto tra le arti visive e la vita oltre la vita. È un tema che hai trattato in diverse opere, una delle quali è stata il poster del IV Life Beyond Life Film Festival. Puoi approfondire questo tuo lato artistico?
La vita oltre la vita è per me un argomento fondamentale che mi ha sempre accompagnato da quando, alla nascita, ho rischiato di lasciare immediatamente questo mondo per la malattia emolitica. Sono un sensitivo, ed oltre a vivere costantemente sogni premonitori, spesso ricchi di aspetti chiaroveggenti, dalla scomparsa di mio padre, nel 2017, sono rimasto in contatto con lui. Ciò avviene attraverso segnali inequivocabili materiali, come lo spostamento di oggetti, messaggi sul cellulare e chiamate telefoniche. Per questo ho voluto pubblicare un libro, per poter divulgare la mia esperienza di interconnessione con l’altro universo. Allo stesso modo, le mie opere pittoriche raccolgono spunti che spesso provengono dalle mie visioni oniriche.
Il dipinto scelto come poster del IV Life Beyond Life Festival contiene molti dei segnali giuntimi dall’altra dimensione, in modo più o meno occulto, i quali viaggiano attraverso un tunnel celeste che può avere una doppia direzione: nelle visioni costituisce il mezzo per ricevere messaggi soprannaturali, un giorno sarà la via che ci condurrà all’universo che ci attende.
Annunziato Gentiluomo
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