Oggi, domenica 1 ottobre, sono tornato al Tempio di Anima Universale a Leinì e ho assistito a un battesimo di nove adulti che hanno scelto in consapevolezza il percorso proposto da Swami Roberto. È stato un momento altamente significativo introdotto dal versetto della Vangelo di Giovanni che rappresenta le parole del Cristo: Io sono la
Oggi, domenica 1 ottobre, sono tornato al Tempio di Anima Universale a Leinì e ho assistito a un battesimo di nove adulti che hanno scelto in consapevolezza il percorso proposto da Swami Roberto. È stato un momento altamente significativo introdotto dal versetto della Vangelo di Giovanni che rappresenta le parole del Cristo: Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato (Giovanni 10,9). Il rito del battesimo permette l’accesso a quella porta, consente il primo contatto col fuoco dello Spirito Santo che cancella il karma di discendenza e quello sociale. Diventa un momento di purificazione straordinaria oltre a stabilire l’ingresso nella Chiesa: l’assemblea partecipa, proprio come fosse una famiglia, al processo ripetendo il nome del battezzando, per potenziare il momento e per accoglierlo con un caloroso abbraccio virtuale. Inoltre chi è presente si ritrova a rinnovare il proprio impegno e a godere della purificazione. Quest’ultima è la parola fulcro di oggi, accanto a protezione. Difatti, in primis, Swami ha invitato tutti a una preghiera silenziosa alla Santa Madre, poi ha regalato un lungo Darshan e, infine, ha trasmesso un mantra con un mudra atto a difenderci dai veleni esteriori, quali l’inquinamento, l’attaccamento, i falsi bisogni, la cattiveria, l’invidia, l’illusione e la manipolazione, e in particolare da quelli interiori, come la paura di non farcela, di non essere all’altezza, leve perverse con cui ci auto-boicottiamo e che ci impediscono di vivere pienamente la vittoria che è bellezza divina, che è manifestazione, che è realizzazione.
Vorrei focalizzarmi in questo articolo sul Darshan di Swami e sul suo utilizzo contemporaneo di mantra, invocazioni, preghiere e mudra.
Rispetto a quest’ultimo punto, ritengo di poter dire che, Swami, il mudra – la gestualità – va a rinforzare e marcare il contenuto verbale, crea maggiore partecipazione e coadiuva l’interiorizzazione dei concetti: vivifica il messaggio, in una sorta di incarnazione spirituale.
Per quanto concerne il primo punto, posso dire che quest’oggi Swami si è mosso forse più delle altre volte (mi sembra strano affermarlo data la cura che ha sempre nei confronti di tutti che ama di un amore superlativo) con estrema attenzione fra la platea, formata da individui differenti per età, genere e livello di coscienza. Nonostante siano più donne, ci sono molti uomini e anche i giovani non mancano. Provengono per lo più dalla provincia di Torino anche se cospicua è la presenza di fedeli di diverse parti del Nord Italia e dalla Francia. Durante il Darshan ho avvertito una potente energia di purificazione e di risveglio. Un gioco di forze enorme generato e canalizzato dal Maestro che raccoglieva le energie dei presenti innalzandone la vibrazione di diverse ottave. I Ramia dall’altare nutrivano il processo e tutta la struttura del tempio amplificava il campo energetico collettivo di cui tutti si stava partecipando. La geometria sacra, su cui si basa il tempio a base circolare con la cupola in alto, favorisce l’espansione verticale.
E, infine, dalla statua della Vergine col bimbo in braccio e con uno scettro nell’altra mano, partivano altre armoniche potenti che acceleravano la trasformazione in atto, l’apertura del cuore, sede dell’amore e del perdono, e della corona, centra della saggezza e consapevolezza.
Chiudendo gli occhi mi sembrava di essere su un’altra dimensione e Swami e i Ramia erano Esseri iridescenti, fari di Luce Divina di guarigione. Una fedele di Anima Universale, Gio-Gio, al bar prima del Darshan, mi aveva detto che un giorno Swami disse loro che li aveva scelti. Forse è proprio così. Pare che desideri contribuire all’evoluzione dei presenti e renderli punti di luce da disseminare. Più volte, difatti, ha esortati i presenti a collaborare con Dio, a offrire il nostro contributo con coraggio per questo piano di esistenza oggi in balia di correnti perverse. Essere nel mondo, ma non del mondo! Sono grato di essere stato lì e di aver potuto godere di tanta grazia. Oggi di questo nettare divino c’è un estremo bisogno.
Annunziato Gentiluomo
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