Oggi chiacchieriamo con Juan José Micheletti, un tenore dell’Honduras, precisamente di Tegucigalpa, da poco tornato nella sua terra natia dopo aver studiato ed essersi perfezionato in Italia. Nato in Honduras da genitori italiani. Inizia i suoi studi musicali all’età di 7 anni privatamente per poi entrare nella Scuola Nazionale di Musica di Tegucigalpa, in Honduras,
Oggi chiacchieriamo con Juan José Micheletti, un tenore dell’Honduras, precisamente di Tegucigalpa, da poco tornato nella sua terra natia dopo aver studiato ed essersi perfezionato in Italia.
Nato in Honduras da genitori italiani. Inizia i suoi studi musicali all’età di 7 anni privatamente per poi entrare nella Scuola Nazionale di Musica di Tegucigalpa, in Honduras, dove inizia lo studio della viola e poi del violoncello diplomandosi nel 2000 come uno dei migliori allievi della sua classe. Partecipa a varie stagioni concertistiche con l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Honduras come violoncellista.
Nel 2003 entra come allievo di canto nel Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano iniziando i suoi studi vocali come baritono. Partecipando nell’attività concertistica del Conservatorio ha avuto la possibilità di cantare in cooperazioni del Conservatorio di Milano col Teatro alla Scala, cantando le parti solistiche dei Vesperae solemnes de confessore K 339 di W.A. Mozart con la direzione del Maestro Bruno Casoni. Si diploma nel 2008 col massimo dei voti (10/10).
Canta come solista con l’Orchestra Filarmonica Nazionale di Honduras la Nona Sinfonia di Beethoven e in vari concerti operistici. Partecipa a varie stagioni operistiche del Teatro Nazionale Manuel Bonilla di Tegucigalpa, cantando nelle produzioni de La Traviata di G. Verdi e La Bohème di G. Puccini.
Rendendosi conto dello sviluppo e la maturità vocale decide, insieme al suo maestro, di iniziare a studiare come tenore scoprendo così, una vasta gamma di nuove possibilità vocali, espressive e di repertorio che gli hanno valso delle ottime critiche in concerti sia in Italia sia all’estero nel repertorio verdiano e da camera italiano e latinoamericano.
Ha studiato canto col mezzosoprano Carmen Stara, i baritoni Roberto Coviello e Vincenzo Spatola e, infine, col tenore Angelo Loforese, e repertorio con Richard Barker.
Nel 2015 è tornato in Honduras dove ha fondato una società concertistica attraverso la quale si dedicherà alla formazione e alla guida dei cantanti lirici locali.
Vediamo cosa ci racconta…
Come è avvenuto il suo avvicinamento al canto?
Studiavo nella Scuola Nazionale di Musica di Tegucigalpa e all’epoca fecero le audizioni per suonare nell’Orchestra dell’opera. Quell’anno mettevano in scena il Don Pasquale di Donizetti e quello fu il mio primo contatto con la musica vocale. Fu amore a primo ascolto! Ricordo che ho memorizzato quasi tutta l’opera per poter vedere quello che succedeva sul palcoscenico! In quel momento mi son detto: “questo é quello che voglio fare nella vita!”
Dall’America centrale, dall’Honduras, a Milano, un grande salto, tutto per la musica, tutto per il canto. Perché? Cosa ci può dire soprattutto dei primi periodi?
Mia madre è milanese e io sono cresciuto col mito di Milano e dell’Italia come capitale mondiale dell’Arte. Quando decisi di voler studiare canto non potevo che pensare di rivolgermi proprio al G. Verdi di Milano che, all’estero, gode di una grandissima reputazione.
L’inizio fu duro, duro dal punto di vista della lontananza da casa, parenti e amici poi, piano piano, cominciai a fare conoscenze e ad ambientarmi alla vita caotica e movimentata di Milano, fino ad amarla incondizionalmente.
È amata l’opera italiana all’estero?
Assolutamente! L’opera italiana è incredibilmente amata all’estero e il mondo ci invidia per tale patrimonio artistico. Dico “ci” perché un po’ italiano mi sento anch’io, essendo figlio di italiani e avendo vissuto in Italia per quasi 15 anni. Ciò mi porta a dire che non ho mai avuto la sensazione di sentirmi straniero in Italia, anzi!
Per il mondo della lirica del bel paese essere straniero è un valore aggiunto? In altre parole, secondo lei, in Italia si valorizzano artisticamente gli stranieri?
Penso che nella musica non si facciano grandi differenze tra italiani e stranieri, basta vedere i cartelloni in giro! Poi, come le ho detto prima, non mi sono mai sentito uno straniero in territorio italiano.
Come funziona la formazione musicale in America centrale? Ci sono dei centri di eccellenza?
Io posso parlare della realtà honduregna perché é quella in cui sono cresciuto e di conseguenza quella che conosco bene. Nel caso di Tegucigalpa, ci sono due importanti scuole di musica: La Scuola Nazionale di Musica e il Conservatorio Nazionale. A San Pedro Sula, la seconda città in Honduras, c’è invece la Scuola Victoriano Lopez.
Nel mio caso devo assolutamente affermare che la mia formazione musicale è stata davvero ottima, al punto di non aver avuto mai nessun problema in Europa. Infatti, ho sempre ricevuto dei grandi complimenti per la mia preparazione e solidità musicale e questo lo devo tutto alla mia prima formazione musicale honduregna!
Qualche anno dopo la mia partenza per l’Europa, hanno anche aperto il Corso di laurea in Musica all’Università Nazionale dove, per quello che ho potuto giudicare personalmente, stanno formando dei bravi professionisti! Purtroppo però, non c’è una scuola di canto e non tutti hanno la possibilità di studiare all’estero quindi, chissà quante bellissime voci sprecate!
C’è una lunga tradizione rispetto alla lirica? Tra i vari stati del Centro America ci sono differenze sostanziali in tal senso?
Circa una ventina di anni fa, Giuseppe Gorgazzi, un italiano con la passione per la lirica, ha iniziato, con molto coraggio devo dire, a fare opera a Tegucigalpa. Dalla sua iniziativa è nata la Fundación Musical de Honduras che tuttora è l’unica a fare una produzione all’anno. Però non c’è purtroppo una vera e propria scuola di canto e quindi è difficile contare su dei cantanti honduregni per intensificare l’attività vocale in generale. So per certo che in tutti i paesi dell’America Centrale fanno opera e con grande partecipazione del pubblico. È una forma d’arte arrivata da poco, ma molto amata.
Il pubblico centroamericano è preparato? Hai trovato delle differenze rispetto a quello italiano?
Come dicevo prima, essendo una forma d’arte arrivata da poco ed essendoci poche possibilità di confrontarsi dal vivo con questo tipo di spettacolo, le persone si lasciano guidare dai dischi e, come si sa, l’opera va vista rigorosamente dal vivo e spesso si hanno delle false aspettative rispetto alla realtà della voce lirica dal vivo. Ho notato però un crescente interesse da parte dei giovani, i quali sono molto curiosi, hanno tanta voglia di imparare e alcuni di loro vorrebbero anche diventare cantanti! Certamente ci sono delle enormi differenze col pubblico italiano, dove esiste una tradizione operistica centenaria e su in loggione si trovano delle persone molto preparate in materia, cosa che qui manca completamente.
Si avverte ancora il fascino del made in Italy?
Assolutamente! L’Italia è e sarà sempre la culla dell’arte e questo sveglia un enorme interesse nel “made in Italy!” L’Italia é conosciuta all’estero per la qualità dei suoi prodotti, moda, design, cibo, musica e lo straniero ne subisce il fascino!
Ha iniziato a studiare come baritono brillante mentre ora è tenore. Come è possibile? Sono ricorrenti cambi di registro vocale come questo?
È stato tutto un processo. Con la maturità dello strumento piano piano ho sentito che la voce mi chiedeva altro, diventava sempre più robusta e ampia. Pensavo che forse era il momento di iniziare a studiare un repertorio un po’ più lirico, ma c’era sempre qualcosa che non mi convinceva del tutto. Da un mio caro amico tenore mi è stato consigliato di andare a farmi sentire dal suo maestro, il baritono Vincenzo Spatola. Appena mi ha sentito, mi ha detto che avevo una voce chiaramente da tenore. All’inizio è stato uno choc, ma poi ho dovuto dargli ragione! Evidentemente, ho iniziato il conservatorio troppo giovane per il mio tipo di voce e per la mia salute vocale farmi studiare da baritono è stata la scelta migliore.
Ho sentito di molte persone che cambiano registro ma, di solito, vanno verso la tessitura più bassa: sono cambi che succedono e più spesso di quanto si pensi! Come nel mio caso la maturità dello strumento porta a cambiare e in altri casi la tecnica aiuta a scoprire la vera natura della voce.
Devo aggiungere che ci vuole davvero molto coraggio per fare un cambio del genere, non si sa mai cosa ci ritroveremo davanti! Poi è anche imprescindibile avere la giuda giusta. È un processo molto delicato e se abbiamo davanti un ciarlatano rischiamo di fare dei danni alla voce!
Quali sono i ruoli che finora ha interpretato?
Come baritono ho fatto moltissimo Rossini, Mozart e Donizetti. Come tenore mi sono dedicato al recital, facendo particolare attenzione al repertorio tedesco e sopratutto iberoamericano, attività che intendo continuare qui in Honduras!
Ha da poco concluso una masterclass a San Pedro Sula, ce ne può parlare?
Non è stata una vera e propria masterclass, ma diciamo un’iniziazione al canto per dei ragazzi sui 17-18 anni, molto motivati e che amano il canto in particolar modo. Diciamo che il mio ruolo in questo caso è stato quello di sfatare tanti miti e di metterli di fronte a una realtà che spesso non si conosce. Ho sentito delle voci straordinarie che, a mio parere, sarebbero assolutamente da seguire!
Come si vede come insegnante di canto?
Mah, l’idea non mi dispiace affatto, ma per ora direi che insegnare è un po’ azzardato. Diciamo che le persone che vengono a studiare da me ricevono piú che altro dei consigli su come migliorare. Magari con l’esperienza potrò anche azzardarmi a dare lezioni vere e proprie. Molti amici a Milano mi chiedevano di venire a casa a studiare con me, perché si fidavano del mio orecchio e spesso mi dicevano che avrei dovuto dare lezioni. Non si sa mai! Ho già delle proposte dall’Università Nazionale, che ha aperto il corso di laurea in Musica, ma non ha ancora la classe di canto… vedremo! Una cosa è certa, amo la voce umana e amo scoprire nuovi talenti e capire le potenzialità che una voce ha!
Dovendo realizzare un allestimento, in che ruolo vorrebbe debuttare e da chi si farebbe affiancare, con quale regia e direzione d’orchestra?
Ci sono tante opere che vorrei debuttare! Lucia di Lammermoor, La rondine, Tosca, Luisa Miller… tante! Naturalmente, ho dei carissimi amici che sono anche dei bravissimi cantanti, registi e direttori d’orchestra con i quali lavorerei volentieri! La maggior parte di loro sta in Italia. Chissà, magari un giorno diventi produttore e li faccio venire!
I suoi prossimi impegni?
Ho fondato il Grupo Hondureño para las Artes la cui mission è la produzione di concerti e la promozione degli artisti honduregni. Siamo all’inizio e il lavoro è davvero tanto, ma ho già molte speranze riposte su questo proggetto! Per ora ci stiamo dedicando a “sfruttare” il materiale umano per fare una serie di concerti, tutti guidati da me direttamente.
L’attività vocale qui in Honduras, oltre quell’opera all’anno che si fa, è praticamente insistente. Quindi vorrei, attraverso il Grupo Hondureño para las Artes, far conoscere questo bellissimo mondo. Puntiamo molto sui giovani, e, come dicevo prima, sono in tanti quelli interessati al canto ma, fino adesso hanno solo i cd, dvd e youtube come punto di riferimento. Farli incontrare dal vivo col canto e coi cantanti sarebbe una grandissima esperienza per loro.
Per il resto, ho una serie di concerti e recital sia in Honduras sia nel Salvador e Nicaragua, con musica da camera latinoamericana e anche arie d’opera con dei bravissimi pianisti e un ottimo direttore d’orchestra.
Annunziato Gentiluomo
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *