Presso la sede fiorentina dell’Istituto Europeo di Shiatsu, sita in Piazza Mascagni 10, lo scorso fine settimana, si è tenuto il seminario Le Radici e le Origini dello Shiatsu con Carola Beresford-Cook, autrice soprattutto di Shiatsu, Teoria e Pratica, uno dei libri di shiatsu più letti al mondo, affiancata non solo nella traduzione da Patrizia Stefanini. Con
Presso la sede fiorentina dell’Istituto Europeo di Shiatsu, sita in Piazza Mascagni 10, lo scorso fine settimana, si è tenuto il seminario Le Radici e le Origini dello Shiatsu con Carola Beresford-Cook, autrice soprattutto di Shiatsu, Teoria e Pratica, uno dei libri di shiatsu più letti al mondo, affiancata non solo nella traduzione da Patrizia Stefanini.
Con delicatezza, precisione e grande generosità i trentadue partecipanti sono stati accompagnati dalle origini dello shiatsu fino alle ultime avanguardie proposte dai discepoli di Masunaga e dai loro studenti.
Sebbene la parola “shiatsu” sia apparsa all’inizio del ventesimo secolo, le sue radici sono molto più antiche, si pensa nell’ordine di migliaia d’anni.
Circa due mila anni di storia sono stati riassunti dalla famosa ricercatrice inglese in un perfetto equilibrio tra teoria e pratica, una storia che ha portato con sé inevitabilmente sensibilità e modalità di lavoro sensibilmente diversi fra loro, ma che comunque hanno tutte una base comune fatta di ispirazione e sperimentazioni, e una dignità a cui bisogna dare tutto il rispetto che merita.
Dal Qi come “fiume che inonda”, alla proiezione energetica che precede l’ingresso della pressione, a principi dell’arte dell’Amna, ai primi meridiani e a un protocollo di Namikoshi… Carola, oggi direttrice del Centro Shiatsu a Cardigan, sulla costa occidentale del Galles, ha fatto sperimentare, con aneddoti, leggende, pratiche e piccoli utensili tradizionali, l’essenza del Giappone e dello shiatsu. Un Giappone che si è aperto all’esterno e un Giappone che è rimasto chiuso alle influenze esterne per 200 anni occupandosi di approfondire e raffinare i dettami della tradizione. Si era pienamente lì nutriti da una presenza elegante e belle che ha arricchito il tocco e la percezione di ciascuno dei presenti, facendoli stupire dalla grandezza dell’essenzialità.
Bellezza nel movimento, nella voce, nella capacità di trasmettere la grande conoscenza e quanto ha realizzato. Una vera maestra umile, ironica e auto-ironica. Una fonte di stimoli e riflessioni per il nostro lavoro. Un momento magico. In sintesi un dono.
Annunziato Gentiluomo
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