Un’attesa diversa dalle solite, non è più il Derby d’Italia di qualche anno fa, non solo per il normale cambio di giocatori e allenatori che hanno fatto la storia di questa partita. Non è più quel Juve-Inter che tutti aspettano con ansia spasmodica, in campo non c’è neanche più quello spettacolo che un tempo si vedeva
Un’attesa diversa dalle solite, non è più il Derby d’Italia di qualche anno fa, non solo per il normale cambio di giocatori e allenatori che hanno fatto la storia di questa partita. Non è più quel Juve-Inter che tutti aspettano con ansia spasmodica, in campo non c’è neanche più quello spettacolo che un tempo si vedeva subito, non solo di coreografie, ma di tecnica e piedi buoni, la tattica italiana purtroppo annulla tutto questo.
Sicuramente il livello del gioco italiano è calato tantissimo, la dimostrazione è l’arrivo di calciatori di un livello non paragonabile a quello di un tempo e il Derby d’Italia ne è la dimostrazione lampante. Se una quindicina di anni fa le big d’Italia si spartivano calciatori del calibro di Ronaldo, Trezeguet, Batistuta, Crespo, Shevchenko per citarne alcuni, oggi, senza nulla togliere ai vari Dzeko, Morata, Dybala, Icardi e Bacca, l’unico fenomeno vero è Higuain. L’importanza di Juventus-Inter è però rimasto identico, almeno quest’anno, con i Bianconeri in cerca dell’allungo sul Napoli e l’Inter in cerca di punti per la corsa al terzo posto.
Come era d’obbligo pensare, è una partita molto chiusa, con due occasioni iniziali della Juve e una dell’Inter e nient’altro per tutto il primo tempo, tranne i falli classici del match tra due squadre che si sopportano a stento da sempre. Lo “spettacolo” lo regala la curva Bianconera a inizio ripresa, grazie a un fastidioso lancio di pezzi di carta verso il portiere avversario Handanovic, che costringe l’arbitro Rocchi a ritardare l’inizio del secondo tempo e poi successivamente a sospendere per qualche secondo il gioco.
È comunque la Juve a iniziare forte, andando subito in vantaggio: su punizione di Dybala, D’Amborsio respinge malissimo nella zona di Bonucci, che in acrobazia batte il portiere avversario. Il gol galvanizza la Juve e tramortisce gli ospiti, che non attaccano praticamente più, nonostante le numerose azioni i ragazzi di Allegri non riescono a raddoppiare se non all’81’ su rigore con Morata, atterrato da Miranda. Solo dopo il 2-0 i Nerazzurri si scuotono, andando vicino al goal subito dopo il rigore con Perisic, che viene però murato da uno strepitoso Buffon. Arriveranno ancora un paio di conclusioni dalle parti del portierone Bianconero, ma la partita finisce sostanzialmente sulla rete di Morata.
Tre punti pesanti che portano la Vecchia Signora a +4 sul Napoli, che giocherà stasera a Firenze, mentre l’Inter si allontana dal terzo posto, ora distante 5 lunghezze, e vede riavvicinarsi il Milan ad un solo punto.
Lo spettacolo non è più lo stesso, il calcio nostrano non è più quello di prima, ma le emozioni che questo sport regala immutate, nonostante la tecnologia e i vari regolamenti inutili. Chi ama questo sport, lo amerà sempre, come chi ama queste due gloriose e storiche squadre.
Gabriele La Spina
[Fonti delle immagini: legaseriea.it, inter.it]
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