BiciclAbile è un progetto promosso dalla Direzione Politiche sociali della Città di Torino che offrirà a disabili l’opportunità di lavorare al ricondizionamento delle bici abbandonate del deposito della Polizia municipale. I ragazzi avranno il compito di portarle in officina e riparare freni, oliare catene, regolare cambi, eliminare la ruggine dai telai ed effettuare tutti quei
BiciclAbile è un progetto promosso dalla Direzione Politiche sociali della Città di Torino che offrirà a disabili l’opportunità di lavorare al ricondizionamento delle bici abbandonate del deposito della Polizia municipale. I ragazzi avranno il compito di portarle in officina e riparare freni, oliare catene, regolare cambi, eliminare la ruggine dai telai ed effettuare tutti quei piccoli interventi che servono a metterle di nuovo in strada pienamente funzionanti, il tutto assieme all’aiuto e all’attrezzatura di due tecnici volontari, artigiani titolari di un negozio e di una officina di riparazione. Una volta sistemate, una parte andrà ai servizi sociali e sanitari per essere impiegata in attività di reinserimento di persone in difficoltà, un’altra sarà rivenduta e il ricavato usato per finanziare il progetto stesso.
L’iniziativa ha ottenuto il via libera il 15 marzo, con l’approvazione di una deliberazione presentata dal vicesindaco Elide Tisi, assieme agli assessori Giuliana Tedesco (Polizia municipale) ed Enzo Lavolta (Ambiente).
“Riparare biciclette abbandonate – spiega il vicesindaco Elide Tisi – diventa un’occasione d’esperienza lavorativa per disabili inseriti nei centri diurni comunali L’Orologio, El Duende, Artemista e Casa di Zenzero, offrendo loro l’opportunità di dare un contributo utile all’interno di un contesto socializzante”. Aggiunge inotre Tisi: “Il progetto BiciclAbile consente di recuperare, senza costi per la Città, biciclette che potranno essere donate a persone in situazione di particolare difficoltà, come i senza dimora che frequentano i dormitori cittadini, e a chi riceve sostegno dai servizi territoriali o da organizzazioni di volontariato”.
Virginia Fabris
[Fonte delle immagini: comune.torino.it]
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