Pappano pianista, Pappano direttore: doppia veste e duplice impegno per il Maestro anglo italiano nei prossimi giorni a Roma. Venerdì 20 marzo alle ore 20.30, presso la Sala Sinopoli, siederà al suo strumento d’elezione, il pianoforte, per accompagnare Alessandro Carbonare, celebre clarinettista (nonché primo Clarinetto dell’Orchestra di Santa Cecilia), in un programma dedicato a Schumann
Pappano pianista, Pappano direttore: doppia veste e duplice impegno per il Maestro anglo italiano nei prossimi giorni a Roma. Venerdì 20 marzo alle ore 20.30, presso la Sala Sinopoli, siederà al suo strumento d’elezione, il pianoforte, per accompagnare Alessandro Carbonare, celebre clarinettista (nonché primo Clarinetto dell’Orchestra di Santa Cecilia), in un programma dedicato a Schumann e Brahms. Sabato 21 marzo Pappano torna sul podio per dirigere l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ne L’isola dei morti e nel Concerto per pianoforte n. 1 di Sergej Rachmaninoff, nell’interpretazione del pianista Alexander Romanovsky e nella Sinfonia n. 2 di Jean Sibelius.
Il duo Pappano-Carbonare il 20 affronterà le Sonate op. 120 n. 1 e n. 2 di Johannes Brahms, vere e proprie pietre miliari del repertorio per clarinetto e pianoforte. D’altra parte Brahms trovò nel clarinetto un mezzo particolarmente adatto alle sue idee musicali e alla qualità stessa degli impasti sonori che prediligeva. In Schumann, invece, il clarinetto si fa cantore di un mondo immaginato, sognante e popolato di storie e leggende, come indicano chiaramente le Fantasiestücke op. 73 e le Romanzen op. 94, banco di prova straordinario per esaltare le qualità dei due illustri interpreti.
Col concerto di sabato 21 marzo (Sala Santa Cecilia ore 18; repliche lunedì 23 ore 20.30 e martedì 24 ore 19.30), invece, continua l’omaggio dell’Accademia di Santa Cecilia a Jean Sibelius per i centocinquanta anni dalla nascita, di cui Pappano dirigerà la Seconda Sinfonia, composta tra il 1901 e il 1902 a Rapallo e a Santa Margherita, dove Sibelius trascorse un periodo insieme alla sua famiglia, e fu ispirato dalla luce e dai colori del mare ligure. Parentesi rigeneranti, quelle italiane, che si alternavano ai lunghi periodi nella quiete della campagna a trenta chilometri da Helsinki, dove Sibelius componeva e viveva in appartata concentrazione, plasmando nelle forme tradizionali del Concerto e della Sinfonia i temi popolari della terra natia. Lo Schubert finnico, come lo definiva il suo caro amico Ferruccio Busoni, non poteva fare a meno di continui riferimenti alla melodia del suo Paese che gli scorre dal cuore alla penna. E i finlandesi hanno percepito presto questo forte legame, eleggendolo a compositore simbolo della loro Nazione. In particolare, la Sinfonia n. 2 divenne inno della lotta per la liberazione nella campagna di indipendenza che in quegli anni veniva combattuta nei confronti della Russia zarista di Nicola II.
Nel clima di tardo Romanticismo rientrano anche le due pagine di Rachmaninoff, la corrusca ma fascinosa Isola dei morti ispirata al celebre quadro di Böcklin e il giovanile ed esuberante Primo Concerto per pianoforte. Tutte pagine ideali per la classe di Antonio Pappano, sul podio dell’orchestra ceciliana, e per il virtuosismo del giovane pianista Alexander Romanovsky.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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