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All’ospedale di Pitigliano (GR) tre anni di Medicina Integrata

All’ospedale di Pitigliano (GR) tre anni di Medicina Integrata

L’ospedale di Pitigliano (Grosseto) è il primo ospedale italiano a mettere in pratica un modello di Medicina Integrata. Aperto dalla Regione Toscana nel febbraio 2011 per fornire assistenza ai pazienti ed effettuare progetti di ricerca scientifica, il Centro di Medicina integrata di Pitigliano prevede diversi obiettivi da raggiungere nel sistema sanitario pubblico italiano: stabilire una

L’ospedale di Pitigliano (Grosseto) è il primo ospedale italiano a mettere in pratica un modello di Medicina Integrata. Aperto dalla Regione318x402xpitignano.jpg.pagespeed.ic.CSVZqqpXzs Toscana nel febbraio 2011 per fornire assistenza ai pazienti ed effettuare progetti di ricerca scientifica, il Centro di Medicina integrata di Pitigliano prevede diversi obiettivi da raggiungere nel sistema sanitario pubblico italiano: stabilire una collaborazione clinica tra medici convenzionali e medici di Medicina Complementare (MC); testare l’approccio interdisciplinare tra pazienti ricoverati; verificare i benefici derivanti dall’approccio nel miglioramento della qualità della vita nei pazienti affetti da malattie croniche, nonché la diminuzione di effetti collaterali provocati da terapia convenzionale; verificare i potenziali vantaggi di medicina integrata in termini di costi di gestione per il sistema sanitario regionale e non.

Fondamentale per la realizzazione è stata l’introduzione di cinque professionisti specializzati, tanto in medicina convenzionale quanto in omeopatia, agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese. Un progetto costruito da un comitato scientifico che ha tenuto conto dei principi di integrazione all’interno delle discipline mediche promosse dalla Società Italiana di Omeopatia eospedale-di-pitigliano-bilancio-dopo-un-anno_2728 Medicina Integrata dal 1999.
Un po’ di dati. I pazienti, soprattutto anziani (il 30% oltre i 65 anni), sono prevalentemente affetti da malattie croniche, e provengono dalla Provincia di Grosseto (48%), da altre province toscane (40%) e da altre regioni (12%); in particolare dal 2011 al 2013 sono stati curati 542 pazienti ricoverati con ottima percezione di beneficio. Diversi i motivi di accoglienza: problemi cardiocircolatori per il 12,3%; sindromi mediche addominali per il 15%; sindromi neurologiche per il 10,3 %; sindromi respiratorie per il 20,3%; sindromi endocrino/metaboliche per il 2%; sindromi osteo-articolari per il 20%; sindromi da disfunzione multiorgano per 9,5 %; patologie oncologiche per il 10,6% (G. Saudelli, su Omeopatia 33, numero del 14 maggio 2015).
Il progetto di attualizzazione clinica allora, ancora in fase sperimentale, è ambizioso, coraggioso anche, conoscendo il background culturale delle MC all’interno dei servizi sanitari pubblici di tutto il mondo. Quest’ultime, infatti, implicano che il trattamento del paziente debba essere condiviso da medici ortodossi e medici di MC secondo un modello di collaborazione e di fiducia reciproca.
Tali considerazioni, dunque, si ritengono all’origine della proposta di un nuovo modello terapeutico, comprendente tanto le MC che la biomedicina: ovvero, ciò che definiamo “Medicina Integrata“.

Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: siomi.it; tuttosteopatia.it; informasalus.it]

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