C’era una volta un giovane toscano che si trasferisce a Bologna per frequentare il DAMS. Si forma attraverso numerose esperienze di recitazione, mimica, dizione, danza ed espressività corporea. Andrea inizia a lavorare come attore e mimo, prendendo parte a numerosi allestimenti e collaborando con registi quali Pier Luigi Pizzi, Giancarlo Cobelli, Yannis Kokkos, Alberto Fassini, Beni Montresor,
C’era una volta un giovane toscano che si trasferisce a Bologna per frequentare il DAMS. Si forma attraverso numerose esperienze di recitazione, mimica, dizione, danza ed espressività corporea.
Andrea inizia a lavorare come attore e mimo, prendendo parte a numerosi allestimenti e collaborando con registi quali Pier Luigi Pizzi, Giancarlo Cobelli, Yannis Kokkos, Alberto Fassini, Beni Montresor, Henning Brockhaus.
E poi approda alla regia… Dopo la regia di varie pièces teatrali – La Morsa di Pirandello, Poesie Recitardanzando di Giorgio Caproni, Rosa Pazza e disperata di Enzo Siciliano, Processo a Genet (tratto dal Journal du Voleur di Jean Genet), Andrea Cigni, nel 2006, debutta al Teatro Ponchielli di Cremona con la mise en éspace di una performance di danza e musica dal titolo Buenos Aires Madrigals, subito seguita dalla regia dell’opera Andromeda Liberata di Antonio Vivaldi in prima rappresentazione assoluta.
Nel maggio 2007 mette in scena L’Orfeo di Claudio Monteverdi diretto da A. Marcon con Vittorio Prato nel ruolo del titolo, in occasione dei 400 anni dalla prima rappresentazione dell’opera. L’allestimento ottiene la copertina del prestigioso mensile italiano L’Opera.
Nel 2008 cura la regia di Paride ed Elena di Gluck per il Circuito Lirico Toscano (Teatro di Pisa, di Livorno e di Lucca) co-prodotto dall’Opera Royal de Wallonie di Liegi. Il prestigioso magazine inglese Opera Now decreta Andrea Cigni come uno dei migliori registi del 2008. Sempre nel 2008 realizza, per l’inaugurazione della Stagione Lirica del Circuito Lirico Lombardo e il 150° anniversario dalla nascita di Giacomo Puccini, il dittico La Medium di Menotti e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.
Nel 2009 dirige Aida di Verdi e La Figlia del Reggimento di Donizetti, realizza un nuovo e importante allestimento de La Traviata di Giuseppe Verdi e Roméo et Juliette di Charles Gounod. Nel 2011 si misura con Madama Butterfly e Tosca di Puccini, e debutta con una fortunatissima produzione de Il Cappello di Paglia di Firenze di Nino Rota per il Maggio Musicale Fiorentino, e con un nuovo allestimento di Norma di Vincenzo Bellini per il Teatro Verdi di Sassari.
Nel 2013 prende parte al Wexford Opera Festival riproponendo Il Cappello di Paglia, mentre a febbraio del 2014 dirige La cambiale di matrimonio di Rossini. A giugno 2014 è all’Abay Opera House di Almaty (Kazakistan) per un nuovo allestimento dell’opera Abay. Nel mese di settembre a Sassari, al Teatro Comunale, per Carmen di G. Bizet e in ottobre presenta un nuovo allestimento di Nabucco di Giuseppe Verdi, che ha debutta a Cremona riscuotendo successo di critica e di pubblico.
Noi lo conosciamo proprio in occasione della prima al Teatro Ponchielli del Nabucco. Ci avviciniamo naturalmente, ci presentiamo e iniziamo una piacevole conversazione. Fin da subito a parte la competenza professionale, fanno capolino disponibilità, affabilità, profonda capacità di ascolto. Comincia il primo atto. Ne rimango personalmente estasiato. Ci si re-incontra e gli esprimo il mio più totale consenso per quanto aveva realizzato.
Per raccogliere gli applausi si fa accompagnare sul palcoscenico da tutto il suo team, a dimostrare che non ero da solo, ma che quanto si era realizzato era frutto di un lavoro di squadra. Apprezzo molto anche questo aspetto. Finito lo spettacolo gli invio un sms per complimentarmi per il grande Nabucco che aveva messo in scena, mi ringrazia col calore di un ragazzino. Poi scrivo la recensione, gliela segnalo e mi vuole chiamare per ringraziarmi, ma teme di disturbarmi. Molto attento all’altro e alle sue necessità quindi. Lo chiamo io e sottolinea quanto avesse apprezzato il mio aver colto molto de messaggio che voleva comunicare con l’opera verdiana. Mi dice: Al di là del saper scrivere, c’è una sensibilità rara in te!
Quasi arrossisco. Capisco che lo rendeva felice sapere che ci fosse stato qualcuno a cui era arrivato pienamente. Trascendendo le magnifiche parole di apprezzamento, la sua felicità risiedeva nel fatto di essere stato compreso. E continua sottolineando che il grande successo e le belle recensioni erano Merito per tanti che lavorano con me.
Mi conquista. Ho di fronte un grande che, nonostante la brillante carriera, un curriculum notevole, si muove con umiltà e con estrema umanità.
Il quarantenne toscano si distingue per la freschezza, la passione per il suo lavoro e per la capacità di valorizzare chi lavora con lui. Le sue doti sono evidenti ed emergono dalle descrizioni che di lui fa la sua scuderia o chi vi entra in contatto. Serietà, empatia, simpatia e voglia di crescere… Un mix vincente unito a competenza, conoscenza, fine intelligenza e cultura musicale.
Non possiamo che augurare ad Andrea Cigni il meglio, di realizzare quanto desidera e di portare sempre alta la cultura italiana nel mondo.
Annunziato Gentiluomo
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