Come precedentemente annunciato, il 21 marzo alle ore 21.00, presso il Teatro Gesù Buon Pastore, in via Matilde Serao, 30 a Torino, andrà in scena La Lunga Notte del Dottor Galvan di Daniel Pennac, prodotta da Bear Entertainment, con audio e luci curati da Riccardo Lajolo. In un monologo intenso, espressivo e ritmato vedremo raccontata da Alessandro Marasso la rocambolesca notte al
Come precedentemente annunciato, il 21 marzo alle ore 21.00, presso il Teatro Gesù Buon Pastore, in via Matilde Serao, 30 a Torino, andrà in scena La Lunga Notte del Dottor Galvan di Daniel Pennac, prodotta da Bear Entertainment, con audio e luci curati da Riccardo Lajolo. In un monologo intenso, espressivo e ritmato vedremo raccontata da Alessandro Marasso la rocambolesca notte al pronto soccorso “de Coupertin” di Parigi di un giovane medico d’urgenza ossessionato dall’avere un bel biglietto da visita per poter apparire come un bravo dottore.
Al centro un paziente che metterà in imbarazzo Galvan e tutti gli specialisti via via interpellati, e che costringerà a richiedere l’intervento del venerabile Barone, convocato quando si cominciano a perdere le speranze.
Il finale è imprevedibile e tutto lo spettacolo è tenuto in sospensione fra il desiderio di scoprire di quale malattia soffra il paziente e la risata che gorgoglia nella gola dello spettatore e si libera con lo spiazzante finale.
Siamo riusciti a intervistare lo stesso Alessandro Marasso su questo brillante spettacolo. Ecco cosa ci ha raccontato.
Come nasce La Lunga Notte del Dottor Galvan?
Lo spettacolo è tratto da un libro di Daniel Pennac, noto e ironico autore francese, e nasce dal desiderio mio e dei miei soci di Bear Entertainment di promuovere il teatro come forma d’arte e di intrattenimento. In un paese che detiene la maggior parte delle opere d’arte del mondo, la cultura è, ahimè, bistrattata (basti pensare alla mala gestione di Pompei o degli innumerevoli musei) e spesso anche chi dovrebbe educare i giovani fa passare il messaggio che il teatro e l’arte più in generale siano “cose noiose” e da evitare. Molto spesso quando dico di fare l’attore vedo il volto del mio interlocutore illuminarsi, quando spiego che faccio teatro l’entusiasmo iniziale lascia spazio a una smorfia di delusione. A quel punto chiedo se quell’espressione sia motivata da cattive esperienze in teatro e molto spesso mi sento rispondere che non è mai andato in teatro in vita sua perché è noioso. Questo spettacolo, come molti altri, è la prova che non esiste niente di più erroneo.
Secondo lei, qual è il punto di forza dello spettacolo?
La forza dello spettacolo sta senza dubbio nella sua dinamicità e nella sua comicità. Un’ora e mezza di puro divertimento, in cui lo spettatore segue le rocambolesche avventure del giovane dottore e dei colleghi alle prese con un paziente che definire atipico è dir poco. Al tempo stesso, però, senza accorgersene scientemente, si ritrova a riflettere sulla società dell’apparire, tema più che mai attuale in un mondo in cui la massima aspirazione di molti è avere mille like su Facebook. Tutti i personaggi, infatti, vengono presentati e giudicati attraverso il loro biglietto da visita, la vera e unica ossessione del medico.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo?
Il motivo è presto detto: un teatro che funziona è sintomo di una società che funziona. La cultura non può che arricchire un popolo. Inoltre non dimentichiamo che questo spettacolo è divertente dall’inizio alla fine. Dopo aver girato il Piemonte, finalmente sbarca a Torino all’interno di un progetto di riqualificazione di un teatro (inteso sia come luogo fisico sia come forma artistica) che vale veramente la pena di far “funzionare”! Inoltre, anche se non è mai bello sottolineare le “buone azioni”, parte dell’incasso verrà devoluto alla Caritas che in questo periodo di crisi economica si trova sommersa dalle richieste d’aiuto e il Teatro Gesù Buon Pastore ha deciso di darle “una mano”.
Ci sembra di poter affermare con convinzione che si tratta di un evento a cui non si può mancare… Inoltre stampando questo articolo e presentandolo alla cassa del Teatro, si potrà godere la piéce teatrale acquistando il biglietto a prezzo ridotto. Quindi non 10, ma 8€.
Annunziato Gentiluomo
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