Mercoledì 11 maggio, alle ore 20, il Teatro Regio di Torino mette in scena Lucia di Lammermoor, di Gaetano Donizetti. L’Orchestra e il Coro del Regio sono diretti da Gianandrea Noseda. L’allestimento, in prima italiana, proviene dall’Opernhaus Zürich e vanta la regia di Damiano Michieletto, in uno dei suoi primissimi lavori teatrali che ben presto
Mercoledì 11 maggio, alle ore 20, il Teatro Regio di Torino mette in scena Lucia di Lammermoor, di Gaetano Donizetti.
L’Orchestra e il Coro del Regio sono diretti da Gianandrea Noseda. L’allestimento, in prima italiana, proviene dall’Opernhaus Zürich e vanta la regia di Damiano Michieletto, in uno dei suoi primissimi lavori teatrali che ben presto gli valsero il titolo di enfant prodige.
Eccezionalmente si alterneranno tre celebri soprani nella parte di Lucia: Jessica Pratt (11, 13, 15 e 18 maggio), Elena Mosuc (14, 17, 19 e 21 maggio) e Diana Damrau (22 maggio) affronteranno il ruolo con l’Orchestra e il Coro del Regio, sempre diretti da Noseda, anche nella successiva tournée del Regio a Parigi, il 27 maggio al Théâtre des Champs-Élysées, e il 29 maggio alla Philharmonie Essen.
Gianandrea Noseda, che ha recentemente dato grandi prove nel repertorio belcantistico italiano, torna a dirigere Lucia di Lammermoor e a proposito dichiara: Quest’opera è un grande capolavoro teatrale: racconta uno scontro di civiltà e rappresenta, con immediatezza, il dramma dell’incomunicabilità: argomenti attualissimi, mi pare. Personalmente considero Lucia un’opera di passaggio verso il primo Verdi ma, come tutti i grandi capolavori, non esiste una categoria specifica nel quale collocarla.
La messa in scena di Damiano Michieletto, presentata nel 2009 a Zurigo, è una riflessione sul potere maschile che opprime e genera sofferenza alle donne. I personaggi femminili nelle opere dell’Ottocento sono una costellazione di vittime la mia Lucia è affiancata per tutta l’opera da un fantasma femminile, un alter ego. Quel fantasma è la morte perché, per me, Lucia si suicida, sceglie la morte come via di fuga per scappare dalla gabbia nella quale il fratello l’ha richiusa. Alla fine della scena della pazzia, infatti, si getterà dalla torre che domina la scena. L’allestimento è molto semplice, una grande torre di vetro costituisce la scena fissa e rappresenta la torre del castello in rovina degli Ashton, metafora di una società che sta crollando e che ha bisogno di un matrimonio – quello di Lucia con Arturo – per rimettersi in sesto, dice il regista.
Il ruolo di Lucia, sarà affidato a tre grandi artiste di fama internazionale, che hanno interpretato il personaggio nei più importanti teatri internazionali, riscuotendo sempre il plauso di pubblico e critica. Jessica Pratt (11, 13, 15, 18, maggio); Elena Mosuc (14, 17, 19, 21 maggio) e Diana Damrau (22 maggio). Tre soprani dalle grandi doti vocali, ognuna con un timbro particolarmente adatto per rendere la complessa parte della protagonista, tra passi di levigata malinconia e funambolici virtuosismi tra i più difficili di tutto il repertorio ottocentesco. Sir Edgardo di Ravenswood sarà il tenore Piero Pretti, artista di notevole duttilità, impegnato in impervi passaggi alternati a momenti di pura liricità che la parte richiede. Lord Enrico Ashton sarà il baritono Gabriele Viviani, apprezzato interprete del ruolo che ha interpretato sui più importanti palcoscenici. Raimondo Bidebent sarà interpretato dal basso Aleksandr Vinogradov, una delle voci più importanti degli ultimi anni. Completano il cast: i tenori Francesco Marsiglia (Lord Arturo Bucklaw), Luca Casalin (Normanno), il mezzosoprano Daniela Valdenassi (Alisa). Nel corso delle nove recite, dall’11 al 22 maggio, si alterneranno ai ruoli già specificati, Giorgio Berrugi (Edgardo di Ravenswood), Simone Del Savio (Enrico Ashton), Mirco Palazzi e Nicolas Testé (solo nella recita del 22) come Raimondo Bidebent. La regia di Michieletto è ripresa da Roberto Pizzuto, le scene sono di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti, le luci sono di Martin Gebhardt, riprese da Alessandro Carletti. Il Coro del Teatro Regio è istruito da Claudio Fenoglio.
Lucia di Lammermoor è la più celebre opera seria di Donizetti; andata in scena per la prima volta nel 1835, venne immediatamente riconosciuta quale indiscusso capolavoro del suo autore, entrando subito a far parte del repertorio dei teatri. L’opera è suddivisa in due parti, nelle quali si compie il tragico destino di Lucia. La protagonista, fervente di un amore corrisposto per Edgardo, è costretta a sposare, per ragioni famigliari, Arturo. Ingannata e vittima di questa forte violenza psicologica, Lucia impazzisce e uccide, la prima notte di nozze, Arturo. Insanguinata e fuori di sé, Lucia immagina le sue nozze desiderate con Edgardo di fronte alla costernazione dei presenti. Sopraffatta dal dolore, muore. Ignaro di tutto ciò Edgardo, sul punto di sfidare a duello il fratello di Lucia per risolvere antichi rancori tra le due famiglie, apprende della morte di Lucia; svanita la ragione stessa della sua vita, decide dunque di trafiggersi con un pugnale.
L’opera sarà presentata al pubblico mercoledì 11 maggio alle ore 17.30 al Piccolo Regio Puccini con una conferenza dal titolo Donizetti, la pazzia e l’amore, a cura di Angelo Foletto. L’ingresso è libero. L’opera sarà trasmessa in diretta da Rai-Radio3 mercoledì 11 maggio alle 20, trasmissione inserita anche all’interno del circuito Euroradio. Come di consueto si potrà seguire il backstage, nonché scoprire divertenti curiosità sugli interpreti e sull’allestimento, guardando le Pillole di Passione di Paola Giunti, visibili sul sito del Regio.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
[Fonte dell’immagine: belcantoitaliano.blogspot.it]
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