Prosegue il Lovers Film Festival a Torino e durante la serata di sabato, per l’evento speciale Gay & Football, è stato proiettato “The Pass“, opera prima del regista Ben A. Williams. Il film tratta, come ricorda anche nell’introduzione in sala la direttrice del festival Irene Dionisio, il tema dell’omosessualità nel mondo del calcio: argomento spinoso che
Prosegue il Lovers Film Festival a Torino e durante la serata di sabato, per l’evento speciale Gay & Football, è stato proiettato “The Pass“, opera prima del regista Ben A. Williams. Il film tratta, come ricorda anche nell’introduzione in sala la direttrice del festival Irene Dionisio, il tema dell’omosessualità nel mondo del calcio: argomento spinoso che ancora oggi difficilmente viene intrapreso dagli sportivi, tant’è che, nonostante i numerosi contatti presi dalla Dionisio in persona, nessun calciatore professionista ha dato la propria disponibilità per essere al Festival.
“The Pass” dipinge perfettamente questa situazione omertosa: due calciatori diciannovenni, Jason (Russell Tovey) e Ade (Arinze Kene), si ritrovano dopo 10 anni trascorsi nell’accademia del più famoso club calcistico di Londra, nella stessa stanza d’albergo, in Romania, alla vigilia del loro debutto in un incontro della Champions League. Ovviamente la situazione in camera è elettrica, i ragazzi discutono, si divertono, si prendono in giro e si confrontano. Sono migliori amici, fratelli acquisiti, ma anche pieni di voglia realizzarsi: per Ade il debutto nella Champions League e un riscatto sociale, per Jason semplicemente la conferma di uno status di potere già ereditato dal padre ricco costruttore edile, ma il posto in squadra sarà solo per uno. Riferimenti sessuali, la condivisione di un video porno girato da un compagno di squadra e la situazione si trasforma: dai picchi di goliardia e felicità i due si ritrovano a scambiarsi un bacio, l’atmosfera diventa intima e delicata. La narrazione fa, a questo punto, il primo dei due salti temporali: passa un lustro, uno dei due ragazzi è un giocatore famosissimo, dell’altro non si sa più nulla. La sceneggiatura, in questa parte centrale del film, si focalizza sui successi e le sconfitte, sulle bugie e sui castelli di carte costruiti per mantenere l’immagine da “uomo perfetto” costruita da uno dei due ragazzi. Solo con il secondo salto temporale di altri cinque anni si avrà nuovamente l’incontro tra i due, ormai uomini, in cui tenteranno di chiarire ciò che è stato tra loro, confronteranno le scelte obbligate della vita e le loro situazioni irrisolte.
Una regia pressoché perfetta, che esalta i momenti claustrofobici di una scenografia sempre in primo piano ma evita l’atmosfera esageratamente oppressiva che l’impianto teatrale della bellissima sceneggiatura avrebbe potuto generare. Russell Tovey, perfetto nel ruolo di Jason, ci trascina tra i fantasmi mentali del suo personaggio e regala un’interpretazione intensa e credibile. Arinze Kane interpreta Ade in maniera sensibile, riuscendo a cogliere perfettamente i cambiamenti, interpretando egregiamente dal personaggio diciannovenne a quello quasi trentenne. Nota di merito anche ai comprimari, con una bravissima Lisa McGrills che interpreta Lindsey, ballerina di un night che si trasforma da carnefice a vittima in un episodio della vita di Jason, e Nico Mirallegro, che interpreta il cameriere di un albergo coinvolto durante l’incontro finale tra Ade e Jason. Il punto di forza del film è sicuramente la sceneggiatura, forte e potente che evidenzia l’anacronistica anomalia che caratterizza il mondo del calcio, e ne sottolinea le difficoltà della vita di alcuni calciatori.
Mirko Ghiani
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