Il nostro sabato 7 maggio al TGLFF è iniziato col confronto diretto con William Fairman e David Stuart che hanno incontrato la stampa alle ore 15, presso la Fondazione Accorsi – Ometto, prima della proiezione di Chemsex delle 18.15 nella Sala 1 del Cinema Massimo. Hanno presentato il fenomeno, che si riferisce alla combinazione di sesso e droghe,
Il nostro sabato 7 maggio al TGLFF è iniziato col confronto diretto con William Fairman e David Stuart che hanno incontrato la stampa alle ore 15, presso la Fondazione Accorsi – Ometto, prima della proiezione di Chemsex delle 18.15 nella Sala 1 del Cinema Massimo. Hanno presentato il fenomeno, che si riferisce alla combinazione di sesso e droghe, spesso sintetiche, usate come mezzo per far cadere le inibizioni e accrescere la libidine, in un contesto il più delle volte di gruppo, di Sado/Maso prolungato, facendo emergere quanto questo sia in qualche modo frutto dell’influenza di almeno tre variabili: l’evoluzione delle cure dell’HIV e la complessità della prevenzione; lo sviluppo delle app di incontri e sesso; e l’introduzione di droghe nuove, fra cui il GHB e la metanfetamina. Il fenomeno si sta espandendo a macchia d’olio a Londra, ma non possiamo dimenticare i fatti di Roma che hanno portato all’omicidio di Luca Varani e che hanno spinto gli organizzatori del Festival a inserire il docufilm in programmazione, trascendendo le possibili strumentalizzazioni che su questo si sarebbero potute generare. Il regista ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a documentare il fenomeno e tra tutte sono emerse la questione della salute, ma soprattutto il servizio a chi, ad un certo punto, per debolezza e fragilità, entra nel giro del Chemsex e non riesce più a uscirne. Infatti i rischi maggiori che sono stati riscontrati sono la trasmissione di virus, non da ultimo l’HIV, e la diffusione di pericolose dipendenze dall’impatto devastante sul fisico e la psiche. Quelle che ha documentato sono sedici storie di dolore, di solitudine, di angoscia interiore e soprattutto di bassa autostima, e raccogliendole ha voluto tutelare la vita. Sedici confessioni di altrettanti individui di tutte le età, soprattutto quarantenni, vittime di un meccanismo divenuto fonte di estremo disagio, di isolamento e di malattia. Un documentario scioccante, co-prodotto dalla casa di produzione inglese Peccarillo Pictures e dal portale multimediale Vice, che fa luce su rischi e conseguenze dannose di una pratica da troppi ritenuta marginale. Ben realizzato e socialmente utile, e il suo messaggio emerge in ogni fotogramma.
Eccetto The Chemsex Study curato da Sigma research, gruppo di ricercatori specializzato nei temi della salute, afferente alla Faculty of Public Health and Policy presso London School of Hygiene & Tropical Medicine, non vi sono altre pubblicazioni scientifiche in merito e possiamo dunque affermare che il cinema, anche in questo caso, ha preceduto l’Accademia.
Annunziato Gentiluomo
Scheda tecnica Chemsex – Regno Unito, 2015, HD, 80′, col.
Regia:William Fairman e Max Gogarty
Montaggio: Marta Velasquez e Graham Taylor
Fotografia: Benjie Croce, William Fairman e Max Gogarty
Musica: Daniel Harle
Produttore: Max Gogarty, William Fairman e Al Brown
Produzione: Vice Films e Peccarillo Pictures
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