C’era un uomo simpatico e originale che, sognatore geniale, alzava il naso alle stelle, osservava l’ignoto, soprattutto lo ascoltava. Si chiamava Achille Judica Cordiglia, cardiologo torinese di fama, passato alla storia per essere un curioso dell’etere, uno spione illuminato delle comunicazioni, lui che con il fratello Giambattista – The Bandits of the Space – captò
C’era un uomo simpatico e originale che, sognatore geniale, alzava il naso alle stelle, osservava l’ignoto, soprattutto lo ascoltava. Si chiamava Achille Judica Cordiglia, cardiologo torinese di fama, passato alla storia per essere un curioso dell’etere, uno spione illuminato delle comunicazioni, lui che con il fratello Giambattista – The Bandits of the Space – captò nel 1961 le comunicazioni tra Mosca e Vostok 1 in fase di rientro. Voci dal cosmo di Jurij Gagarin, intercettate alle 8 di mattina da Torino, da due ragazzi con la passione del radioamatore, per nulla improvvisati: il giorno prima qualche avvisaglia di notizie importanti e loro lì a turno, con l’orecchio attaccato alla radio, fino a intercettare le prime frasi in russo.
Comincia così la storia dei “Turinski”, come li chiamavano i Russi, due pestiferi fratelli torinesi che crearono non pochi problemi oltre cortina con quelle parole rubate quando ancora, la rigorosa prassi sovietica non aveva raccontato al mondo delle esplorazioni spaziali. Furono sempre loro a captare tracce della missione di Laika, la povera cagnetta sacrificata alla ricerca spaziale e, ancora, la disperata richiesta di aiuto di un cosmonauta russo prima di morire.
Ambientalista convinto, Achille Judica Cordiglia costruì antenne da piazzare sui tetti e trasformò la sua Fiat 500 in una piccola e potente stazione mobile con cui passeggiava per la collina torinese alla ricerca di voci e rumori dallo spazio. Un ricercatore romantico dal passo lieve che, grazie a questo insolito hobby, pubblicò diversi libri su operazioni spaziali e fu anche ospite, con la moglie, della Nasa. Poi indossava il camice, pronto a tuffarsi nella sua professione di medico, attento alla cura della persona, ma anche capace di partecipare al bene comune, ebbe anche una breve, ma intensa esperienza politica, nel 1997 a Ciriè in una lista civica legata ai Verdi del compianto Pasquale Cavaliere.
Se ne va così un altro pezzo di storia torinese, una di quelle belle storie fatte di uomini speciali e anticonformisti, in grado di coltivare passioni poco gradite alle superpotenze, ma anche di suscitare ammirazione e simpatia in chi, alzando gli occhi al cielo, poté imbattersi nella mitica Torre Bert.
Elena Miglietti
[Fonte Foto: tecnocino.it, ilpontedeicanais.it]
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