Il 2021 è stato un anno difficile, probabilmente ancora più complesso del 2020 che pareva uno dei più impegnativi degli ultimi anni. Questa pandemia ci ha fatto vivere un’esperienza che nessuno mai poteva credere e prevedere, lasciandoci tuttora degli strascichi che ci si augura di riuscire a trasmutare presto per poi ripartire al meglio. Dallo
Il 2021 è stato un anno difficile, probabilmente ancora più complesso del 2020 che pareva uno dei più impegnativi degli ultimi anni. Questa pandemia ci ha fatto vivere un’esperienza che nessuno mai poteva credere e prevedere, lasciandoci tuttora degli strascichi che ci si augura di riuscire a trasmutare presto per poi ripartire al meglio.
Dallo sport, in questi ultimi giorni, sono arrivati nuovi stimoli, una vera e propria scossa importante. La voglia di rinascere ha prevalso sul sentimento di arresa, e un esempio notevole ce lo ha regalato proprio lo sport italiano. Tra la vittoria dell’Europeo della Nazionale femminile di Softball, il primo posto nel medagliere dei campionari Europei di atletica leggera under 23 disputati a Tallin (Estonia), la qualificazione alle Olimpiadi della Nazionale di basket e la straordinaria cavalcata con vittoria finale dei nostri Azzurri a EURO 2020, c’è anche il nostro Matteo Berrettini.
Il numero 1 in Italia ha, infatti, raggiunto la finale di Wimbledon, il torneo di tennis più storico e prestigioso al mondo.
Prima di disputare lo Slam londinese, Matteo ha vinto l’ATP 500 del Queen’s, torneo che insieme all’ATP 500 di Halle, precede e fa da preparazione in vista proprio dello Slam su erba. Il suo primo 500 conseguito e l’essere stato l’unico italiano a vincerlo hanno dato una grande carica al tennista romano, che ha raggiunto Wimbledon come uno degli atleti più in forma del momento e rendendolo per questo un possibile vincitore.
Matteo non delude le aspettative. Batte Pella, Van de Zandschulp, Bedene, Ivashka, Aliassime e Hurkacz, giocando un bel tennis e raggiungendo la finale dei Championships dopo aver perso solamente tre set nello scontro con i cinque tennisti citati.
Ad attenderlo in finale c’è il numero 1 al mondo Novak Djokovic, che insegue il suo sesto titolo a Londra, cercando di eguagliare Roger Federer e Rafael Nadal a quota 20 Slam.
Nell’edizione precedente(datata 2019), Matteo Berrettini uscì agli ottavi di finale. A batterlo fu niente di meno che sua maestà Roger Federer, che a Wimbledon è il padrone indiscusso, essendo il tennista ad averne vinti di più, ben 8. La partita finì 6-1, 6-2 e 6-2 per il fuoriclasse svizzero in poco più di un’ora. Quella fu la prima gara nel famoso Central Court disputata da Matteo che a fine gara scherzò con Roger domandogli quanto gli dovesse dare per la lezione ricevuta. Ma quella lezione è servita eccome al venticinquenne, che ha alzato il livello del suo gioco e in soli due anni scarsi (dato che nel 2020 si sono giocati pochissimi tornei), è arrivato a giocarsi l’ultimo step di uno Slam. L’11 Luglio è, difatti, una data da incorniciare che rimarrà per sempre nella storia dello sport italiano: Matteo Berrettini è il primo tennista italiano a disputare la finale di Wimbledon. Alle 15.00 in punto tutti gli italiani sono attaccati alla televisione per l’inizio della finale.
Matteo comincia male il match, trovandosi sotto con i terribile 5-2. Djokovic ha la possibilità di chiudere il set, ma l’italiano resta lucido e trova il break. Riesce a pareggiare i conti andando sul 6-6 e giocandosi così il primo set al tie-break. Tie-break che Berrettini vince con orgoglio 7 punti a 4, giocando bene i punti importanti e portandosi in vantaggio in questa finale storica.
Nel secondo set la musica cambia: Il servizio di Berrettini non è quello del primo set; il serbo cambia marcia, fa il suo gioco e con la sua solita stabilità mentale va avanti 4-0. Inutile il contro break nell’ottavo gioco da parte del romano: finisce 6-4 a favore del numero 1.
Si va al terzo col punteggio in parità, ma la storia è più o meno la stessa del precedente set.
Matteo perde il servizio nel terzo gioco e Nole da lì in poi tiene il servizio.
L’unica possibilità per riaprire il set l’italiano lo ha nel sesto game portandosi sul 15-40, ma non riesce a sfruttare il vantaggio. Anche il terzo set finisce 6-4.
Il serbo è così a un solo set dalla conquista del 20° Slam.
Berrettini vuole provare ad allungare la partita. I due tengono il servizio ad inizio set. Sul 3-3 e col servizio a Nole, Matteo vola sullo 0-30; il serbo però resiste e mantiene il servizio.
Berrettini perde il game successivo al servizio e a quel punto per Djokovic è tutto in discesa.
6-7 6-4 6-4 e 6-3 è il risultato finale.
Djokovic vince dunque il suo 6° Wimbledon in carriera e il 20° Slam, raggiungendo Federer e Nadal e continuando a scrivere la storia di questo sport (sono 276 i trofei in tutto vinti dai tre fuoriclasse: Federer 103, Nadal 88, Djokovic 85).
Sicuramente non era facile per il nostro tennista neutralizzare l’emozione per la prima finale di uno Slam e non farsi condizionare da quella. Cercare di più il serve and volley e scambiare meno da fondo avrebbero potuto essere le soluzioni per mettere in difficoltà il serbo.
Dobbiamo assolutamente fare i complimenti a Matteo per averci fatto emozionare in queste settimane, aggiungendo un’altra impresa in questa intensa e meravigliosa estate sportiva italiana e per aver scritto una pagina storica del nostro sport. Speriamo che questa finale sia un trampolino per Berrettini, per i nostri tennisti e per tutto il sistema tennistico italiano.
Ora ci aspettano le Olimpiadi di Tokyo dove saranno presenti per il tennis oltre al finalista Slam anche Fabio Fognini, il giovane Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Camila Giorgi e Jasmine Paolini. Facciamo un in bocca al lupo a tutti i partecipanti italiani presenti a Tokyo. Forza Nazionale italiana!
Alessio Romeo
[Fonte delle immagini: sport.virgilio.it (copertina), eurosport.it e instagram.com/matberrettini/]
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