A Ravenna, dal 13 al 17 settembre, si inaugura la settima edizione del Festival Dante2021. Un altro passo avanti verso il settimo centenario della morte di Dante Alighieri per il Festival dedicato al padre della lingua italiana, che giunge quest’anno alla VII edizione. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica
A Ravenna, dal 13 al 17 settembre, si inaugura la settima edizione del Festival Dante2021. Un altro passo avanti verso il settimo centenario della morte di Dante Alighieri per il Festival dedicato al padre della lingua italiana, che giunge quest’anno alla VII edizione. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’ Accademia della Crusca, Dante2021 è un viaggio che riparte da il lungo studio e ’l grande amore (Inferno I, v. 83): il motto dell’edizione 2017 sintetizza perfettamente lo spirito del Festival, teso alla diffusione dei traguardi della ricerca, ma anche alla condivisione viva dell’esperienza dell’opera del Poeta. Dal 13 al 17 settembre i luoghi danteschi della città accoglieranno l’intenso programma di incontri, spettacoli e concerti – tutti a ingressi libero e preceduti da Dante Hors d’Oeuvre, “piccole letture dantesche” dal 6 al 9 settembre. Come vuole la consuetudine, una citazione della Commedia unisce gli eventi del ricco programma, disseminati nei luoghi danteschi della città: il lungo studio e ’l grande amore (Inferno I, v. 83) di quest’edizione evoca immediatamente quel primo incontro fra il viaggiatore Dante e la guida Virgilio, pietra angolare da cui fiorisce la sapiente e vertiginosa architettura del poema. Come la scrittura di Dante si fonda su quello studio e quell’amore che l’hanno avvicinato all’opera del maestro latino, così il motore e l’orizzonte di Dante2021 fanno riferimento a quelle stesse parole, come ricorda il direttore artistico del festival Domenico De Martino: Studio e amore, sì. Una diffusa passione, un gusto per la lettura dei testi che si rafforza e si sostanzia nei valori della ricerca più avanzata (letteraria, filologica, storica, artistica): questo è per Dante2021 il senso della alta divulgazione. La manifestazione è realizzata con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, ed è resa possibile dalla rete di collaborazioni con soggetti della città: l’Istituzione Biblioteca Classense, il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, la Casa Matha – Schola Piscatorum e, per gli incontri Dante Hors d’Oeuvre D.H.O., il Museo Nazionale e il Caffè Letterario. Gli appuntamenti – tutti ad ingresso libero come sempre – porteranno in scena lo studio e l’amore di protagonisti quali Alexander Lobodanov, Maurizio Molinari, Antonio Patuelli, Teodolinda Barolini, Sandro Lombardi, Davide Riondino, Brunello Cucinelli, Carlo Ossola, Stefano Salis, Paolo D’Achille, Giovanna Frosini, Giuseppe Polimeni, nonché Corrado Augias e Enrico Ruggeri, che riceveranno rispettivamente i premi Dante-Ravenna e Musica e Parole 2017. Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte / che spandi di parlar sì largo fiume? (Inferno I, vv. 79-80): così Dante, bloccato dalle tre fiere nella sua ascesa verso il «dilettoso monte», si sorprende riconoscendo Virgilio, inviato da Beatrice a salvarlo. Nel corso dei secoli Dante è diventato a propria volta la fonte da cui si spande il largo, multiforme fiume della lingua e della letteratura italiana. Dalla sua opera scaturisce una varietà di temi, dibattiti, studi, suggestioni e ispirazioni che per Dante2021 si realizzano nei linguaggi della musica, del teatro, delle arti visive, ma si applicano anche ad argomenti a noi vicini: il senso civile e comunitario, il sostegno alle arti, il rapporto fra impresa e studi umanistici… Vagliami ‘l lungo studio e’l grande amore / Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore (Inferno I, vv. 83-84): il motto dell’edizione 2017 racchiude i due termini con cui Dante definisce il proprio atteggiamento nei confronti del maestro Virgilio e che oggi non possono che caratterizzare il nostro sguardo verso l’autore della Commedia. Così la divulgazione di Dante2021 si compie nell’intreccio tra l’ininterrotta ricerca accademica e la diffusa passione per la poesia di Dante, in un viaggio che affianca studiosi e artisti a un pubblico cresciuto tanto nei numeri quanto e soprattutto nella sempre maggiore consapevolezza del ruolo di Dante, ieri e oggi, nel nostro modo di esprimerci e nella cultura del nostro Paese e internazionale. E, naturalmente, nella storia di Ravenna: visitare gli spazi danteschi – primo fra tutti la Tomba, luogo simbolo dell’unità culturale nazionale – è anche occasione di riscoperta del patrimonio della città e delle energie intellettuali e creative che la animano. Il Festival si apre mercoledì 13 settembre alle ore 17 presso gli Antichi Chiostri Francescani con i saluti di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Claudio Marazzini, (presidente dell’Accademia della Crusca), Domenico De Martino (direttore artistico di Dante2021). A seguire, Dante parla russo con Alexander P. Lobodanov dell’Università Lomosonov di Mosca, Preside della Facoltà di Arti e Direttore del Dipartimento di Semiotica e teoria dell’arte. Accompagnato da letture – testi scelti da Pukin a Blok, da Achmatova a Mandel’tam, di cui sarà interprete finissimo Alessandro Libertini della Compagnia “Piccoli Principi” – Lobodanov illustrerà la grande diffusione dell’amore per l’opera dantesca in Russia e quanto questa abbia contribuito ad arricchire la stessa poesia russa. Fra le letture anche due poesie dedicate a Ravenna e a Dante, di Alexander Blok (1880-1921) e di Nikolaj Zabolockij (1903-1958). Alle ore 18.30 l’inaugurazione della mostra che vedrà protagoniste le 22 Visioni dantesche di Aristide Foà. Bibliotecario a Parma e cultore dell’arte a tutto tondo, profondo conoscitore di musica classica e appassionato pittore, Foà fu costretto dalle persecuzioni razziali a emigrare in Svizzera. Per le tavole ad acquerello ispirate a episodi della Commedia aveva ricevuto nel 1929 il Gran Premio dell’Accademia d’Italia: l’insieme nacque, secondo le parole dello stesso autore, come «espressione di sensazioni e di immagini più che di cose, le quali vi sono rappresentate in quella reale irrealtà di forme e sopra tutto di luci e di colori che è caratteristica della poesia dantesca». Come nota lo storico dell’arte Carlo Sisi, Foà ha coniugato la personale ammirazione per il poema dantesco con una sequenza di illustrazioni segnate da un impeto scabro e ombroso, sublime e allucinato. Alle 21 la Basilica di San Francesco si fa palcoscenico per il concerto promosso e offerto dall’Associazione Musicale Angelo Mariani di Ravenna: per I canti del Purgatorio si esibiranno la soprano Giulia Semenzato e la mezzosoprano Josè Maria Lo Monaco, con la voce recitante di Marcello Prayer accanto al Coro Ludus Vocalis, il Coro Santo Spirito e l’Orchestra Città di Ferrara, diretti da Diego Terreni. Le preghiere e i Salmi che Dante ha fatto risuonare attraverso le voci delle anime del Purgatorio saranno presentati, accanto ai relativi versi della Commedia, nei canti gregoriani, nelle musiche di Vivaldi, Bach, Mozart, del compositore russo Nikolaj Kedrov (1871-1940) nonché del maestro di cappella del Duomo di Ravenna Benedetto Megni (1574-1637). Giovedì 14 settembre alle 17 presso la recentemente (e splendidamente) restaurata Sala Dantesca della Biblioteca Classense, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari e Antonio Patuelli, Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna e dell’Associazione Bancaria Italiana, a partire da una citazione dantesca – e sonar nella voce e “io” e “mio” / quand’era nel concetto “noi” e “nostro” (Paradiso XIX, vv. 11-12) – dialogheranno sulla perdita nella società contemporanea del senso del noi. Nei tempi della globalizzazione e del movimento di grandi masse di persone qual è ancora il valore della comunità? Venerdì 15 settembre l’appuntamento è di nuovo alla Sala Dantesca della Classense, con un’altra testimonianza internazionale di studio e d’amore per la poesia di Dante. Dopo la Russia, gli Stati Uniti: arriva infatti dalla prestigiosa Columbia University di New York la dantista Teodolinda Barolini, per una conversazione dal titolo Paradiso: realismo e realtà, dedicata al “realismo concettuale” della terza cantica, con cui Dante cerca di sostenere il lettore nello sforzo immaginativo di comprendere l’indicibile. Dal 1997 al 2003 presidente della Dante Society of America e autrice pubblicata anche in Italia, Barolini è Editor in Chief del sito Digital Dante (http://digitaldante.columbia.edu), che include anche il suo Commento Baroliniano a tutti i canti della Commedia. Alle 21 si ritorna ai Chiostri Francescani e si ritorna all’inferno: guide, in questo caso, due figure di riferimento della storia del teatro italiano, Sandro Lombardi e David Riondino. Mettendo a confronto i personaggi della prima cantica con grandi icone o momenti cruciali del nostro tempo, Inferno Novecento (drammaturgia di Fabrizio Sinisi e regia di Federico Tiezzi) si propone come un racconto visionario dell’anomalo, tremendo secolo passato, che ora attualizza il poema e ora nobilita le prose moderne, sempre con grande pathos nella lucida interpretazione di Lombardi e Riondino. Nel confronto serrato fra poesia e cronaca, dove canti dell’Inferno dantesco si avvicendano a brani di articoli di grandi giornalisti su personaggi emblematici e avvenimenti chiave del nostro tempo, i versi di Dante diventano uno strumento vivo ed efficacissimo per mettere a nudo le contraddizioni dell’uomo contemporaneo. Sabato 16 settembre la ricca giornata di Dante2021 si svolgerà interamente ai Chiostri Francescani. Si comincia alle 11 con la conversazione guidata da Stefano Salis del domenicale del Sole24ore. Il tema, se non direttamente dantesco, coinvolge gli studi sul Poeta in una riflessione sul futuro degli studi umanistici: quali gli scopi e i vantaggi del sostegno delle imprese alla ricerca non collegata alla produttività? A confrontarsi su Impresa, studi umanistici e arte: un incontro possibile? sono chiamati Brunello Cucinelli – stilista, imprenditore di successo internazionale, sostenitore di un capitalismo neoumanistico, mecenate che ha più volte ricordato il valore dell’arte come risorsa necessaria – e il filologo e critico Carlo Ossola, docente del Collège de France di Parigi e direttore dell’Istituto di studi italiani dell’Università della Svizzera Italiana, da sempre impegnato in un’ampia divulgazione a livello internazionale. Alle 17 si rinnova l’appuntamento con i vincitori delle Olimpiadi di italiano, organizzate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e quest’anno dedicate alla memoria del grande linguista Tullio De Mauro. Sarà Paolo Corbucci, coordinatore scientifico delle Olimpiadi (MIUR), a presentare le giovanissime Ilaria Pennacchio e Federica Improda: Ilaria vive a Parigi da due anni e non ricorda un solo giorno senza leggere, mentre Federica arriva da Formia e sogna di vivere di ciò che scrive; con il pubblico di Dante2021 condivideranno la passione per la lingua italiana che accompagna la loro esperienza scolastica e personale. A seguire continua e completa l’incontro del mattino la tavola rotonda condotta da Stefano Salis. Sotto lo stesso titolo Impresa, studi umanistici e arte: un incontro possibile? si svilupperà il tema di politica culturale del rapporto fra impresa e sostegno alle discipline umanistiche e all’arte. L’incontro vedrà la partecipazione di un’altra imprenditrice “illuminata”, Rossella Bisazza dell’omonima Fondazione (collocata in un immenso spazio espositivo dedicato a designer e architetti internazionali alle porte di Vicenza) e dell’avvocato milanese Giuseppe La Scala (sostenitore di preziose imprese editoriali attraverso la Toogood Society); in dialogo con loro il rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni, Antimo Cesaro (Sottosegretario MIBACT e docente Seconda Università di Napoli) e Tommaso Sacchi (Capo della segreteria Cultura del Comune di Firenze). E alle 21 i Chiostri Francescani si impreziosiscono di un spirito soave pien d’amore, / che va dicendo a l’anima: sospira, con Stefano Albarello al liuto, chitarra e voce, accompagnato dalla voce, tra rock e classicità, di Virginia. Quale miglior preludio per l’assegnazione dei premi Dante-Ravenna e Musica e parole? Con l’introduzione di Paolo D’Achille dell’Università di Roma 3 sulla lingua della divulgazione, il premio Dante-Ravenna 2017 sarà assegnato a Corrado Augias, giornalista (Panorama, La Repubblica, Espresso), notissimo scrittore e conduttore televisivo italiano, autore di libri e programmi che hanno catturato l’attenzione e l’immaginazione di lettori e spettatori. Sarà invece Giovanna Frosini dell’Università per Stranieri di Siena, anche lei Accademica della Crusca come D’Achille, con un intervento sulle canzoni destinate a dare voce a istanze e figure femminili, ad assegnare il premio Musica e parole 2017 a Enrico Ruggeri, cantautore del rock italiano le cui creazioni hanno accompagnato generazioni; la sua partecipazione è realizzata in collaborazione con la Nazionale Italiana Cantanti. Domenica 17 settembre il percorso 2017 del Festival si conclude presso la sede della Casa Matha con Dante nel Risorgimento. Per ricostruire la percezione di Dante e della sua opera alla svolta epocale della formazione dello Stato italiano, è stato convocato Giuseppe Polimeni dell’Università Statale di Milano, uno studioso che all’interesse per Dante coniuga lo studio profondo della lingua e della letteratura dell’Ottocento e Novecento italiano. Alla luce del verso della Commedia «sanar le piaghe c’hanno italia morta» (Purgatorio VII, v. 95), Polimeni illustrerà il contributo che la lettura di Dante ha dato alla formazione del concetto moderno di Italia e alla sua realizzazione. Le letture di testi, da Foscolo e Francesco Lomonaco a Manzoni, sono affidate alla voce di Lorenzo Degl’Innocenti.
Redazione Artinmovimento Magazine
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