Si aprirà il prossimo mercoledì 26 novembre presso le Fruttiere di Palazzo Te mantovano la mostra Mirò, l’impulso creativo. Dedicata al celebre surrealista catalano, artista eclettico ed estroso che rivoluzionò l’arte novecentesca con il suo stile fiabesco e sognatore, solo apparentemente infantile, fatto di colori netti e linee decise; la mostra ospita oltre cinquantatre opere
Si aprirà il prossimo mercoledì 26 novembre presso le Fruttiere di Palazzo Te mantovano la mostra Mirò, l’impulso creativo.
Dedicata al celebre surrealista catalano, artista eclettico ed estroso che rivoluzionò l’arte novecentesca con il suo stile fiabesco e sognatore, solo apparentemente infantile, fatto di colori netti e linee decise; la mostra ospita oltre cinquantatre opere di straordinaria bellezza, tra pittura, scultura e ceramica: dai preziosi olii del periodo parigino ai coloratissimi arazzi, bronzi, terracotte, disegni. Un excursus storico lungo più di trent’anni, dal 1966 al 1989, nella produzione artistica di uno dei pittori che più ha influenzato le avanguardie europee. Artista, teorico tra i più radicali dell’avanguardia della surrealtà. Sarà infatti Andrè Breton, fondatore del movimento nel 1924, a riconoscerlo come «il più surrealista di tutti noi».
Ospitata presso le Fruttiere di Palazzo Te a Mantova dal 26 novembre 2014 al 6 aprile 2015, la mostra Mirò è promossa e organizzata dal Comune di Mantova, in collaborazione con la Fundació Pilar i Joan Miró di Palma di Maiorca e curata da Elvira Cámara López, direttore della Fondazione.
Cinque sono le aree tematiche in cui lo spazio espositivo sarà diviso: gesto, forza espressiva del nero, trattamento del fondo come punto di partenza creativo, eloquenza della semplicità, sperimentazione materica. Obiettivo, portare il visitatore all’interno del processo creativo di Joan, attraverso le diverse tecniche, i mezzi e i materiali da lui utlizzati.
Il percorso, inoltre, si caratterizzerà per la suggestiva ricostruzione degli Studi Sert e Son Boter, i luoghi in cui l’artista catalano creò i suoi capolavori, conservati in ogni minimo dettaglio (pennelli, strumenti, oggetti) grazie all’attività della Fundació Pilar i Joan Miró.
Di assoluto interesse poi, i percorsi guidati di approfondimento: una full immersion nella creatività fantasiosa dell’artista, approfondita con un approccio e un livello di complessità declinati in funzione dei differenti pubblici. Ecco allora il Laboratorio di Fiabe, per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, che introdurrà i bambini nel colorato mondo dell’artista, alla ricerca di dettagli nelle opere dell’artista, come in una vera caccia al testo; e nondimeno i percorsi Tra cielo e terra e Metafore, rispettivamente per le scuole secondarie di primo e di secondo grado, impegnati a illuminare le opere e le figure di Mirò come metafore del suo pensiero, del suo animo, della sua visione del mondo.
Mostra surreale, visionaria; di primo piano a livello europeo. Uno status che sarà confermato nell’open day, in data 26 novembre, dalla presenza non solo della curatrice della mostra, Elvira Cámara López, ma soprattuto del sindaco di Palma di Maiorca Mateo Isern, nonchè del nipote dell’artista, Joan Punye.
Una meravigliosa finestra sul Novecento pittorico. La storia di come l’arte divenne un mondo di sogno. Un viaggio nel «gioco arbitrario dei pensieri», dove la realtà è solo punto di partenza per associazioni di immagini dal più profondo significato.
Perché è questo il surrealismo di Joan Mirò: quello di un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni (J. Prévert).
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: tafter.it (copertina); mantovatourism.it; nuovacronaca.jimdo.com; wikiart.org]
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