I capolavori di Van Gogh prendono vita. Una vibrante sinfonia di forme e colori. Un nuovo modo di vivere e conoscere l’arte. Il genio folle fa tappa a Firenze. Dopo il grande successo mondiale fatto di milioni di visitatori, è la magica Chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, a due passi dal Ponte Vecchio, la casa
I capolavori di Van Gogh prendono vita. Una vibrante sinfonia di forme e colori. Un nuovo modo di vivere e conoscere l’arte. Il genio folle fa tappa a Firenze.
Dopo il grande successo mondiale fatto di milioni di visitatori, è la magica Chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, a due passi dal Ponte Vecchio, la casa della mostra Van Gogh Alive, a Firenze dal 16 febbraio al 12 aprile. Prodotta e realizzata da Grande Exhibitions e Perlage Grandi Eventi, un’esperienza multimediale per tutta la famiglia. La sensazione offerta dalla visione dalla mostra multimediale nel contesto di S. Stefano è un’emozione ancora mai provata nel mondo – questo l’invito di Fabio Di Gioia, curatore della mostra.
Oltre 3000 immagini proiettate in altissima definizione grazie all’innovativo sistema SENSORY4 comporranno uno straordinario museo vivente. Offriranno agli spettatori un voyage à travers l’impossible dell’universo creativo e visionario dell’artista, dagli intensi cromatismi alla tumultuosa vicenda esistenziale.
SENSORY4 utilizza un sistema unico che incorpora ben quaranta proiettori ad alta definizione, una grafica multicanale e un suono surround simile a quello delle sale cinematografiche. È stato definito per questo come uno dei più coinvolgenti ambienti multiscreen al mondo. Immagini enormi, nitide e cristalline, così reali da poterle quasi toccare con mano, illumineranno schermi e superfici, realizzati su misura per la ex Chiesa di Santo Stefano al Ponte Vecchio, nel cuore del capoluogo toscano.
Dagli esordi nei Paesi Bassi, alla Parigi degli Impressionisti, fino alla permanenza ad Arles, Saint Rémy e Auvers-sur-Oise, dove dipinse molti dei suoi eterni capolavori. Un’immersione totale nella pittura geniale e sofferta dell’artista: dai Mangiatori di Patate, ai celeberrimi Girasoli, dalle Notti Stellate allo struggente commiato nel Campo di Grano con Corvi.
Il percorso attraverso la pittura di Van Gogh, suddiviso in movimenti come fosse una partitura musicale, è arricchito dai disegni delle sue opere e da alcuni brani tratti dalle lettere indirizzate al fratello Theo. Il risultato è quello di offrire uno spaccato della vita dell’artista, delle sue idee e del suo tormento interiore, il dramma cupo della follia con cui lottò, senza riuscire a salvarsi. Il tutto accompagnato dalle musiche di Handel, Tiersen, Lalo, Delibes, Viseur, Barber, Schubert, Kusturica, Godard, Part, Chabrier, Nielsen, Sakura, Satie, Zorn, Saint-Saëns, Liszt, Delibes e Godard.
A Firenze, dal 16 febbraio al 12 aprile in Santo Stefano al Ponte, Van Gogh Alive. Il viaggio attraverso l’impossibile pittura di un artista-filosofo esistenzialista. Perchè Vincent van Gogh, senza rendersene conto, ha in comune con Kierkegaard, Dostoevskij e Nietzsche l’esistenzialismo e il nichilismo che tanta parte avrebbero avuto nella cultura del secolo breve. Per Sartre, lucidamente, e per van Gogh inconsciamente, si tratta della scoperta della nausea. Quando vi capita di rendervene conto vi si rivolta lo stomaco, e tutto comincia a fluttuare – Jean-Paul Sartre. I quadri di van Gogh fluttuano.
Sartre non pensava certo a Vincent quando scrisse quelle parole. Eppure, la sua pittura, riuscì a spiegarla meglio di chiunque altro. E lo fece in una sola, eterna frase.
Ero io, la radice; o meglio: ero io, io intero, la coscienza della sua esistenza. La nausea non m’ha lasciato e non credo che mi lascerà. Ma non la subisco più, non è più una malattia né un accesso passeggero. La nausea sono io stesso.
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: vangoghalive.it; wikipedia.it; ansa.it; quinewsfirenze.it]
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