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A Filippo: il sentito omaggio a un Sisifo umano, troppo umano

A Filippo: il sentito omaggio a un Sisifo umano, troppo umano

23 Luglio 1967 – 2 Febbraio 2014. Eternamente confinato in ruoli marginali o scomodi, veste che rimarrebbe più che mai stretta ai tanti aspiranti divi che affollano il Sunset Boulevard, Philip Seymour Hoffman è stato, e se n’è andato, da outsider. Grande appassionato di recitazione sin da ragazzo, segue i corsi di arte drammatica a

23 Luglio 1967 – 2 Febbraimagesio 2014. Eternamente confinato in ruoli marginali o scomodi, veste che rimarrebbe più che mai stretta ai tanti aspiranti divi che affollano il Sunset Boulevard, Philip Seymour Hoffman è stato, e se n’è andato, da outsider.
Grande appassionato di recitazione sin da ragazzo, segue i corsi di arte drammatica a New York, diplomandosi nel 1989 e debuttando nel 1991 con la partecipazione a Triple Bogey on a Par Five Hole. Notato dalle grandi case di produzione hollywoodiane, viene chiamato per un ruolo in Scent of a Woman – Profumo di donna, del 1992. Negli anni successivi è protagonista di film di grande successo: Boogie Nights, Il grande Lebowski, Happiness, Magnolia, Il talento di Mr. Ripley, Quasi famosi, Ubriaco d’amore, Red Dragon e La 25ª ora. Personaggi negativi, spesso terribilmente antipatici o spassosamente comici: un vero e proprio biglietto da visita.
L’occasione arriva nel 2005, quando l’amico Bennett Miller lo scrittura nella parte da protagonista nella biografia rivelatoria Truman Capote: A sangue freddo, dove l’attore conquista l’Oscar incarnando in modo divino lo scrittore statunitense, entrando finalmente nelle grazie della Mecca del Cinema.
Il resto è cosa nota. Il corpo senza vita nel bagno della dimora newyorkese. La siringa ancora conficcata nel braccio e chiusa dal laccio emostatico. La polizia e la bustina con l’eroina. Le dichiarazioni e gli addii di famiglia, parenti e amici. Abbiamo perso uno dei più grandi oggi (Aaron Paul).

Eppure, allora comindexe oggi, a un anno di distanza, la nostalgia è più forte di tutto, più forte dell’odio, del rancore. Tutti gli uomini sani hanno pensato al suicidio, spiega Camus ne Il mito di Sisifo. Ma come molti prima di lui Philip è umano. Nell’incontro-scontro con l’Assurdo, è lui a cedere. Sisifo lascia cadere il masso, muore. Non per questo, però, la sua immagine smette di parlare.
Philip Seymour Hoffman è stato, è, continuerà a essere a real genious (G. Paltrow). Un grande attore, un meraviglioso uomo, una splendida anima cui dedico queste semplici, povere parole. La magica dimostrazione che, a volte, i miracoli accadono.

A Filippo

C’è stato
qualcosa
un tempo
avanti quelle spalle.
Un pesante
maleodorante
futuro.
Ora
è dietro di te
vissuto
incompreso
deluso.

Pensa
fa pensare.
Forse non sei speciale
tu.
La vita
la guerra
scivola via
anonima
come le altre.
Tue tutte le felicità
le tristezze.
Tua
intera
la Solitudine.

L’hai capito
ormai.
Come ti adorano
smettono di farlo
gli altri.
Gli amori
finiscono di amarti.
Muoiono
vanno avanti
loro.
E il mondo
dimentica
dimentica.
Dimentica
quegli occhi aperti
sul sogno
che nessuno
davvero
guarda.

Nasci
dal niente
Vivi
del niente
Cammini
al niente.
Il nulla
solo
ti guida.
Ci sei
vai
sei andato
via.

Come una palla da football
nella domenica del Superbowl
ti tiri via dal gioco
Filippo
per rimanere
sempre
con noi.
Vero
leale
speciale nel tuo essere
normale.

Autentico artifex
dolcissima anima
coraggioso
coraggioso uomo.
Non senza rumore
te ne sei andato
non senza rimpianto
mi hai lasciato.

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Come un fratello maggiore
di cui ti fidi
avrei voluto scoprire
dove
quel sorriso
mi avrebbe accompagnato.

Giuseppe Parasporo

[Fonti delle immagini: wegotthiscovered.com; post-gazette.com; mirror.co.uk; fuckyeahphilipseymour.tumblr.com]

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