Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e genetica – ha spiegato il dott. Vogelstein al Guardian. Due tumori su tre dipendono dalla sfortuna e non dallo stile di vita o dai geni. È quanto emerge dalla scioccante ricerca scientifica pubblicata di recente sulla rivista scientifica Science. Obiettivo, un modello matematico per analizzare l’incidenza di
Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e genetica – ha spiegato il dott. Vogelstein al Guardian. Due tumori su tre dipendono dalla sfortuna e non dallo stile di vita o dai geni.
È quanto emerge dalla scioccante ricerca scientifica pubblicata di recente sulla rivista scientifica Science. Obiettivo, un modello matematico per analizzare l’incidenza di diversi tipi di tumori. Condotto dai ricercatori Bert Vogelstein e Cristian Tomasetti della Johns Hopkins University di Baltimora, Maryland (Stati Uniti), è uno studio di tipo statistico, basato su un’ampia serie di dati raccolti negli ultimi decenni dai centri di cura e ricerca sul cancro.
È ormai dal molti anni che Vogelstein si occupa del rapporto tra genetica e tumori. Dal canto suo, Tomasetti ha da poco conseguito un dottorato in matematica applicata. Accade così che un giorno, discutendo di diverse teorie sui timori, i due, amici da tempo, pensano di provare a rispondere a una delle domande più frequenti tra chi si occupa della materia: quanti sono i tumori causati da abitudini errate e condizioni ambientali dannose? Quanti da mutazioni genetiche? Di qui la necessità, per rispondere al quesito, di conoscere quanti dei tumori siano invece frutto di eventi sostanzialmente casuali.
Dei trentuno tumori analizzati dagli scienziati americani, solo nove sono risultati essere collegati allo stile di vita o a difetti genetici. I restanti 22, invece, sono stati dimostrati principalmente come risultati di sfortuna. Del resto, più una cellula ha bisogno di dividersi per vivere, più aumenta la possibilità che sviluppi un tumore. In breve, il sistema matematico elaborato dai ricercatori ha evidenziato che all’aumentare del numero di divisioni cellulari aumenta il rischio che si sviluppi un tumore.
Secondo i risultati dello studio, allora, i fattori di rischio convenzionali (fumo, alcol, dieta) e la predisposizione genetica intervengono solo in un terzo dei casi. Il 66% dei tumori, quindi, è pura sfortuna, più totale incomprensibilità, in quanto si verifica in assenza di comportamenti a rischio. Tuttavia, sta di fatto che stili di vita sbagliati continuano ad aumentare il rischio di ammalarsi: il fumo, da solo, resta il responsabile del 20% dei casi di cancro in tutto il mondo. Lo stesso vale per l’eccessiva esposizione al sole, l’obesità o l’eccessiva assunzione di farmaci e/o alcolici. Stili di vita scorretti e fattore sfortuna: una miscela pericolosissima.
La conclusione dello studio è che, nella maggior parte dei casi, non è possibile prevenire i tumori. La ricerca, dunque, dovrebbe concentrarsi sulla diagnosi precoce, ovvero sulla capacità di identificare il cancro quando è ancora ai suoi primi stadi, di fermarlo prima che possa fare seri danni. Sebbene sia basata su una serie ampia di dati raccolti negli ultimi decenni, è bene sottolineare, però, che la loro ricerca è di tipo statistico, che ciò che teorizza dovrà essere confermato da altri studi. Il lavoro di Volgestein e Tomasetti, inoltre, per quanto importante, lascia da parte un terzo dei tumori, per i quali le cause continuano a essere particolari predisposizioni genetiche o condizioni ambientali che possono essere pericolose. Questo studio dimostra che molte forme di cancro sono dovute in gran parte alla sfortuna di subire una mutazione in un gene – afferma Vogelstein.
Una ricerca da mettere i brividi, letteralmente. Il timore dei medici è che studi come quello di Science possano far pensare che i tumori siano inevitabili, che non si possa fare nulla per prevenirli, benchè storiche ricerche abbiano messo in evidenza l’importanza di seguire abitudini più sane per ridurre le possibilità di ammalarsi.
Insomma, la scienza reincontra il caso. Parafrasando le parole di Einstein, nel corso del Novecento l’uomo si accorge che Dio gioca a dadi. Forse aveva ragione il filosofo della Ragion pura: l’opposizione tra causalità deterministica e causalità libera è e resta un’antinomia.
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: unionesarda.it; huffingtonpost.it; ilpost.it]
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