728 x 90

Due “nuove” beatitudini che ci aiutano a realizzare il So Ham

Due “nuove” beatitudini che ci aiutano a realizzare il So Ham

Spirito SantoSoffia in meBrucia in meOggi che ho bisogno di te,Spirito SantoSoffia in me Col mood creato da questa invocazione cantata, ha inizio il Darshan di Swami Roberto di oggi, 8 settembre, focalizzato sulla preghiera e sull’importanza di questa. In primis, bisogna ricordare che, come Sant’Agostino insegnava il cantare è proprio di chi ama (Sermo

Spirito Santo
Soffia in me
Brucia in me
Oggi che ho bisogno di te,
Spirito Santo
Soffia in me

Col mood creato da questa invocazione cantata, ha inizio il Darshan di Swami Roberto di oggi, 8 settembre, focalizzato sulla preghiera e sull’importanza di questa. In primis, bisogna ricordare che, come Sant’Agostino insegnava il cantare è proprio di chi ama (Sermo 336, 1: PL 38, 1472) e cantando si prega due volte. Partendo da queste considerazioni comprendiamo perché si fa così tanto ricorso alla musica nel Tempio di Anima Universale: cantare, difatti, è un vero e proprio atto d’amore, amore che si esprime con maggiore partecipazione giacché aggiungiamo una parte artistica, veicolata dalla nostra voce, posta al servizio della musica.

La preghiera è, per Swami, la via maestra per arrivare al cuore di Dio e ottenere così il Suo potente aiuto. Gesù di Nazareth ne è stato il più grande esempio: difatti, per esercitare i grandi miracoli si rivolgeva al Padre Nostro, entrava in connessione la Sua vibrazione trasformatrice. Quindi per realizzare le grandi “imprese” che ha compiuto, ricorreva sempre alla preghiera.

Noi, come Gesù, prima siamo chiamati a pregare, a parlare con Dio per ottenere il Suo aiuto. Possiamo ricorrere a formule prescritte, culturalmente decodificate e diffuse, come l’Ave Maria, il Padre Nostro, il Salve Regina, la Preghiera Semplice di San Francesco, o usare la giaculatoria, preghiera non liturgica e spesso in rima, o i mantra oppure ricorrendo alla preghiera spontanea, quella semplice e personale che ciascuno compone nella relazione intima con la propria divinità di riferimento. Tutto va bene. Tutto è perfetto in quanto l’udito del Padre Nostro è sempre vigile e attento, e Lui è pronto a rispondere ai desideri del cuore di chi si rivolge a Lui. Dio ama ciascuno di noi come se fossimo l’unico essere presente in tutti gli universi e quindi il Suo ascolto è dedicato a ciascuno dei Suoi figli. Lui non prevede possibilità di distrazione alcuna: siamo noi uomini, presi da noi stessi, dalle nostre pratiche, dagli smartphone terribilmente invasivi a distrarci, a non prestare ascolto né alla parte più autentica di noi né agli altri, e ahimè, né tantomeno ai messaggi che il Divino ci lancia ogni giorno. Mi sovviene il Vangelo della Liturgia della Parola di oggi in cui Gesù pose le dita negli orecchi di un sordomuto e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. (Mc, 7, 33-35). In tale passo si evidenzia l’importanza dell’ascolto, giacché attraverso un soffio Cristo riattiva la capacità di ascoltare e parlare: ma se è vero che noi sviluppiamo la parola, attraverso l’ascolto, sicuramente è quest’ultimo aspetto che vuole sottolineare, invitandoci a liberarci dai rumori della nostra comunicazione intrapsichica e nel silenzio poter far spazio agli altri e anche alle divine istruzioni del Padre.

Quindi siamo noi a distrarci continuamente. Non giustifichiamo il nostro latitare nel pregare ipotizzando che Dio non ci ascolti o non esaudisca quanto a Lui chiediamo. Facendo così stiamo definendo Dio un maleducato, etichettandolo con lessemi umani, assolutamente non idonei alla Sua essenza: così facendo, per giustificare una nostra mancanza, arriviamo quasi a bestemmiare il Suo nome. Lui è sempre accorto a ogni nostro pensiero, è sensibilità perfetta che vibra ogni volta che percepisce un nostro richiamo. Questa è una verità che oggi Swami ha condiviso con noi e già sarebbe stato sufficiente, ma il Maestro di Leinì, generoso nel condividere la Sua conoscenza, ha continuato ricordandoci come sia possibile realmente fare in modo che le nostre preghiere siano esaudite.
In primis, ha sottolineato che per pregare veramente, dobbiamo pensare di essere difronte alla sensibilità perfetta, alla vibrazione più sensibile. Affinché arrivi a Dio la nostra preghiera, questa deve essere sincera, ovvero dobbiamo avere ben chiaro nella nostra mente cosa stiamo chiedendo, e quali sono le conseguenze del nostre chiedere. Non è banale questo aspetto. Si conosce da sempre la frase evangelica Chiedete e vi sarà dato Mt, 7, 7), ma ciò che Swami invita a fare è proprio un lavoro di introspezione, prima di rivolgere al Padre, giungendo così a capire quale parte di noi quella richiesta va a nutrire, chiedendosi se è balsamo per il nostro ego o un veleno contro noi stessi e la nostra evoluzione oppure ancora qualcosa che possa collegarci così tanto a questa dimensione materiale da condizionare il nostro percorso animico, facendoci continuare a subire le catene del saṃsāra. Possiamo chiedere anche abbondanza materiale al Padre nostro che è nei Cieli, ma bisogna capire il fine di tale richiesta e cosa questa può comportare.

Inoltre, per Swami, bisogna fare attenzione ad essere, quando si prega, in comunione con Dio, in sintonia con Lui. Ciò non significa solo essere certi del Suo ascolto, ma che Dio vibri totalmente con noi e quindi essere vibrazione pura con Lui: per arrivare a tanto bisogna elevarci, espanderci, crescere di livello vibrazionale, e per farlo dobbiamo alleggerirci dall’angoscia che ci attanaglia, dalla paura della precarietà, dalla tristezza, dalla rabbia, dalla delusione, dalle continue guerre che facciamo con noi stessi. Sembra così difficile, ma in realtà per chi crede anche l’impossibile diventa possibile: è questo il senso di essere eroi oggi, misurandoci con i nostri limiti e trascendendoli, attraverso un profondo lavoro su se stessi.
E Swami Roberto a questo punto ci offre due divine istruzioni che sono profondamente legate alla preghiera.

Noi conosciamo le beatitudini, riportate nel Vangelo di Matteo:

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. (Mt, 5, 3-12)

Tra le pagine più belle e liriche del Vangelo, a mio avviso, ma oggi ho scoperto che ci sono altre due beatitudini poco conosciute, e riportate nel Salmo 118.
Beato l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore.
Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.

In questi pochi versi è racchiuso il segreto del Bhakti Yoga, dello Yoga devozionale, basato letteralmente ed esclusivamente sulla devozione, ovvero sull’amore incondizionato nei confronti di Dio che conduce all’unione col Divino e alla liberazione dal ciclo delle rinascite.

Tornando alle due nuove beatitudini, la prima domanda che ci si deve porre è proprio: Chi è la persona di integra condotta? È quella che ricevendo il male, non ne genera altro, colei che è coerente con la propria coscienza, colei che sa perdonare, colei che porge l’altra guancia, non facendosi intaccare dal male stesso, non facendosi sporcare da demoni che colpiscono la sua mente. Ciò presuppone un profondo lavoro su se stessi, grazie al quale si diventa padroni delle proprie emozioni e si allineano i propri atti con le parole che si sono affermate. Per essere integri, bisogna essere onesti in tutto ciò che si fa e si dice, soprattutto quando non si ha timore di essere colti in fragrante: l’onestà diventa una leva fondamentale che ti fa oggi essere controcorrente e ti rende un baluardo di luce per chi ti è vicino. Essere coerenti con la propria coscienza significa anche esserlo a ciò che si è compreso della parola di Dio, degli insegnamenti da Lui impartiti.
Passando all’altra beatitudine, la parola chiave è fedeltà, ovvero costanza e continuità nel seguire quanto Dio ci ha indicato. CercandoLo con tutto il cuore, realizzi So Ham, ovvero io sono quello, io sono uno con Dio, io sono una parte intima di Dio, io sono unito a Dio.
Ciascuno di noi diventa So Ham quando si nutre di Dio ed è fedele agli insegnamenti del Signore. Non si può essere uno con Lui se si fa il contrario di ciò che Dio dice, se si va contro le istruzioni offerte per risvegliare il divino in ciascuno.
Essere Uno in Dio, nutrendosi dei Suoi insegnamenti, produce nuova consapevolezza, apre il cervello, stimolandolo affinché la coscienza si espanda al di là della materia, dell’essere atomi, consentendoci di concepire l’Eternità di cui è fatto il nostro Spirito.

A questo punto, Swami, nella sua più grande magnanimità, ci offre un’ulteriore istruzione, ricavata dal Vangelo di Giovanni, grazie alla quale Gesù chiarisce quando una preghiera viene veramente ascoltata da Dio e diventa “fatto”: Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto.(Gv, 15, 7). Gesù dice vi sarà fatto e non vi sarà concesso, vi sarà dato, vi sarà regalato, vi sarà donato oppure ancora vi sarà offerto, e ciò rappresenta un atto di servilismo di Dio per noi: è Lui che si fa servo e provvede affinché sia fatto ciò che Gli chiediamo. Questo è il senso dell’Amore incondizionato del Padre per i Suoi figli.

Come si fa quindi a dimorare in Dio? Risulta chiaro che la prima delle nuove beatitudini giunge in nostro ausilio. Infatti per dimorare in Dio, essere uno in Lui, bisogna avere una condotta integra, realizzare il So Ham.

Come è possibile che le parole di Dio dimorino in noi? In questo caso interviene la seconda nuova beatitudine, ovvero seguire con costanza, coerenza e fedeltà le istruzioni del Padre

Quindi quando riusciremo a realizzare queste due nuove beatitudini, in conseguenza di un profondo lavoro su noi stessi, allora saremo in comunione assoluta col Padre e avremo così il potere di far produrre una reazione fattiva alle nostre richieste che giungono dal profondo del nostro cuore, dalla parte più pura del nostro essere.

Ringraziando Swami per tanta misericordiosa conoscenza, desidero concludere con un passo dei Proverbi che mi è capitato di leggere ieri ed è molto relazionato alla lectio divina del Maestro di Leinì di oggi e si intitola proprio Come acquistare la Sapienza:

Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento
e il tuo cuore custodisca i miei precetti,
perché lunghi giorni e anni di vita
e pace ti porteranno.
Bontà e fedeltà non ti abbandonino;
lègale intorno al tuo collo,
scrivile sulla tavola del tuo cuore,
e otterrai favore e buon successo
agli occhi di Dio e degli uomini.
Confida nel Signore con tutto il cuore
e non appoggiarti sulla tua intelligenza;
in tutti i tuoi passi pensa a lui
ed egli appianerà i tuoi sentieri.
Non credere di essere saggio,
temi il Signore e sta’ lontano dal male.
Salute sarà per il tuo corpo
e un refrigerio per le tue ossa.
Onora il Signore con i tuoi averi
e con le primizie di tutti i tuoi raccolti;
i tuoi granai si riempiranno di grano
e i tuoi tini traboccheranno di mosto.
Figlio mio, non disprezzare l’istruzione del Signore
e non aver a noia la sua esortazione,
perché il Signore corregge chi ama,
come un padre il figlio prediletto.

Le gioie del saggio

Beato l’uomo che ha trovato la sapienza
e il mortale che ha acquistato la prudenza,
perché il suo possesso
è preferibile a quello dell’argento
e il suo provento a quello dell’oro.
Essa è più preziosa delle perle
e neppure l’oggetto più caro la uguaglia.
[Prov, 3, 1-15]

E troviamo qui anche un’altra beatitudine… Oggi dunque ben tre “nuove” beatitudini su cui meditare…

Annunziato Gentiluomo

Posts Carousel

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Questo è il testo del banner.
Maggiori informazioni