Un altro centro per il Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia, realizzato dall’Accademia Senocrito in collaborazione con il GAL Terre Locridee e l’APS Cultura e Territorio col patrocinio del Comune di Portigliola. Ieri, al Teatro Greco-Romano di Portigliola, abbiamo assistito alla messa in scena del Curculio di Tito Maccio Plauto, tradotta da Giusto Monaco e adattata e diretta, in
Un altro centro per il Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia, realizzato dall’Accademia Senocrito in collaborazione con il GAL Terre Locridee e l’APS Cultura e Territorio col patrocinio del Comune di Portigliola. Ieri, al Teatro Greco-Romano di Portigliola, abbiamo assistito alla messa in scena del Curculio di Tito Maccio Plauto, tradotta da Giusto Monaco e adattata e diretta, in modo chiaro e pulito da Cinzia Maccagnano. La produzione, curata dall’Associazione Teatro dei due Mari, si è avvalsa dei bei costumi firmati da Monica Mancini, dalle incalzanti musiche composte da Lucrezio de Seta, dai funzionali movimenti di scena diretti da Marongiu e dalle semplici scene del team “freezer09_lab”.
La difficoltà di un’opera di nicchia come questa, poche volte proposta, è data dall’ideazione di una drammaturgia ricca di azioni che permettano alla pièce di raggiungere almeno l’ora, giacché la storia si poteva consumare in meno di venti minuti. Possiamo dire che l’opera di traduzione ha funzionato, retta da un’intenzione registica efficace e pertinente, da una struttura solida in cui si è distinta la presenza del coro greco e dall’altra una verve da cabaret contemporaneo, e dalla professionalità di un cast veramente all’altezza del proprio ruolo.
Guidati da un elegante Edoardo Siravo e trascinati da una entusiasta narratrice-show-girl Gabriella Casali, abbiamo potuto vedere come Raffaele Gangale, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Marta Cirello, Alessandro Laprovitera, Andrea Maiorca e Maria Chiara Pellitteri abbiano arricchito lo spettacolo, portando con cura la propria personalità scenica ed esprimendo con precisione il proprio ruolo, sul quale la Maccagnano ha fatto un grande lavoro di caratterizzazione. Grande energia da parte della compagine, grande coesione orchestrale e grande armonia che sono arrivate dritte ai presenti, conquistandoli.
Desideriamo volgere un plauso alla giovanissima Maria Chiara Pellitteri che ha occupato il palcoscenico con una naturalezza impressionante, danzando e ballando, con un fare timidamente seduttivo e ammiccante, decisamente accattivante, e a Luna Marongiu nei panni del titolo che ha saputo rendere con maestria la cerebralità del proprio personaggio e le sue competenze da problem solver e da filosofo.
Infine è stato veramente interessante e coinvolgente vedere come grandi mostri sacri del teatro lavorino con giovanissimi e talentuosi artisti, e come tutti riescano con naturalezza a “sfondare” la quarta parete, invitando lo spettatore a partecipare attivamente al gioco teatrale, stimolando l’immedesimazione e catturando da dentro l’attenzione del pubblico… E poi un classico è sempre un classico, capace di fare la differenza e instillare col sorriso, in questo caso, messaggi sempre attuali.
Annunziato Gentiluomo
[Foto di Jacopo Giuca]
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