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Massimiliano Ferragina, un pittore in ricerca

Massimiliano Ferragina, un pittore in ricerca

Oggi abbiamo il piacere di riportare un confronto-intervista con Massimiliano Ferragina, un artista decisamente interessante, di origine calabrese e che vive nella Capitale. Massimiliano nasce a Catanzaro nel 1977. Laureato in Filosofia (1998) e Teologia (2001) presso la Pontificia Università Gregoriana, è attualmente insegnante e vicepreside presso il Primo Liceo Artistico “Via Ripetta” a Roma.Artista

Oggi abbiamo il piacere di riportare un confronto-intervista con Massimiliano Ferragina, un artista decisamente interessante, di origine calabrese e che vive nella Capitale.

Massimiliano nasce a Catanzaro nel 1977. Laureato in Filosofia (1998) e Teologia (2001) presso la Pontificia Università Gregoriana, è attualmente insegnante e vicepreside presso il Primo Liceo Artistico “Via Ripetta” a Roma.
Artista pittore contemporaneo, promotore di arti visive, ha realizzato numerose mostre collettive e personali sia in Italia che all’estero.
Il suo lavoro è stato, e continua ad essere pubblicato, tra i più conosciuti e apprezzati cataloghi d’arte nazionali ed internazionali. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia ed all’estero (Libano, Messico, Brasile, Stati Uniti, sempre per citarne alcuni…, nonché all’interno di chiese e musei. Tra queste ricordiamo IL CIRCO DELLA VITA, acrilico su tela 80×100, 2014, presso il Museo d’arte contemporanea di Teora (AV), MARTIRIO DI SAN BIAGIO, olio e acrilico su tela, cm 70×100, ubicato nella Chiesa parrocchiale San Biagio di Callalta (TV) e TRASFIGURAZIONE DI CRISTO, acrilico su tela 120×100 collocato al Museo diocesano Cattedrale di Matera nel 2020.
Vediamo cosa ci racconta…

Come è iniziato il tuo percorso artistico?

Tutto è iniziato perché un gallerista romano, scoprendo per caso, la quantità di opere che avevo realizzato, per me stesso, ci tengo a precisarlo, ha deciso di farmene esporre alcune…ed hanno avuto incredibilmente un buonissimo riscontro di pubblico e critica. Mi ha iscritto ad un premio, non ho vinto ma ho venduto l’opera. Ero sconvolto. Mai avrei pensato che la pittura, usata per il mio privato benessere, venisse in qualche modo riconosciuta.

Nella tua formazione artistica, c’è qualcuno a cui sei riconoscente per qualche motivo?

Tante persone. Veramente tante. Tante mi hanno sostenuto e continuano a farlo. Non faccio nomi perché altrimenti rischierei di offendere qualcuno. Ricordo solamente una persona, che non c’è più, si chiamava Carla, tra le prime a collezionare le mie opere, aiutandomi concretamente a crescere e produrre.

Per Billy Elliot Danzare era elettricità, me, mentre per te dipingere cos’è?

È salvezza! Senza sarei malato, perso, imploso.

Ci sono date tante definizioni di arte forse una per ogni artista esistente. La tua qual è?

Per me arte è fatica. Ho parlato, tante e diverse volte, della fatica del pittore. Fatica intellettuale innanzitutto. Osservare, analizzare, leggere, conoscere, studiare, informarsi, visitare musei, gallerie, mostre. Fatica fisica anche. Sì! Fatica fisica. Certo non è la miniera. Dipingere però richiede coinvolgimento del corpo, forza nelle gambe, nelle braccia, nella schiena, occhi che si consumano, mani spaccate, sonno perso. Spesso si dimentica di bere e di mangiare.

Andiamo al tuo mondo… si intravede una certa ricerca spirituale… Ce ne puoi parlare facendo riferimento a qualche opera?

La ricerca spirituale per me è tutto. È alla base di ogni mia azione artistica. Amo la pittura perché mi stanca, perché mi ricolloca nella giusta dimensione spirituale, quella della creatura, piccola, bisognosa. La pittura è necessaria al mio “io” per riuscire a pregare senza anteporre richieste egoistiche, pretese narcisistiche, solo sentimenti di gratitudine e silenzio. In questo senso la pittura è anche fatica dello Spirito. Mi basta fare riferimento al lavoro realizzato per la Cappellina nell’aeroporto di Fiumicino. Una pittura murale monumentale, faticosissima, mi sono slogato una spalla per realizzarla, ma mentre la realizzavo ringraziavo Dio essere lì, in quel posto in quel momento e di essere stato chiamato a lasciare un segno di Luce. Fatica e vocazione. Un progetto fatto di arte certamente ma fatto anche di umanità, di fede, incontri, vite in movimento, viaggiatori e sognatori. Ecco cos’è la ricerca spirituale nella mia arte, incontro con l’Altro e con l’altro.

Noi siamo molto interessati al rapporto tra le arti visive e la vita oltre la vita. È un tema che hai trattato o che vorresti approfondire?

È un tema che ho sviluppato e continuo a sviluppare. Una serie di lavori chiamati “Oltre il Nero” per esempio che insiste sul mistero della vita, del presente, e del dopo, dell’Oltre. Perchè il Nero. Nero. Il “colore” delle origini. Ogni cosa ha origine dal Nero, inteso simbolicamente e filosoficamente come Nulla, Vuoto ma non come Niente. Il Nulla e il Vuoto accettano l’essere e diventano “Cosa-Realtà”. Il niente invece è Non essere. Ma quanto è poetico il Nero? Generatore di luce. Una ricerca spasmodica la mia di trarre dal fondo nero tutta la luce possibile. Metafora e simbolo dell’essere presente e di quello che verrà. È nel nero del nostro esistere che palpiamo il bisogno di luce. Veniamo alla luce infatti. Dal “Nero”. Ed al Nero torniamo. Verso una Luce Nuova.

Annunziato Gentiluomo

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