Mercoledì 24 settembre 2014 alle ore 18, presso il San Raffaele di Roma, sito in via Val Cannuta, 247, il Prof. Bruno Silvestrini, co-fondatore e componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Medicina Centrata sulla Persona ONLUS, presenta il suo ultimo libro, Il farmaco moderno: un patto esemplare fra Uomo e Natura. Introducono i lavori Massimo Fini e Enrico Garaci e partecipano alla presentazione Luca
Mercoledì 24 settembre 2014 alle ore 18, presso il San Raffaele di Roma, sito in via Val Cannuta, 247, il Prof. Bruno Silvestrini, co-fondatore e componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Medicina Centrata sulla Persona ONLUS, presenta il suo ultimo libro, Il farmaco moderno: un patto esemplare fra Uomo e Natura.
Introducono i lavori Massimo Fini e Enrico Garaci e partecipano alla presentazione Luca Pani, Direttore Generale dell’AIFA; Gianfranco Gensini, Direttore del Dipartimento Cardio-toraco-vascolare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze; Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto Ricerche Farmacologiche Mario Negri; Marcella Marletta, Dirigente Generale del Ministero della Salute; e Sergio Pecorelli, Rettore dell’Università degli Studi di Brescia e Presidente dell’AIFA. Modera l’incontro Mirella Taranto, Capo Ufficio Stampa dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il libro identifica il suo focus, in un certo qual senso, in una domanda: subordinare la natura ai bisogni dell’uomo o sentirsene parte? Il farmaco è simbolo di questo conflitto fra le due anime del progresso scientifico e tecnologico.
Nell’introduzione del volume, edito da Carocci, Bruno Silvestrini, professore onorario presso l’Università di Roma La Sapienza, illustra chiaramente il progetto editoriale e fa emergere proprio questo aspetto: Il primo capitolo illustra le proprietà elementari del farmaco, che chiunque dovrebbe conoscere. Il secondo è dedicato al farmaco naturale, il terzo al farmaco di sintesi. Dopo un breve riepilogo, per ribadire i passaggi salienti, il libro si conclude richiamando l’attenzione del lettore sull’intreccio tra le due anime del progresso scientifico e tecnologico: l’una che si arroga il diritto di subordinare la natura ai bisogni dell’uomo, l’altra che se ne sente partecipe. Queste due anime si confrontano e si scontrano da sempre nei miti, nelle religioni e nel pensiero filosofico, ma per la prima volta nella storia oggi possono stringere un patto dettato non più dalla religione o dalla filosofia, né dalla forza degli eventi, ma dalla scienza della vita.
L’autore, con estrema chiarezza, presenta limiti e possibilità sia del farmaco di sintesi sia di quello naturale. In merito si può leggere che il primo tipo di farmaco può combattere le malattie o sostituendosi all’organismo, oppure rafforzandolo e consentendogli di badare a se stesso. Il primo è l’aiuto mercenario, che in situazioni d’emergenza può anche salvare la vita, ma rischia d’indebolire e asservire. Il secondo consiste nel fare leva sulle proprie risorse, che è un impegno faticoso, ma rende liberi. Inoltre il farmaco naturale, se dalla sua parte ha un approccio più affine e meno invasivo per l’uomo, per contro ha la grande debolezza di non avere “un attestato di paternità e proprietà, capace di garantire una giusta remunerazione a chi lo porta alla luce e lo sviluppa.
Riflettendo invece sul farmaco di sintesi, nonostante gli venga riconosciuto il merito di aver salvato vite e di essere espressione del progresso, se ne fotografa la crisi dovuta alla stessa industria farmaceutica, che ha fatto conseguente, inevitabile ricorso a principi attivi diversi da quelli esistenti in natura, che sono doppiamente ‘mercenari’: oltre a sostituirsi all’organismo infiacchendolo, sono anche estranei alla sua composizione e al suo funzionamento. Si è trattato di un errore talmente madornale, che viene da domandarsi come sia stato possibile commetterlo. È stato come sostituire gli alimenti tradizionali con materiali plastici indigeribili.
Questa crisi ha creato lo spazio, il terreno fertile per il re-inserimento del farmaco naturale, tappa che, secondo Silvestrini, segna nel campo farmaceutico una svolta epocale, analoga come portata a quella che ha segnato il passaggio dal latifondo alla piccola proprietà terriera e, in tempi più recenti, dai computer mastodontici a quelli che usano anche i bambini. Si tratta del recupero in chiave scientifica che apre nuove prospettive alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione del farmaco, spezzando il monopolio dei giganti multinazionali.
Il farmaco naturale quindi è oggi l’espressione di un approccio, di un paradigma, di una visione di un altro rapporto uomo-natura, anzi è un patto esemplare fra Uomo e Natura.
Annunziato Gentiluomo
[Fonte dell’immagine: www.nscostruzioni.com]
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