Il percorso dell’Italia in questi Europei è stato praticamente perfetto. Neanche una sconfitta. Quattro vittorie nei 90 minuti, una vittoria nei supplementari e due vittorie ai rigori. Ma andiamo con ordine. L’Italia è nel girone A, assieme a Turchia, Svizzera e Galles. L’esordio della Nazionale (e di tutti gli Europei) è a Roma l’11 Giugno
Il percorso dell’Italia in questi Europei è stato praticamente perfetto. Neanche una sconfitta. Quattro vittorie nei 90 minuti, una vittoria nei supplementari e due vittorie ai rigori.
Ma andiamo con ordine. L’Italia è nel girone A, assieme a Turchia, Svizzera e Galles. L’esordio della Nazionale (e di tutti gli Europei) è a Roma l’11 Giugno con la Turchia. Partita senza storia, dominata dagli azzurri che la sbloccano al 53esimo con un autogol di Demiral. Poi i gol di Immobile al 66esimo e quello di Insigne al 79esimo certificano il 3-0 finale.
Il 16 Giugno, sempre a Roma, è il turno della Svizzera. Anche in questo caso gara a senso unico. È Locatelli a portare la squadra allenata da Roberto Mancini sull’1-0 al 26esimo del primo tempo. Poi nella ripresa ci pensano sempre Locatelli al 52esimo e Immobile all’89esimo a chiudere la pratica.
A questo punto già qualificati, il nostro allenatore fa rifiatare nove undicesimi nella sfida con il Galles, ma anche le riserve non fanno rimpiangere i titolari e l’Italia fa sua la gara imponendosi per 1-0 con un gol di Pessina al 39esimo. Gli azzurri si aggiudicano così il girone a punteggio pieno con sette gol fatti e zero subiti.
Molto importante il match con il Galles soprattutto per il rientro di Verratti dal suo infortunio. Il giocatore del Paris Saint-Germain si rivelerà, infatti, decisivo nelle partite successive aumentando la qualità del nostro centrocampo, già ottimo fino a questo momento.
Giunta agli ottavi, la compagine di mister Mancini affronta nella prima gara dentro-fuori la sorprendente Austria che ci tiene testa a lungo prima di capitolare nei supplementari grazie ai gol di due uomini freschi subentrati dalla panchina e cioè Chiesa e Pessina. La partita si conclude con il punteggio di 2-1. Gli austriaci, infatti, accorciano le distanze nei minuti finali del secondo tempo supplementari con una rete di Kalajdzic, attaccante 24enne dello Stoccarda.
Nei quarti di finale ci aspetta il Belgio di Lukaku e De Bruyne, da tutti ritenuto alla vigilia uno dei grandi favoriti del torneo assieme alla Francia. La prima frazione di gioco è entusiasmante. Donnarumma salva la nostra porta con due interventi prodigiosi proprio su De Bruyne e Lukaku, ma al 31esimo è Barella a portare avanti l’Italia. Sempre nel primo tempo Insigne raddoppia al 44esimo con uno dei suoi tiri a giro, ma non è finita qui. Infatti il Belgio nei minuti di recupero accorcia le distanze con rigore di Lukaku concesso in modo piuttosto generoso dall’arbitro sloveno Vincic per un presunto fallo di Di Lorenzo sul talento del Rennes Doku. Un’ala del 2002 di cui sentiremo parlare a lungo. Nella ripresa, nonostante ripetuti tentativi dei belgi riusciamo a scamparla anche con un po’ di fortuna.
In semifinale con la Spagna, in assoluto, è la partita più difficile del torneo. La squadra di Luis Enrique, infatti, ci imbriglia per buona parte della gara con possesso palla e pressing e ci toglie quell’iniziativa che avevamo avuto nelle sfide precedenti. Andiamo in vantaggio con un eurogol di Chiesa, ma, a dieci minuti dalla fine, Morata con un’azione personale riporta il punteggio in parità. Si va ai supplementari, ma il risultato non cambia. Ai rigori partiamo male con un errore di Locatelli, equilibrato subito da Olmo che calcia sopra la traversa. Si va avanti senza altri sbagli fino a Morata. Qui lo juventino, autore di un’ottima prestazione, si fa ipnotizzare da Donnarumma che intuisce la direzione del tiro. Poi è Jorginho a suggellare il nostro ingresso in finale spiazzando, nel rigore decisivo, il portiere spagnolo Simon.
La finale con l’Inghilterra (che supera in semifinale la Danimarca 2 a 1 ai tempi supplementari) è tutta un programma. Una bolgia vera e propria con 65 mila inglesi a sostenere la propria squadra e si vede. Dopo un minuto e mezzo, infatti, Trippier crossa sul secondo palo per Shaw che arriva in corsa e da solo insacca di sinistro. Qualcuno purtroppo se lo era dimenticato. Iniziare con un meno 1 in una finale è paragonabile ad una spada di Damocle inesorabile che pesa e che condiziona non poco. Infatti, per 20 minuti, la nostra squadra balla, ma poi poco alla volta riprendiamo in mano le redini del gioco e verso la mezz’ora con un’azione personale di Chiesa andiamo vicini al pareggio. Nel secondo tempo, con pazienza, continuiamo a macinare gioco e dopo un’altra occasione creata da Chiesa, al 67esimo, Bonucci pareggia sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ciò galvanizza il team italiano. Lo smalto cambia. Si percepisce che iniziano a crederci davvero. I nostri ragazzi, difatti, non si fermano e poco dopo sfiorano il vantaggio con Berardi. Tuttavia la strada verso i supplementari prima e i rigori poi è segnata. Si comincia con Berardi e Kane che non sbagliano. Poi è il turno di Belotti che però si fa parare il tiro da Pickford. Quindi Maguire e Bonucci gonfiano la rete. Si arriva a Rashford che spiazza Donnarumma, ma centra il palo. Bernardeschi, invece, si conferma cecchino implacabile. Male Sancho, il cui tiro viene bloccato da Gigione Donnarumma. Sembra tutto finito a nostro favore,ma Jorginho, questa volta, cambia angolo e Pickford intuisce e devia sul palo la traiettoria del pallone. Riaperto tutto? Non sia mai. Infatti, il giovanissimo Saka sbaglia ancora una volta facendosi parare il tiro dal nostro straordinario portiere (eletto a Miglior Giocatore del Torneo) e consegnando, per la seconda volta nella storia della nostra nazionale, il titolo di Campione d’Europa. Un’impresa che rimarrà a lungo scolpita nei nostri ricordi.
Nicola Castiglione
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