Si è concluso alle 00.30 del 23 maggio, OIFF, rassegna di cortometraggi indipendenti promossa dalle associazioni ArtInMovimento e Systemout, una delle tappe obbligate in vista del settimo Torino Underground Cinefest. Ottima l’affluenza di pubblico al CineTeatro Baretti di San Salvario. Più di 300 persone hanno preso parte all’evento con costanza a partire dalle 17. La
Si è concluso alle 00.30 del 23 maggio, OIFF, rassegna di cortometraggi indipendenti promossa dalle associazioni ArtInMovimento e Systemout, una delle tappe obbligate in vista del settimo Torino Underground Cinefest.
Ottima l’affluenza di pubblico al CineTeatro Baretti di San Salvario. Più di 300 persone hanno preso parte all’evento con costanza a partire dalle 17. La Sala è sempre stata piena e purtroppo qualcuno è dovuto restare fuori.
Nello specifico la rassegna, che ha coinvolto 26 corti provenienti da tutto il mondo, ha messo in luce linguaggi interessanti e varietà di generi, passando dalla commedia al thriller psicologico.
La giuria di OIFF ha premiato come The Best Short Film il thriller psicologico “Quidnunc” (Cipro, 2017) di Harry Ayiotis. Darius Etemadieh è il The Best Director per il film “Perfect Love” (Germanica, 2017).
Ivan Bosiljčić (“An Artist’s Thought” – Bosnia Erzegovina 2018 – diretto da Amina Avdić) è stato insignito del premio di The Best Actor, mentre The Best Actress è stata Justine Emma Moore (“Bellmouth” – Regno Unito 2018 – diretto da Joe Roberts).
Il titolo di The Best Editor è andato a Stéphane Baz (“Savoir It” – Francia 2018 – diretto dallo stesso Baz).
Dopo la pausa estiva ritorneremo con altre importanti rassegne che ci accompagneranno fino a marzo 2020, mese in cui ritorna la settima edizione del Torino Underground.
Tutte le rassegne che proponiamo durante l’anno hanno un’importanza fondamentale e permettono allo spettatore di seguire con attenzione il nostro operato non solo durante il festival di fine marzo, afferma Matteo Valier, referente dell’associazione SystemOut.
Desidero precisare che può capitare di ritrovare all’interno della selezione ufficiale del Torino Underground qualche lavoro che abbiamo già presentato all’interno di qualche rassegna in precedenza. È un processo straordinariamente oleato e collegato che esprime pienamente il “fil rouge” che caratterizza il nostro operato. Quest’anno i premiati sono tutti europei e ciò è un interessante indicatore di quanto il vecchio continente stia realizzando senza rimanere troppo indietro rispetto agli USA, afferma Annunziato Gentiluomo.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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