Con il suo inconfondibile cappello a falde larghe, lo scultore tedesco Gunter Demnig gira l’Europa armato di martello e scalpello, cemento e spatola, per realizzare nelle varie città l’installazione delle sue Stolpersteine – le “pietre d’inciampo”, che vogliono ricordare tutte le vittime del nazismo, ebrei, comunisti, omosessuali, zingari. Le pietre hanno la grandezza di un
Con il suo inconfondibile cappello a falde larghe, lo scultore tedesco Gunter Demnig gira l’Europa armato di martello e scalpello, cemento e spatola, per realizzare nelle varie città l’installazione delle sue Stolpersteine – le “pietre d’inciampo”, che vogliono ricordare tutte le vittime del nazismo, ebrei, comunisti, omosessuali, zingari.
Le pietre hanno la grandezza di un sampietrino, sono intagliate e incastonate nel selciato dei marciapiedi, e hanno l’intento di evocare la memoria, risvegliare la coscienza, suscitare riflessioni in coloro che passano. Sulla superficie della pietre Gunter Demnig mette una piastra d’ottone, dove è inciso il nome di una persona deportata e uccisa dai nazisti, le date di nascita e di morte, il campo di sterminio.
Le pietre sono poste davanti alle case che hanno visto per l’ultima volta quelle persone in vita, e con la propria lucentezza fanno “inciampare” lo sguardo di chi cammina, inducendolo a fermarsi, chinarsi, leggere quel nome.
Ora le Stolpersteine si animano, diventano veicolo di narrazione, come se parlassero, suonassero, e fossero in grado di emozionarsi.
Così è nato questo racconto corale dei deportati italiani. Otto voci narranti per otto storie diverse. In questo spettacolo le pietre raccontano il tempo delle leggi razziali in Italia, la cacciata di ebrei dalle scuole e dalle istituzioni, l’evacuazione del ghetto di Roma, le deportazioni per ragioni politiche, l’eccidio delle Fosse ardeatine, e infine il punto più basso, le deportazioni nei campi di sterminio.
Non vi saranno solo le voci umane, ma anche quelle degli strumenti, il violino klezmer, le pietre sonore, i rummerdrum, strumenti a percussione di metallo, strumenti a fiati e il live electronics.
Insieme per testimoniare ancora una volta la necessità, forte e irrinunciabile, della memoria.
Un passo del Talmud recita: “Una persona viene dimenticatan solo quando viene dimenticato il suo nome”.
Gli interpreti:
ALESSANDRO FEDERICO, OLIVIA MANESCALCHI
violino ELENA GALLAFRIO
sound design e video a cura di AION PROJECT
pietre sonore, percussioni e fiati STEFANO SOMALVICO
electronics in realtime PAOLO POZZI
scene e luci COVIELLO–DEANA
testo e regia di MONICA LUCCISANO
Lo spettacolo è una coproduzione Unione Musicale di Torino – Pearson Italia SPA con il sostegno di Comunità Ebraica di Torino e Goethe Institut Torino, in collaborazione con Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà, e con il patrocinio della Città di Torino.
Teatro Vittoria, Via Antonio Gramsci 4, domenica 27 gennaio ore 18:00. Biglietti: intero € 15,00; ridotto (under18) € 10,00 Info e Prenotazioni: biglietteria.pietre@gmail.com
Tel. +39 3470856412
Redazione ArtInMovimento Magazine
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