“Ivrea la bella” è bella davvero, in questi giorni di Grande Invasione. Alla sua sesta edizione, il festival della lettura continua a raccogliere consensi, coinvolgendo l’intera città, e piano piano anche alcuni spazi nei comuni limitrofi. Grazie anche al meteo che fino ad ora è stato favorevole, ciò che abbiamo visto è una città accogliente
“Ivrea la bella” è bella davvero, in questi giorni di Grande Invasione.
Alla sua sesta edizione, il festival della lettura continua a raccogliere consensi, coinvolgendo l’intera città, e piano piano anche alcuni spazi nei comuni limitrofi.
Grazie anche al meteo che fino ad ora è stato favorevole, ciò che abbiamo visto è una città accogliente e sorridente, gente di tutte le età interessata agli eventi che si sono come sempre susseguiti a ritmo serrato, nei punti principali come sala Santa Marta e il cortile del Museo Garda in piazza Ottinetti, ma non solo.
La nostra attenzione ieri è ricaduta in particolare su tre eventi del secondo giorno.
Il primo è stato la mostra itinerante “La zona rossa”, titolo anche della graphic novel realizzata da Sualzo e Silvia Vecchini.
Questo libro per ragazzi racconta, non l’aiuto fondamentale del disegno, le ore drammatiche del terremoto di due anni fa in centro Italia, della paura ma anche della voglia di riappropriarsi in fretta dei propri spazi e della propria normalità. Bella e importante è l’iniziativa legata al libro grazie al quale, ad ogni copia venduta, un euro sarà devoluto a sostegno di un laboratorio di teatro per ragazzi a Montefortino, uno dei comuni colpiti dal sisma.
Abbiamo poi visitato il Museo Garda, nei cui spazi espositivi, insieme alle collezioni stabili, è ora esposta la mostra “Igort, racconti vagabondi“, dedicata ai lavori di Igort Tuveri, specialmente alle tavole realizzate per i suoi “Quaderni Giapponesi” e per la serie “Yuri”, che raccontano la grande passione dell’autore per l’estremo Oriente, esprimendo nel disegno anche l’incontro tra questo mondo e quello occidentale dal quale Igort proviene.
In seconda serata, in una sala Santa Marta gremita e attenta, Fabio Stassi, Gianni Mura e Darwin Pastorin hanno dialogato sulla figura di Giovanni Arpino, a partire dalla riedizione del suo primo libro, a cura di Minumum Fax.
“Sei stato felice, Giovanni?” è l’opera prima di un Arpino appena 23enne, nella quale già si coglie, a unanime parere dei tre, il talento dell’autore.
Perché è interessante rileggere e ripubblicare un’opera prima? Dice Stassi: “mi piace il momento in cui un autore scopre per la prima volta la sua voce, il suo talento“.
Giovanni Arpino, però, è stato anche un giornalista sportivo, tra i protagonisti del racconto epico della vittoria mondiale dell’82. A ricordarlo, come punto di riferimento e maestro, con la nostalgia di un mondo giornalistico che ha perso quel tipo di umanità, è soprattutto Darwin Pastorin. La serata è un piacevole susseguirsi di ricordi e aneddoti personali, insieme a letture di pezzi scelti dal libro.
A fine serata, a suggellare il tutto, immancabile una birra Rabèl, prodotta artigianalmente proprio qui in Canavese e tra i partner del Festival.
Oggi sarà l’ultima giornata di Grande Invasione e il nostro consiglio, se potete, è di approfittarne e fare un giro qui.
Ne vale la pena, e anche il viaggio se non siete di zona.
Chiara Trompetto
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