“Maestoso è l’abbandono”, maestoso come gli spazi del mondo psichico in cui forse tutti, almeno una volta, abbiamo pensato di perderci. Questo primo romanzo di Sara Gamberini è un continuo viaggio, andata e ritorno, tra il mondo concreto e reale e il mondo etereo dell’inconscio. Un viaggio sul filo della parola, usata in modo alchemico,
“Maestoso è l’abbandono”, maestoso come gli spazi del mondo psichico in cui forse tutti, almeno una volta, abbiamo pensato di perderci.
Questo primo romanzo di Sara Gamberini è un continuo viaggio, andata e ritorno, tra il mondo concreto e reale e il mondo etereo dell’inconscio. Un viaggio sul filo della parola, usata in modo alchemico, che diventa qui medium salvifico e misura della distanza tra questi due mondi.
L’abbandono è piú di un concetto; è un’entitá, un sentire che pervade l’intero corso del libro. La storia narrata è quella di Maria, figlia e poi madre a sua volta, alle prese con una figura materna problematica e ingombrante anche quando ormai non c’è piú.
È facile immedesimarsi nella protagonista, nella sua stranezza solo apparente, nella sua fragile normalitá. È facile riconoscere la difficoltá di lasciare andare – cose, persone, situazioni -, la fatica di staccarsi da coloro che abbiamo o che ci hanno amato, di accettarsi e riconoscersi pronti alla vita dopo anni di un rapporto di terapia in cui ormai a stento si capisce chi sta curando chi…
L’abbandono è l’esperienza di una fiducia tradita, eppure il bisogno di potersi fidare ancora nello stesso modo, totalmente, senza paura. È la continua ricerca di un salvatore da cui in fin dei conti non ci si vuole lasciar salvare
“Secondo la psicoanalisi soffrivo di ansia da separazione e di propensione a spezzare i legami. Ma io avevo paura di allontanarmi da tutto“, racconta di sé Maria.
Poi la paura, a lungo attraversata, si trasforma. Il cambiamento è segnato da un incontro che avviene, simbolicamente, tra gli caffali di una libreria, tra le parole ancora, l’incontro con “Lorenzo, un uomo assurdo, scostante e poetico“. Lorenzo è quello che va ma poi torna, sempre, e resta.
“Ci sono gli amori che hanno a che fare con i percorsi, quelli che hanno a che fare con la solitudine e poi ci sono quelli che non servono a niente, gli amori altissimi“. E questo con Lorenzo alla fine si concretizza nell’arrivo di Nina.
Poetica e dolcissima è l’immagine di Lorenzo che si prende cura di entrambe, quando Nina piccolissima viene portata in ospedale per una febbre alta e incomprensibile.
“Ho chiamato Lorenzo perché mi sembrava lento. Invece era giá arrivato.
Come alla fine di una sciagura, quando si sta tutti insieme per strada, di notte, sfollati e vicini e non puó accadere niente di male, eravamo noi tre, la magia del latte e quella delle coperte. E poi qualcuno ci ha salvato“.
“Maestoso è l’abbandono” è il romanzo di esordio di Sara Gamberini ed è edito da Hacca Edizioni.
Chiara Trompetto
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