Oggi i nostri riflettori sono puntati su una scrittrice giornalista Sara Magnoli di Ferno, in provincia di Varese. Nel giugno 1998 si laurea in lingue e letterature straniere moderne. Ha all’attivo dieci volumi propri e dodici collaborazioni in testi collettanei. È stata insignita con diversi riconoscimenti e tra questi ricordiamo il Garfagnana in Giallo 2015 sezione
Oggi i nostri riflettori sono puntati su una scrittrice giornalista Sara Magnoli di Ferno, in provincia di Varese. Nel giugno 1998 si laurea in lingue e letterature straniere moderne. Ha all’attivo dieci volumi propri e dodici collaborazioni in testi collettanei. È stata insignita con diversi riconoscimenti e tra questi ricordiamo il Garfagnana in Giallo 2015 sezione ebook, il premio speciale associazione culturale L’Aringo “Essere Donna Oggi” di Gallicano Lucca (2017) e il secondo posto nella sezione editi della prima edizione del Milano International.
Vediamo cosa ci racconta…
In primis, Sara, quando è iniziata la tua passione per la scrittura?
Da quando ho imparato a scrivere. E mia mamma dice che ero proprio piccola, a tre anni e mezzo leggevo e scrivevo. Non ho più smesso. In prima elementare facevo il giornalino di classe. A sette anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. A dieci mi sono buttata a capofitto sulla scrittura di un libro giallo che credo i miei genitori conservino ancora: otto quaderni a righe scritti fitti fitti a mano, qualcosa come un’ottantina di personaggi, tutti ragazzi e ragazze detective alle prese con misteriosi codici da decifrare. Credo di essere scrivana patologica…
La deriva sul genere giallo da quando?
Un altro sogno di bambina: da grande volevo fare la serial killer. Ma ho realizzato presto che è rischioso e dunque… faccio fuori sulla carta! Battute a parte – se poi sono battute! -, ho sempre amato leggere gialli, ho sempre amato investigare… Anche il mio lavoro da giornalista nasce dalla passione di capire che cosa c’è dietro una storia. Ed eccomi qui!
La tua narrativa è per lo più legata al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Scelta o vocazione?
Sono un po’ un’eterna “Peter Pan”. Crescere mi piace, ma credo che sia fondamentale avere dentro di noi sempre quel lato “bambino” che ci porta a meravigliarci ogni volta, a stupirci, a voler conoscere. Avere a che fare con i bambini e i ragazzi ti arricchisce, ti apre gli occhi sul mondo che cambia e su come cambia, ti porta a riflettere. E poi sono mamma di uno stupendo ragazzo e di una meravigliosa ragazza, il loro mondo è un po’ anche il mio. Ma non scrivo solo per ragazzi, ho all’attivo anche molti libri per un pubblico più adulto per tematiche trattate (specifiche).
Potresti presentarci brevemente ogni tuo libro?
Uh, allora, “Se un cadavere chiede di te” (Caminito Cesano Maderno Edizioni), premio Garfagnana in Giallo sezione ebook 2015 e con un riconoscimento di merito al San Giuliano Milanese in Giallo, e “Se il freddo fa rumore” (Damster Modena, collana Comma 21), premio speciale associazione culturale L’Aringo al concorso Essere Donna Oggi di Gallicano (Lucca) e secondo classificato nella sezione editi del Milano International nel 2017, e che nel 2018 ha ricevuto riconoscimenti con menzioni di merito alla terza edizione del premio di narrativa e poesia Alda Merini di Imola e al premio Città di Cattolica. Questi sono i primi due gialli di una trilogia, che chiamo trilogia del “Se” con protagonisti la giornalista Lorenza Maj e il vicequestore Luciano Mauri. Gialli che all’indagine tecnica uniscono un’introspezione psicologica e scavano in temi delicati come la violenza soprattutto psicologica sulle donne e sui deboli, il “dis-amore”, le problematiche adolescenziali purtroppo spesso non comprese dagli adulti, l’intercultura.
La collana per ragazzi ha invece come protagonisti due dodicenni amici per la pelle, Zac e Lalo, amanti dell’investigazione. Questi libri (Giacomo Morandi Editore) sono tradotti anche in inglese e in un caso anche in tedesco. Oltre a un’avventura ambientata al confine con la Svizzera e che parla dei dinosauri vissuti in quell’area, gli altri quattro sono gialli, “Rapina nella villa del silenzio”, “Attacco al cuore”, “Dov’è finito Rudolf?” e “La tela graffiata”, tutti ambientati in particolari zone di interesse artistico, storico e naturalistico e che accanto al mistero affrontano tematiche sociali, dalla solitudine degli anziani alla dipendenza da gioco d’azzardo, toccando anche argomenti come la dislessia e la disabilità.
Poi c’è “Bella gatta da pelare, mister Arturo Doil” (Caminito Cesano Maderno Edizioni) che è, come i gialli per ragazzi, illustrata da Tiziano Riverso. Si tratta di un libro-gioco, una sorta di cena con delitto con le ricette appositamente studiate dall’istituto alberghiero Falcone di Gallarate, e una serie di antologie per Damster ed Edizioni del Loggione su storie di donne che hanno fatto impresa in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Lazio o su gialli legati a particolari zone geografiche o personaggi famosi: in queste antologie ci sono anche miei racconti. E “Il sogno di Lilli” (Giacomo Morandi Editore), scritto partendo dalle parole di Lilli Pesaro, ebrea italiana, che era bambina ai tempi della Shoah.
Infine ho scritto anche fiabe: una natalizia, nella raccolta “I racconti della slitta”, e molte diventate libri dati in beneficenza per la pediatria dell’ospedale di Busto Arsizio.
La collaborazione con Bimed da quando è iniziata e in cosa consiste?
La collaborazione con Bimed è iniziata quattro anni fa quando mi è stato chiesto un incipit per la Staffetta di scrittura creativa della legalità. Per questo interessante progetto viene chiesta a diversi autori “l’apertura” di un racconto i cui capitoli vengono poi scritti dalle scuole partecipanti. Da due anni, oltre che autrice ospite anche degli eventi finali di turismo scolastico con laboratori, sono anche tra i tutor che si occupano dell’editing dei capitoli: si tratta di una bellissima esperienza che mi ha messo in contatto con tante realtà e permesso, anche se a volte purtroppo solo a distanza, di conoscere scuole in tutta Italia e anche italiane all’estero. E poi con lo staff di Bimed mi trovo benissimo!
Ci siamo conosciuti proprio alle Isole Tremiti grazie a Bimed!! Tornando a te, oggi vivi solo dei proventi dei libri?
Lo vorrei tanto! Sarei una scrittrice da centinaia di migliaia di copie vendute!
Parliamo delle tue passioni… voci indiscrete ci dicono che Neri Marcorè e Renato Zero sono due riferimenti, vero?
Mica tanto indiscrete: non è un segreto che sia una sorcina, forse adesso – viste le dimensioni – pantegana, fin da quando ero ragazzina. Le canzoni di Renato Zero sono la colonna sonora delle mie giornate, appena è in zona non mi perdo un suo concerto e a volte ci vado anche per più sere in fila. Sentirlo cantare mi riempie il cuore e in quasi tutti i miei libri c’è un riferimento, anche di più, a sue canzoni, che per me sono vere e proprie poesie. Ed è bello quando incontro bambini che mi dicono che, incuriositi da questi riferimenti, sono andati a sentirsi le canzoni di Renato e le hanno apprezzate: piccoli sorcini crescono!
Insomma, non farmi parlare di Renato Zero altrimenti potrei proseguire per ore: il mio grande sogno sarebbe quello di toccargli almeno un lembo della giacca! Una volta mio marito mi ha fatto una sorpresa e mi ha portata in una radio dove c’era un incontro con lui. Non ci siamo potuti avvicinare più di tanto, ma ero a tre metri da lui e sono riuscita a chiamarlo e a salutarlo mentre mi guardava e lui ha risposto al saluto. Non ti dico che emozione! Vedi, lo vedi? Eterna Peter Pan, te l’ho detto.
Neri Marcorè l’ho anche incontrato e intervistato per il giornale: è un grandissimo, un attore che adoro in ogni sua interpretazione, versatile, e di grandissima cultura per quello che ci ho parlato. Poi, vedi, lo spettacolo, il teatro, il cinema sono un po’ nel mio dna, la mia nonna paterna negli Anni Trenta come dono di nozze a mio nonno ha chiesto un cinema e lui gliel’ha realizzato in un paesetto di provincia. Ora in quel cinema, ristrutturato, viviamo noi, è casa nostra.
“Vissi d’arte. Vissi d’amore” ti si addice proprio. I tuoi prossimi progetti?
Terminare in fretta il terzo “Se”, due libri per ragazzi, uno giallo e uno più artistico, e due altri romanzi che partono da storie vere, una durante la guerra e una che dagli Anni Sessanta arriva ai giorni nostri e che mi hanno davvero preso il cuore.
Annunziato Gentiluomo
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