Etnoborder è la nuova rassegna firmata da Veneto Jazz, pensata per raccontare ed esplorare le diverse declinazioni della musica etnica. Strumenti antichi, suoni che provengono da tradizioni e luoghi lontani si potranno fondere ai linguaggi musicali contemporanei. La rassegna prenderà vita negli angoli più affascinanti di Venezia, città che ha nella sua storia il segno
Etnoborder è la nuova rassegna firmata da Veneto Jazz, pensata per raccontare ed esplorare le diverse declinazioni della musica etnica. Strumenti antichi, suoni che provengono da tradizioni e luoghi lontani si potranno fondere ai linguaggi musicali contemporanei. La rassegna prenderà vita negli angoli più affascinanti di Venezia, città che ha nella sua storia il segno di un rapporto continuo con altre altre culture e civiltà.
Le Sale Apollinee del Teatro La Fenice, il Museo di Palazzo Grimani e il T Fondaco dei Tedeschi saranno teatro di concerti di sonorità mediorientali, indiane e persiane, che ascolteremo fondersi con la musica classica occidentale, le sfumature del jazz e del flamenco, i ritmi dell’Africa. Oud, kanoun, tabla, gadulka, zarb sono gli strumenti, insoliti e affascinanti, che il pubblico potrà scoprire e apprezzare, mentre dialogheranno con gli strumenti della tradizione occidentale.
Spiega il direttore artistico Giuseppe Mormile: “’Etnoborder’, termine che vuole sottolineare la fusione dei due concetti di ‘etno’ e ‘no-border’, aspira a dare spazio alla musica etnica e popolare, senza confini geografici e di genere. Un progetto che avevo nel cassetto da tempo e che ora si materializza grazie all’incontro con musicisti straordinari, alcuni veri maestri dello strumento, che stanno solcando le nuove strade di una world music fatta di suggestive ed intelligenti contaminazioni”.
Il primo appuntamento è per domenica 21 gennaio, alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice (ore 18.00), dove saranno protagonisti i due giovani fratelli tunisini Amine (oud) e Hamza (kanoun), in quintetto con il violino di Baiju Bhatt, il clarinetto di Blaise Ubaldini e la voce dell’algerina Karima Nayt. Sono appassionati di strumenti a corda della tradizione musicale araba e accomunati dal loro virtuosismo, grazie al quale hanno sviluppato uno stile autonomo, la musica tradizionale del loro Paese si accende di sfumature di musica classica occidentale, jazz, flamenco, musica tradizionale indiana, persiana e altre ancora.
Il Trio Squelini andrà in scena con la giovane ed eccellente violoncellista ungherese Ditta Rohmann al Museo di Palazzo Grimani sabato 3 febbraio (ore 17.30). Diretto da Szabolcs Szoke (gadulka, sarangi, array mbira), fondatore e solista di uno dei più importanti ensemble ungheresi etno-jazz, il gruppo vanta la presenza di Peter Szalai (tabla, cajon, strumenti a percussione, kalimba, aquaphone), esperto di musica classica indiana e uno dei più interessanti suonatori di tabla europei, e del sassofonista ungherese, di formazione jazz, Daniel Vaczi (sassofono alto e sopranino, aquaphone, array mbira). Nel repertorio, brani tratti dal loro ultimo disco “Furioso”, di musica jazz, popolare e da camera.
A chiudere la rassegna, al T Fondaco dei Tedeschi giovedì 22 febbraio (ore 19, ingresso libero su prenotazione) lo straordinario duo Kevin Seddiki & Bijan Chemirani, che porterà il pubblico sonorità fra jazz, musica classica e world music, in viaggio fra Persia e Andalusia, Argentina e Africa. Sulle orme del padre Djamchid, collaboratore di Bejart e di Peter Brooks, e del fratello Keyvan (Chemirani Trio), Bijan Chemirani è musicista di riferimento mondiale di zarb, tamburo a calice con il fusto in legno a singola membrana, componente della musica colta tradizionale persiana. Con Kevin Seddiki, chitarrista già al fianco di Al di Meola e Gonzalo Rubalcaba, Bijan Chemirani è riuscito a creare una musica eclettica, con forti influenze mediterranee, al putno che Sting lo ha voluto nell’album di ispirazione etnica “If On A Winter’s Night…” (2009).
La rassegna Etnoborder è organizzata da Veneto Jazz in collaborazione con Teatro La Fenice, Museo di Palazzo Grimani e T Fondaco dei Tedeschi. Partner istituzionali: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Polo Museale del Veneto, Regione del Veneto, Città di Venezia.
BIGLIETTI E PREVENDITE (a partire dall’11 gennaio 2018)
Concerto Sale Apollinee: intero 23€ + diritto di prevendita; ridotto 17€ + diritto di prevendita (residenti nel Comune e nella Città metropolitana di Venezia – studenti under 26 – over 65 – abbonati Teatro La Fenice)
Concerto Palazzo Grimani + aperitivo + visita al Museo (fino alle ore 19.15): intero 23€ + diritto di prevendita;
ridotto 17€ + diritto di prevendita
Concerto T Fondaco dei Tedeschi: Ingresso libero SOLO su prenotazione, scrivendo a fondaco.culture@dfs.com
Per informazioni: Veneto Jazz – jazz@venetojazz.com – mob. (+39) 366.2700299 – www.venetojazz.com
Redazione ArtInMovimento Magazine
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