Un buon inizio per il convegno Andare Oltre a Borgaro Torinese. Ieri i lavori si sono aperti, con una platea eterogenea di partecipanti, come ormai consueto per questo evento particolare, attenti e coinvolti. E come non lasciarsi coinvolgere, d’altra parte, da Laura Moreno? Il suo racconto, in cui ha parlato anche di sé e dalla
Un buon inizio per il convegno Andare Oltre a Borgaro Torinese. Ieri i lavori si sono aperti, con una platea eterogenea di partecipanti, come ormai consueto per questo evento particolare, attenti e coinvolti.
E come non lasciarsi coinvolgere, d’altra parte, da Laura Moreno? Il suo racconto, in cui ha parlato anche di sé e dalla sua terra, la Bolivia, partiva da una considerazione tanto semplice quanto fondamentale: per parlare di morte, bisogna parlare di vita. E molto spesso la paura della morte non è altro che paura della vita, paura di vivere. Ciò che Laura proposto è stato quindi un rito di riconciliazione tra la vita e la morte, e di riconnessione con una dimensione universale. “Chi di voi si sentirebbe pronto per morire oggi?” è stata la domanda posta al pubblico. Esse pronti vuol dire non avere cose in sospeso, non avere rancori, essere consapevoli di vivere pienamente e tuttavia non avere paura di lasciare ciò che abbiamo.
Il tamburo sciamanico di Laura Moreno e Luigi Jannarone, insieme alla voce di Laura, hanno trasportato il pubblico, facendolo entrare nello spirito del convegno, stimolando all’ascolto profondo di sé e della realtà alla quale siamo connessi e legati.
Il secondo relatore del pomeriggio è stato Stefano Gay, che lo scorso anno aveva chiuso i lavori.
Il titolo del suo intervento “Il Cuore, porta dell’Aldilà secondo la scienza” ha avuto il compito di introdurre il pubblico alla parte più scientifica del convegno. Scienza e spiritualità, afferma Stefano Gay, per lungo tempo hanno parlato delle stesse cose. Siamo noi che in tempi recenti le abbiamo divise. Scopriamo così che il cuore ha un campo elettromagnetico fortissimo in grado di influenzare e di armonizzare tutto il corpo. Attività come la meditazione sviluppano la nostra capacità di modificare, consapevolmente, questo campo magnetico, andando così ad agire su tutto il resto.
Con Stefano Gay si è parlato anche di comunicazione, di come esistano quattro livelli di comunicazione, e di comprensione. Vi è quella razionale, che conosciamo tutti e che utilizza i 5 sensi. Si può poi comunicare per sintonia, utilizzando quelli che vengono chiamati neuroni specchio; si può comunicare per risonanza, ed è un livello già molto profondo che può trascendere lo spazio, ma ancora è vincolato al tempo. Infine, esiste una comunicazione di amore, liberata dallo spazio-tempo, che sono categorie mentali e filtri di cui noi necessitiamo, o di cui crediamo di necessitare, per orientarci nel mondo. Senza questi filtri può facilmente intuire come anche la vita e la morte come stati opposti e inconciliabili perdano senso, e così anche le nostre paure.
La chiusura dei lavori di ieri è stata affidata a Patrizia Stefanini, fisico e insegnante di shiatsu, ricercatrice che per molti anni ha collaborato con Emilio del Giudice. Suo il compito di introdurre il pubblico a un tema complesso come quello della fisica quantistica, tema tuttavia imprescindibile poiché soltanto la fisica quantistica fornisce gli strumenti per comprendere e spiegare la natura profonda della realtà che ci circonda, e anche la nostra. Questa realtà è una realtà in continuo movimento, vibrante. Diceva Emilio del Giudice: “La risonanza delle oscillazioni del cuore con le oscillazioni dell’Universo è l’essenza della bellezza“.
L’energia che scorre nei meridiani energetici ha le stesse caratteristiche fisiche della luce, per questo Patrizia, parlando di shiatsu lo descrive come un “cercare l’arcobaleno dentro di sé“. Ma anche come una danza, un movimento armonico in cui entrano in gioco, nuovamente, il campo magnetico del cuore e la capacità di esserne consapevoli e di agire su di (e con) esso. Il sostegno che si può dare all’altro attraverso lo shiatsu, anche nel momento del passaggio, anche in punto di morte è, come è stato detto con parole molto belle in un intervento del pubblico “incontrare l’altro nel suo mondo“, dargli spazio per esprimersi e ascoltarlo.
La conclusione della giornata ha avuto la colonna sonora della musica di Emiliano Toso e Lorena Borsetti, con la danza di Alice Serra. Il viaggio proposto ieri sera, dal titolo “Metamorphosis” ha invitato il pubblico a sperimentare la metamorfosi a tre livelli, interiore, relazionale, e come collettività umana. La sofferenza del bruco che sta per diventare farfalla è una sofferenza, una fatica, che ha un senso che diviene chiaro solo alla fine del processo. Così sono tutti i cambiamenti, a tutti i livelli, e tuttavia sono necessari per la vita stessa, per continuare nell’evoluzione, sia individuale che collettiva. Per l’ultimo pezzo, “In Lack’Ech”, Il pubblico è stato invitato a fare un grande cerchio intorno ai musicisti, tenendosi per mano, ed è stato un momento intenso, di gioia condivisa, di emozione, molto di più di un semplice concerto.
Si prosegue oggi, con tanti ospiti e con i workshop nel pomeriggio, che permetteranno ai partecipanti di sperimentare i temi affrontati in precedenza nel convegno.
Chiara Trompetto
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