In modo del tutto fortuito, grazie al direttore responsabile di ArtInMovimento, ho potuto conoscere un’artista a tutto tondo, Lina Senese, che si è raccontata ai lettori del magazine in una bella intervista. La mia doppia anima è lo spettacolo che ha realizzato dove fonde la sua passione per la cultura partenopea e il suo amato francese
In modo del tutto fortuito, grazie al direttore responsabile di ArtInMovimento, ho potuto conoscere un’artista a tutto tondo, Lina Senese, che si è raccontata ai lettori del magazine in una bella intervista. La mia doppia anima è lo spettacolo che ha realizzato dove fonde la sua passione per la cultura partenopea e il suo amato francese che per lungo tempo ha insegnato e di cui è stata interprete.
La sua voce calda e accogliente ha il grande merito di colpire non soltanto chi ha competenza musicale ma anche quello di arrivare a chi, profano, è aperto all’ascolto col cuore.
Il tormento e la passione di brani della tradizione partenopea, noti in tutto il mondo, in questa raccolta musicale sono sapientemente esaltati dall’avvolgente suggestione che la timbrica dell’artista produce.
Entrare nell’anima di chi ascolta – e non semplicemente sente – non è cosa da poco; cullare le notti o accompagnare i risvegli, penetrando con testi dalla struggente bellezza, rimangono cosa rara e preziosa.
Le nostalgie, i tormenti e le passioni divoranti che solo la canzone napoletana racconta ormai da secoli e ancora oggi al cuore di ognuno, sono poi rese davvero struggenti dall’innovativa e audace scelta di proporre in lingua francese alcuni dei brani napoletani più noti.
La dolcezza dell’idioma si unisce alla dolcezza vocale dell’artista in una raccolta musicale che davvero scava intimamente e profondamente in chi vuol lasciarsi cullare, e che dal vivo sicuramente rende omaggio alla più suadente ed elegante tradizione.
Accanto all’interprete e alla sua vocalità, gli arrangiamenti si impongono offrendo suggestioni autonome e sostenendo l’artista. Sono sinuosi, miratamente avvolgenti. Maruzzella, ad esempio, resa in termini di tango nuevo, è bellissima. Può tranquillamente ballarsi. E poi l’imprinting jazzistico completa l’opera somma, in un’ibridazione accorata e convincente.
In sintesi un eccellente prodotto!
Antonio Pelle
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