Mercoledì 21 giugno, alle ore 20, il Teatro Regio ha messo in scena in prima serata il Macbeth, di Giuseppe Verdi. Gianandrea Noseda, sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, ha magistralmente diretto la prima opera di Verdi tratta da Shakespeare, nonché la sua unica di ambientazione soprannaturale e fantastica. Il nuovo allestimento è stato realizzato in coproduzione con
Mercoledì 21 giugno, alle ore 20, il Teatro Regio ha messo in scena in prima serata il Macbeth, di Giuseppe Verdi. Gianandrea Noseda, sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, ha magistralmente diretto la prima opera di Verdi tratta da Shakespeare, nonché la sua unica di ambientazione soprannaturale e fantastica. Il nuovo allestimento è stato realizzato in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo e Macerata Opera Festival e con la regia di Emma Dante, attrice, regista e drammaturga siciliana, considerata una tra le voci più innovative e rivoluzionarie del panorama teatrale internazionale. Un cast di eccezionali solisti ha interpretato la partitura con grande intensità musicale: Dalibor Jenis (Macbeth), Anna Pirozzi (Lady Macbeth), Vitalij Kowaliow (Banco), e Piero Pretti (Macduff). Straordinarie le scenografie, montate e smontate in diretta sulla scena, eleganti e precise nelle loro simmetrie che accompagnano la narrazione come ad incorniciarla e fissarla in un tempo che si è fermato per dare voce al pathos e al dramma. Costumi e coreografie sono raffinati e sobri, attentamente scelti per fungere da contrasto con i sapienti giochi di luce che danno movimento e vita alla scena. Un Macbeth tragico, popolato da streghe gravide che interrogano le loro pance per predire il futuro: pance come contenitori di profezie, in una sorta di maternità perpetua. La foresta di Birnam, costituita da pale di fichi d’India, la pianta più pericolosa esistente al mondo, diventa un luogo simbolico che parla di come la natura selvaggia prenda il sopravvento sull’uomo. Apprezzabile il corpo di ballo, nei gesti e nelle coreografie sapientemente organizzate, che compare e scompare attraverso un suggestivo gioco di veli e di teli colorati esvolazzanti. La storia si consuma quasi completamente di notte, una sorta di noir, di inquietante cupezza e suspense. I soldati con le spade rispettano nei loro gesti perfette geometrie che conferiscono equilibrio, simmetria e ordine a momenti narrativi fortemente tragici, un contrasto insolito, ma di grande effetto scenico. Le recite di Macbeth, dal 21 giugno al 2 luglio, saranno in tutto nove, interpretate da un cast internazionale di artisti con grande esperienza nel repertorio verdiano. Protagonista è il baritono Dalibor Jenis, riconosciuto interprete di riferimento dei capolavori di Verdi, dopo i recenti successi alla Wiener Staatsoper e alla Deutsche Oper di Berlino, porta ora al Regio il suo Macbeth. Anna Pirozzi, una tra i più grandi soprani del repertorio belcantistico, interpreta Lady Macbeth, apprezzata per la sua forte gestualità teatrale, abilità riconosciuta e premiata da invitarla a sostenere il ruolo al Teatro Real di Madrid e alla Royal Opera House di Londra. Il basso Vitalij Kowaliow, dal timbro vigoroso e brunito, interpreta il personaggio di Banco con grande maestrìa. Il tenore Piero Pretti, artista dalla brillante carriera internazionale, veste i panni di Macduff. Completano il cast: il mezzosoprano Alexandra Zabala (La dama), il tenore Cullen Gandy (Malcolm), il baritono Nicolò Ceriani (il medico), Giuseppe Capoferri e Desaret Lyka (un servo e l’araldo) Marco Sportelli e Davide Motta Fré (il sicario), Lorenzo Battagion e Riccardo Mattiotto (Prima apparizione). Questo nuovo allestimento presenta scene firmate da Carmine Maringola, costumi di Vanessa Sannino e luci di Cristian Zucaro; la coreografia è di Manuela Lo Sicco, con Sandro Maria Campagna maestro d’armi. Sul palco del Regio, anche gli attori della Compagnia di Emma Dante e gli allievi della Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo. Il Coro del Teatro Regio e i solisti del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, sono istruiti da Claudio Fenoglio. Macbeth verrà successivamente presentato al Festival Internazionale di Edimburgo, assieme a La bohème di Puccini e alla Messa da Requiem di Verdi, un’importante tournée – dal 18 al 27 agosto – sempre con la direzione di Noseda sul podio dell’Orchestra e Coro del Regio. Giuseppe Verdi completò l’opera nel 1847, ma ne modificò la partitura nel 1865. Gianandrea Noseda seguì la versione definitiva della partitura tranne nel finale dell’opera, per il quale fece riferimento alla versione del 1847, che voleva la morte di Macbeth in scena. Macbeth è il primo incontro di Verdi con la potenza drammaturgica del teatro di Shakespeare, un dramma musicale della coscienza e della solitudine. Macbeth è l’opera del mistero, del soprannaturale, ma è anche un soggetto che gli permette di rappresentare il potere e le conseguenze del suo cattivo uso. L’opera è tragicamente tragica, intrisa di sangue e vede morire in scena tutti i protagonisti, annoverando nel finale ben quattro delitti, spirale di violenza istigata da Lady Macbeth che, ossessionata da uno strano vaticinio profetizzato da un crocchio di streghe, fa di tutto per guidare il marito al trono di Scozia. Una volta raggiunto l’obiettivo, i due protagonisti subiranno le conseguenze delle atrocità di cui si sono macchiati. Il tema centrale dell’opera è, in definitiva, quello della scelta, della responsabilità umana, che porta a una riflessione fra azione e destino. Gianandrea Noseda, su questa opera verdiana, afferma: Macbeth è un’opera visionaria, un noir ante litteram. Dal punto di vista drammaturgico rappresenta un notevole progresso rispetto a quanto scritto da Verdi fino ad allora. Una digressione geniale che gioca d’anticipo sui gusti dell’epoca. Macbeth sembra quasi un laboratorio nel quale Verdi sperimenta un modo innovativo di intendere il teatro. La scrittura vocale è in funzione delle parole, i cantabili sono quasi incidentali e inseriti in un contesto innovativo. Ciò che più impressiona in questo titolo è proprio la tinta scura, inquietante, che avvolge la vicenda e lo spettatore, dall’inizio alla fine. Emma Dante, artista dal forte temperamento mediterraneo, propone un Macbeth denso e profondo. La maternità, la passione, il corpo, il potere al femminile: la regista presenta tutta la sua poetica in questo allestimento dell’opera verdiana, realizzando quello che lei ama definire un Macbeth stregonesco dove satiri con grandi falli ingravidano in continuazione le streghe, che così perpetuano la loro specie.
Il Maestro Noseda, al quale anche noi auguriamo una pronta guarigione, è stato costretto a fermarsi a causa di una sindrome lombo-sciatalgica da ernia del disco lombare. A partire dalla recita del 27 e sino al termine delle rappresentazioni al Regio, ha indicato come suo sostituto il Maestro Giulio Laguzzi.
Odette Alloati
[Immagini: teatroregio.it, ph Ramella&Giannese]
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