La festa torinese di San Giovanni Battista, che si celebra ogni anno la notte del 23 giugno, è uno dei molti esempi di unione fra cultura pagana e religiosa presenti nel capoluogo piemontese, una tradizione che affonda le origini nella notte dei tempi, un viaggio nel passato, ricco di leggende e superstizioni. I giorni del
La festa torinese di San Giovanni Battista, che si celebra ogni anno la notte del 23 giugno, è uno dei molti esempi di unione fra cultura pagana e religiosa presenti nel capoluogo piemontese, una tradizione che affonda le origini nella notte dei tempi, un viaggio nel passato, ricco di leggende e superstizioni.
I giorni del solstizio d’estate, tradizionalmente dedicati ai culti naturalistici rivolti al sole, vennero ritualizzati dal Cristianesimo nella propria tradizione culturale, dedicando la festa solstiziale a San Giovanni. La scelta cristiana di consacrare il 24 giugno a San Giovanni va vista in relazione alla natività di Cristo del 25 dicembre: ponendo l’Annunciazione nove mesi prima, e basando l’interpretazione sulla testimonianza del Vangelo, è stata stabilita la data di nascita del Battista.
Questa scelta precisa va anche considerata come uno dei tanti aspetti della purificazione attuata dalla Chiesa nei confronti dei riti pagani, con l’intenzione di cancellare le usanze legate alla terra e al ciclo della natura, sovrapponendo ad esse le credenze della nuova religione.
Il periodo solstiziale era troppo importante all’interno della civiltà precristiana e non fu facilmente sradicabile. Venne perciò a crearsi un modello sincretico di società in cui credenze tipicamente pagane convivevano con il culto cristiano.
A Torino la festa di San Giovanni è ancora oggi parte integrante del folklore piemontese, si celebra ogni anno partendo dalla sera del 23 giugno, quando tiene banco il tradizionale «farò».
Sin dal Medioevo, in onore del patrono, Torino si fermava due giorni, dando la possibilità ai contadini di accorrere in città per assistere alla corsa dei buoi in Borgo Dora. Il grande farò, viste le credenze sulle proprietà protettive del fuoco sacro, era acceso dal figlio più giovane del principe e rischiarava la piazza centrale la notte del 23 giugno. Ancora oggi, l’accensione del farò a Torino è accompagnata da molta partecipazione da parte dei cittadini: la tradizione vuole che la caduta del trespolo infuocato avvenga verso Porta Nuova, affinché sia un anno fortunato per tutta la città.
Anche quest’anno, come da tradizione, un ricco programma: lunedì 23 giugno alle ore 22 in piazza Castello l’accensione del Farò e martedì 24 giugno alle 22.30 il consueto appuntamento con i fuochi d’artificio sul Po all’altezza del ponte di piazza Vittorio Veneto. Quest’anno lo spettacolo pirotecnico di San Giovanni andrà però in scena con il “silenziatore”. Così ha voluto il Comune che, grazie agli appelli di numerose associazioni animaliste, ha deciso di escludere almeno i colpi più rumorosi che segnano l’avvio e la chiusura dello show. Per partecipare alle serate, dalla cintura torinese è possibile raggiungere comodamente il centro città grazie alla potenziata rete di Night Buster Gtt che collega, da oggi fino al 13 settembre, 21 comuni limitrofi al capoluogo piemontese.
Mirko Ghiani
[immagini da: gazzettatorino.it, mole24.it]
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