In occasione della Giornata della Memoria, Venerdì 27 gennaio, il Teatro Fraschini presenta, nella sede del Cinema Teatro Politeama, lo spettacolo per le scuole “Treblinka”, che andrà in scena alle ore 10,00 e alle ore 11,30. Sono in tutto sette le scuole che hanno aderito al progetto, inserito nelle attività dedicate ai ragazzi: il Liceo
In occasione della Giornata della Memoria, Venerdì 27 gennaio, il Teatro Fraschini presenta, nella sede del Cinema Teatro Politeama, lo spettacolo per le scuole “Treblinka”, che andrà in scena alle ore 10,00 e alle ore 11,30.
Sono in tutto sette le scuole che hanno aderito al progetto, inserito nelle attività dedicate ai ragazzi: il Liceo Ugo Foscolo, il Liceo Taramelli, l’Istituto Cairoli, l’Istituto Bordoni, l’Istituto Cossa, lìIstituto Volta, e il Maria Ausiliatrice.
Gli attori protagonisti dello spettacolo saranno Alessandro Carnevale Pellino, Francesco Colucci, Stefania Rusconi, Irene Scova, Martina Vuotti, con la regia Beppe Soggetti.
La storia è ambientata nel campo di Treblinka e narra le vicissitudini di tre prigionieri, in quello che è principalmente un percorso di morte, di tentazioni, provocazioni, di violenze e di sofferenza. La morte che aspetta i tre prigionieri non è una morte solo fisica. Come ha raccontato Primo Levi, per tutti gli internati, e in particolare per quelli che sono poi sopravvissuti, l’esperienza nei campi è stata una morte psicologica. Se dei tre prigionieri qualcuno morirà davvero, chi tra essi sopravviverà lo farà purtroppo a costo della propria identità, delle proprie ideologie, della propria personalità. Questo perché l’unico modo per resistere all’interno dei campi è piegarsi piegarsi alle regole crudeli dettate dai nazisti, rinunciando in qualche modo alla propria umanità
Il compito di rappresentare Treblinka, di spiegare la forma, la struttura, il funzionamento, è affidato a tre ufficiali nazisti. I tre prigionieri sui quali questo destino incombe sono tre donne, un’ebrea, un’attrice e un’oppositrice politica. Nessuno però può veramente sopravvivere al campo, poiché anche sopravvivendo la morte fisica non è che rimandata, ma quella psicologica è già avvenuta, e di ciascun prigioniero “non resterà che un numero di matricola spuntato su un cadavere senza vita“.
Quella che verrà rappresentata è una storia dura, come lo è stata nella realtà di un passato ancora troppo recente. Un passato che è doveroso ricordare per fornire a noi e alle generazioni più giovani gli strumenti adatti a difendere sé stessi e gli altri dalle possibilità che qualcosa di simile possa ripetersi.
Redazione ArtInMovimento Magazine
[Fonti delle immagini: teatrofraschini.it, ilcorpo.com]
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