Sabato 28 maggio 2016 si è tenuto, presso il Teatro Giulia di Barolo, sito in piazza Santa Giulia 2 bis a Torino, lo spettacolo L’amore sul palco, proposto dalla classe VB della Scuola Primaria appartenente al Polo Internazionale Europeo Altiero Spinelli, con la regia dell’insegnante Annunziato Gentiluomo (per gli allievi Nunzio), coadiuvato dalle insegnanti Rita
Sabato 28 maggio 2016 si è tenuto, presso il Teatro Giulia di Barolo, sito in piazza Santa Giulia 2 bis a Torino, lo spettacolo L’amore sul palco, proposto dalla classe VB della Scuola Primaria appartenente al Polo Internazionale Europeo Altiero Spinelli, con la regia dell’insegnante Annunziato Gentiluomo (per gli allievi Nunzio), coadiuvato dalle insegnanti Rita Graziano, Giovanna Maria Branca, i consulenti madrelingua Lesley Wastall e Henry Wright, e con la collaborazione di Samuele Maritan, attore dalla decennale esperienza.
In queste righe si vuol raccontare lo spettacolo dal punto di vista di una delle tante persone che, dietro le quinte, ha collaborato alla creazione di un piccolo capolavoro. Scandiamolo piano piano…
ORE 8:30
I bambini, accompagnati dai genitori, entrano in teatro. La tensione non è ancora percettibile perché quello è solo il momento del ritrovo: il gruppo di amici e compagni di scuola s’incontra per passare la mattinata insieme, l’ultima giornata di grande “festa” prima della fine dell’anno, l’ultima del loro ciclo scolastico poiché a settembre prossimo un nuovo cammino li attende.
ORE 9:00
Manca un’ora e quarantacinque minuti all’apertura del sipario, le truccatrici non arrivano. “Che facciamo?” – chiede qualcuno – “Iniziamo a prepararci!”
Bisogna fare le ultime prove tecniche, luci, entrate ed uscite. Il tempo scarseggia e sembra impossibile essere pronti in tempo.
Ora comincia a bussare alla porta del teatro la tensione.
ORE 9:30
Le truccatrici arrivano, ma alcune mamme prese dal timore del: “Non esser pronte in tempo” si erano portate avanti col lavoro, molti bambini erano già vestiti e truccati, gli altri in coda.
Le ragazze stavano immobili come statue, senza batter ciglio mentre i pennelli venivano passati sul viso e i capelli, tra nastri fiori e treccine, venivano sistemati in tutta velocità.
Phard, terra, ombretto e mascara… “Tu sei a posto, avanti il prossimo, Veloci!”
I maschi, ecco loro sono stati tutta un’altra storia, forse per loro “Trucco e capelli” sono stati la prova più dura in tutte le 2.30 h di spettacolo: restii al mascara, il loro volto si contraeva in un’espressione di disgusto ad ogni passata di pennello. Qualcuno però piano piano sembrava prenderci gusto…
ORE 10:15
Manca mezz’ora all’apertura del sipario, alcune bambine sono ancora nella fase trucco e parrucco, ma Lucia Mondella, Medea e Ginevra non possono non avere acconciature tipiche del periodo storico in cui sono vissute! Quindi con calma, pazienza ma anche una discreta velocità, eccole sistemate.
Il maestro Nunzio passando tra gli allievi ride e scherza, canzonandoli per smorzare la tensione che ormai era definitivamente entrata nel teatro, dicendo loro frasi come “Vi piace questa parte del teatro vedo!” e scompigliando loro i capelli in segno di affetto, destando una certa irritazione di chi li aveva acconciati.
ORE 10:30
La tensione è ormai arrivata al punto più alto, QUINDICI minuti e si va in scena!
“Dove sono i libri?” “Dov’è lo zaino?” “L’i-pad?” “Non trovo la camicia bianca! Mi serve per la prossima scena!” “Perché mi perdono sempre tutto?”
Piccolezze che trasformano i bambini in attori: ormai ci siamo, la VB completa la metamorfosi, non si tratta più di una classe, ma di una compagnia teatrale in piena regola.
Poco prima dell’apertura del sipario fa il suo ingresso nel backstage una loro vecchia insegnante, Ersilia. Tutti corrono a salutarla e ad abbracciarla, ma tutto si consuma velocemente. Una manciata di minuti e si va in scena.
ORE 10:45
Genitori, insegnanti, amici, tutti seduti in platea, ma quei volti tanto familiari ora si sono trasformati ne “IL PUBBLICO”, il mostro a mille teste tanto temuto da tutti coloro che calcano le scene.
Il sipario è chiuso, si sbircia dalle fessure, “Quanta gente!”
Ci siamo, attori in scena tutti gli altri fuori. Giulietta è già sul balcone pronta per il suo momento (anche se c’è da aspettare un bel po’), in attesa e concentrata. Il titolare del teatro, Antonello, vigila incuriosito da tante competenze in gioco e tanta professionalità.
Si apre il sipario, in perfetto orario come è di norma nei grandi teatri.
Lo spettacolo scivola via, fluido come l’acqua di un torrente di montagna: s’inizia in biblioteca a fare ricerche sull’amore, si riflette e si conversa; battute; poesie; sonetti… tutto scorre.
Dietro le quinte regna un silenzio di tomba. Gli insegnanti, qualche mamma e i bambini stessi osservano con attenzione, pronti ai cambi scena e a passare il materiale necessario ai compagni. Sono una perfetta macchina dai meccanismi ben oliati, un via vai silenzioso, ad eccezion fatta per qualche passo calcato più forte.
La concentrazione regna sovrana, persino il pubblico non stacca gli occhi dal palco. È un successo!
Applausi spontanei, risate, momenti commoventi. Il pubblico è sempre lì pronto a rispondere in modo attivo a ciò che vede.
Romeo e Giulietta, Amleto, Artù…
“Manca lo spartito di Mozart! Dov’è? Ci serve per la scena!”
“Non sono pianista io! Ho sbagliato un paio di note, si è sentito?”
Spartito trovato e no, non si è sentito nessuno sbaglio, ancora tutto bene.
ORE 13:10
La conclusione.
Medea, Mamma mia degli Abba, ultima canzone tutti insieme, applausi, inchino e poi il coro per il maestro “Nunzio! Nunzio! Nunzio!”
Tutti applaudono, tutti ridono, non si è più attori ma di nuovo bambini, è finita!
Tutti vanno sul palco a prendersi applausi e lodi, un lavoro enorme fatto di sacrifici, gioia e tristezza, ma soprattutto amicizia, concluso nel migliore dei modi. Quel momento altro non è che l’ultimo atto de L’amore sul palco.
ORE 13:40
Con un velo di malinconia lasciamo il teatro vuoto. Tutto è stato riordinato, ogni cosa è al suo posto. Sembra che non siamo mai passati di qua. L’amore sul palco è stato uno dei tanti spettacoli che ha calcato questa scena.
Eppure, per quanto il luogo lo si lasci vuoto, il cuore di attori, spettatori e di tutto lo staff è stracolmo di sensazioni positive, perché tra momenti catartici e altri romantici ognuno porta dentro di sé un piccolo capolavoro, il vostro, piccoli attori della VB, a cui va il mio, il nostro grazie!
Alessandra Rocchi
[Foto di Massimo Della Valle]
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