Dopo la data al Teatro Giacosa di Ivrea, giovedì 12 Maggio Pilar sarà al Teatro Piccolo Regio di Torino, con il nuovo album “L’amore è dove vivo”. Con lei un sestetto d’eccezione composto dalle chitarre di Federico Ferrandina, il pianoforte di Roberto Tarenzi, il violoncello di Angelo Maria Santisi, il contrabbasso di Andrea Colella e la
Dopo la data al Teatro Giacosa di Ivrea, giovedì 12 Maggio Pilar sarà al Teatro Piccolo Regio di Torino, con il nuovo album “L’amore è dove vivo”. Con lei un sestetto d’eccezione composto dalle chitarre di Federico Ferrandina, il pianoforte di Roberto Tarenzi, il violoncello di Angelo Maria Santisi, il contrabbasso di Andrea Colella e la batteria di Alessandro Marzi.
Durante il concerto, in concomitanza con il Salone del Libro, ci sarà spazio anche per l’incursione letteraria di alcune pagine tratte da “Il cinghiale che uccise Liberty Valance” di Giordano Meacci, libro edito da Minimum Fax e candidato fra i 12 finalisti del Premio Strega.
Pilar ha pubblicato nel 2015 un nuovo disco, il cui progetto è stato accompagnato da due video: “Eternamente”, rilasciato con l’album lo scorso ottobre, che vede la partecipazione dello chef Massimiliano Mariola, e il più recente “Il colore delle vene”, girato a febbraio tra Palermo e le Saline di Marsala, che tratta il tema delle Unioni Civili raccontando la quotidianità di otto nuclei familiari tutti diversi fra loro. Il primo brano accosta le metafore sul cibo alla relazione amorosa in modo originale, un bel testo sostenuto da un video davvero curato; il secondo, oltre alla bellezza dei paesaggi ritratti, ha un testo molto poetico e al tempo stesso molto concreto e incisivo.
In “L’amore è dove vivo” la cantante ha scelto la preziosa collaborazione di Bungaro per le musiche, per la produzione artistica dell’album quella di Antonio Fresa. I testi delle canzoni sono firmati da grandi nomi come Pacifico, Joe Barbieri, Sandro Luporini, Mauro Ermanno Giovanardi, Alessio Bonomo e Pino Romanelli. Pilar mette a nudo le proprie doti di interprete, ma anche quelle di autrice, firmando quattro dei brani che compongono l’album, e tuttavia la forza di questo lavoro è proprio la coralità e la grande sinergia degli artisti che vi hanno partecipato, la passione e la sincerità della dedizione a esso.
In che cosa questo lavoro si distingue dai precedenti, e in cosa si può trovare una linea di continuità? Ce lo spiega lei stessa: “Anche se firmo i testi di quattro canzoni, le principali differenze stanno nel mio essere più interprete che autrice, nel sentimento amoroso come filo conduttore e poi nella produzione artistica con arrangiamenti molto più prodotti rispetto al lavoro precedente…e poi c’è anche un grande uso degli archi…un grande lusso.In linea di continuità c’è la celebrazione dei sensi e dell’ironia, un uso della voce molto colorato e il mio inossidabile amore per le parole e la canzone d’autore“.
Uno dei testi di cui Pilar stessa è autrice è “Autoctono italiano”, canzone che elenca, utilizzando la metrica e le assonanze, ben 73 nomi di vitigni autoctoni italiani: un esercizio di stile ma anche, e soprattutto, un’occasione per rivelare la passione della cantante per il vino e il mondo che si muove intorno a esso.
Pilar inserisce in “L’Amore è dove vivo” due canzoni in francese, “Forteresse” di Michel Fugain, ed “En Confidence” con testo di Pierre Ruiz – produttore di Pilar – e la musica di Federico Ferrandina. Esse mettono in luce una delle caratteristiche che più ci ha colpiti dell’artista, e cioè quella di riuscire a cantare con disinvoltura e forza espressiva in più lingue (Italiano, francese, spagnolo, portoghese e inglese), dandosi così la possibilità di un repertorio vastissimo, scegliendo brani e stili diversi.
“L’italiano è la mia lingua madre, c’è sempre lei al primo posto” afferma la cantante, “ma mi diverte e mi quieta viaggiare tra i sentimenti attraverso le lingue: il francese è malinconia pensata e irriverenza; lo spagnolo è possessione, è il rosso del sipario; il portoghese del fado è la lontananza, quello del Brasile è la leggerezza, la pigrizia, la poesia che non ha bisogno di giustificarsi per diventare musica”
Una grande versatilità e un’anima jazz contraddistinguono Pilar, come dimostra il suo progetto “Sicilian Jazz Project” insieme a Don Byron e Michael Occhipinti e come emerge anche dai suoi brani, musicalmente raffinati e curati nei testi, mai banali e comunque capaci di colpire e di farsi memorizzare in fretta.
Abbiamo chiesto alla cantante se c’è un brano di questo nuovo album al quale sia legata in modo particolare.
“Una sola? Impossibile, ogni canzone ha avuto il suo legame e il suo peso” – Ci ha risposto – “Di Pugno Tuo e L’amore è dove vivo, per esempio, scritte da Joe Barbieri e Pacifico insieme a Bungaro sono due miracoli di intensità, passione ed equilibrio. Dietro ogni canzone ci sono storie e mille pensamenti, ma forse se devo dare un titolo solo direi Occhi Coltelli: non a caso il testo è mio e quando è così esiste un legame con la canzone che è viscerale prima ancora di diventare musicale“.
Noi salutiamo Pilar, ringraziandola per questa intervista, e vi ricordiamo ancora l’appuntamento torinese, tra pochi giorni. Se non l’avete ancora ascoltata dal vivo, è l’occasione di fare una scoperta che, ne siamo certi,non vi deluderà.
Giovedì 12 maggio, ore 21.00
Teatro Piccolo Regio
Piazza Castello, 215
10124 Torino
Biglietto: a partire da 20 euro + d.p.
Info e prenotazioni: 011 8815 557
Chiara Trompetto
[Immagini: Paolo Soriani ph]
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