Avvolgente ed emozionante come sempre, la piana di Olimpia, fra sole e ulivi ha appena ospitato la cerimonia per l’accensione del sacro fuoco ispiratore, guida, faro dei Giochi Olimpici.
Protocollo, gesti altisonanti, retorica greca in pieno struscio, lacrime di commozione di tanti Soloni dei vari comitati e di qualche politico, compresi il presidente greco, Prokopis Pavlopoulos, il n.1 del Cio, Thomas Bach e il presidente del Comitato organizzatore di Rio 2016, Carlos Nuzman.
Per tutti gli altri la pelle d’oca del passato che fa intrusione nel presente, regalando i brividi che solo la sacralità di certi gesti riesce a suscitare, quando ci si sente permeati di uno spirito diverso, in questo caso dello Spirito Olimpico. Rigido il cerimoniale. La fiamma è stata accesa grazie ai raggi del sole: vegliata da undici sacerdotesse, la prescelta ha posto una torcia all’interno di uno specchio parabolico concavo in cui vengono concentrati i raggi del sole.
Inizia così il viaggio della torcia olimpica, affidato dalla sacerdotessa del tempio di Era al campione greco di ginnastica artistica Lefteris Petrounias, che lo cederà al due volte campione olimpico del volley, il Brasiliano Giovane Gavio, fra gli altri 450 tedofori, campioni dello sport, tante persone comuni, tra loro un rifugiato siriano del campo di Eleonas.
La Torcia arriverà il 27 aprile ad Atene, quindi partirà alla volta di Losanna , al Museo olimpico e poi si sposterà a Ginevra, alla sede delle Nazioni Unite dove non è mai stata. Quindi sarà affidata, con tutto il suo bagaglio di sacralità, valori, spirito e buonumore, alla delegazione brasiliana, alla volta di Rio.
Buon viaggio, καλό ταξίδι.

Elena Miglietti
[Fonte foto: Elena Miglietti ph, makemefeed.com]

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