Stasera, 1 marzo 2016, alle ore 19.30, al Teatro Gobetti, andrà in scena, SVENIMENTI, un vaudeville dagli atti unici, le lettere e i racconti di Anton Čechov, progetto ed elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, regia di Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso, disegno luci di Loredana Oddone e drammaturgia del
Stasera, 1 marzo 2016, alle ore 19.30, al Teatro Gobetti, andrà in scena, SVENIMENTI, un vaudeville dagli atti unici, le lettere e i racconti di Anton Čechov, progetto ed elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, regia di Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso, disegno luci di Loredana Oddone e drammaturgia del suono di Raffaele Bassetti. Lo spettacolo è interpretato da Elena Bucci, Gaetano Colella e Marco Sgrosso.
Svenimenti, prodotto dal CTB Centro Teatrale Bresciano e dalla Compagnia Le Belle Bandiere, sarà replicato al Gobetti per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 6 marzo con i seguenti orari: martedì e sabato alle ore 19.30; mercoledì, giovedì, venerdì alle ore 20.45; e domenica alle ore 15.30.
Trentatré svenimenti era il titolo che il regista russo Vselovod Mejerchol’d diede alla sua rilettura di tre atti unici di Čechov, ed è da questa suggestione che è partita la compagnia Le Belle Bandiere per realizzare uno sfaccettato montaggio da Il tabacco fa male, trasformato in bizzarro monologo a due voci, La domanda di matrimonio e L’orso, che formano l’ossatura dello spettacolo e ai quali gli autori aggiungono una selezione appassionata di brani dall’epistolario di Čechov con l’attrice e moglie Olga Knipper, da Il giardino dei ciliegi e Tre sorelle.
I testi sono usati come “a vista” e da essi si entra e si esce con pochi cambi di costume. Quel che impressiona è la macchina teatrale che prende forma: Elena Bucci, regista e autrice, Marco Sgrosso, autore con lei del progetto drammaturgico, e Gaetano Colella, collaboratore storico della compagnia, riescono a sdoppiare personaggi unici nella scrittura cechoviana, restituendoci un immaginario composito, senza rinunciare a una risata leggera che però, proprio per la profonda umanità del testo, riesce a risalire fino al pathos. D’altronde la parola “svenimenti” allude ai brevi momenti di crisi emotiva e di perdita di controllo dei personaggi: che si tratti di pianto o riso, urla o gioia, ciò che vediamo in scena è sempre l’abbandono all’incomprensibile emozione della vita.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
[Fonte dell’immagine: padovaoggi.it]
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